"CONTE SI È SUICIDATO, NON HA AVUTO NEPPURE IL CORAGGIO DI METTERCI LA FACCIA. ALL'INSAPUTA DI TUTTI HA SCELTO LA LINEA CASALINO-TRAVAGLIO" - RENZI HA GIÀ PRONTE LE VALIGIE PER ANDARE ALL'OPPOSIZIONE: "IO MI METTO LÌ, BUONO BUONO. FORSE TROVERANNO PURE, AL MASSIMO GLIENE MANCHERANNO UNO O DUE A PALAZZO MADAMA, MA POI COME FARANNO AD ANDARE AVANTI NEL DAY BY DAY, NELLE COMMISSIONI?"
Giovanna Vitale per "la Repubblica"
«E ora popcorn per tutti!». Non se la sente di ripetere la battuta che quasi tre anni orsono fece ridere mezza Italia e indignare l'altra metà: il momento è tragico, assai diverso dalla primavera 2018 quando M5S e Lega impiegarono settimane a corteggiarsi e a scrivere un contratto prematrimoniale divenuto presto carta straccia. E però il sentimento di sfida per quel che da oggi potrebbe accadere ai giallorossi orfani di Italia Viva è lo stesso di allora. Unito alla certezza che questa storia non finirà bene, e non certo per colpa sua, come invece pensano gli ex amici del Pd.
«Conte si è suicidato», dice Matteo Renzi ai suoi dopo avergli comunicato che il dado è tratto, Iv staccherà la spina al governo, ma non al Paese, per il quale continuerà a lavorare votando in Parlamento tutti i provvedimenti necessari a contrastare il Covid e la crisi economica. Glielo ha spiegato anche al ministro Speranza, al quale ha telefonato per garantirgli il pieno sostegno di Iv in vista della relazione in Aula sullo stato di emergenza.
E lo ha promesso pure a Roberto Gualtieri, preannunciando l'ok allo scostamento di Bilancio necessario a finanziare l'ultimo decreto Ristori. «Siamo gente seria, noi, al contrario di altri», sibila. Non gli è andato giù l'avviso di sfratto recapitato da palazzo Chigi con una velina: «Conte non ha avuto neppure il coraggio di metterci la faccia. All'insaputa di tutti ha scelto la linea Casalino-Travaglio. Fa una forzatura che precipita tutti verso il voto. Ma se pensava di spaventarci ha sbagliato di grosso».
renzi vs travaglio a otto e mezzo
Ora intende godersi lo spettacolo, il senatore di Firenze. Vedere come se la caveranno con i famosi responsabili, che «forse troveranno pure, al massimo gliene mancheranno uno o due a palazzo Madama, ma poi come faranno ad andare avanti nel day by day, nelle commissioni?». È pronto a scommettere, il capo di Iv: non dureranno a lungo. Nel frattempo «io mi metto lì, buono buono all'opposizione e...» non finisce la frase: forse pensa ai popcorn. Convinto che, presto o tardi, sempre a Canossa dovranno venire.
Chiedendogli magari di tornare in maggioranza, ma se il premier resterà Conte il suo no rimarrà granitico. Oppure se dovesse nascere un governo istituzionale, cosa che Renzi ritiene più probabile. E allora sì che i voti di Italia Viva serviranno. E lui non li farà mancare. È questo lo scenario che l'ex presidente del Consiglio quota più alto. Implica il suo rientro in partita per impraticabilità di campi alternativi. Persuaso che la minaccia del voto anticipato sia un'arma spuntata. In Parlamento non lo vuole nessuno, a cominciare dal M5S. E aprire le urne in piena pandemia sarebbe comunque un problema.
renzi vs travaglio a otto e mezzo
Tanto più che Italia viva proverà a tutti di essere una forza responsabile, che si occupa dell'Italia anche senza indossare la grisaglia ministeriale. Lo dirà oggi dirà a chiare lettere nella conferenza stampa convocata per spiegare il ritiro delle ministre: la rottura non è figlia di un capriccio, ma fondata su questioni serie. «Questo è un governo immobile, paralizzato da veti ideologici su tutto: dalle grandi opere bloccate al Mes. L'Italia ha più morti di Covid al mondo, serve un piano per la sanità, ma nessuno mi ha ancora spiegato perché non prendiamo i 36 miliardi del salva-Stati».
Perciò Iv voterà tutto quello che serve al Paese. «Gli incoscienti sono altri, quelli che pensano di affidarsi a un gruppetto di responsabili per restare incollati alle poltrone». Giuseppe Conte è il primo della lista. Ma deve fare bene i conti. Il leader di Italia Viva sa bene che il Quirinale rema contro maggioranze precarie e improvvisate. Che vorrà garanzie di solidità e durata, «Se hanno i numeri bene, auguri», sorride a sera.
«Sto d'incanto all'opposizione di un governo raccogliticcio. Conte oggi avrebbe dovuto fare un accordo e invece spinge per rompere», insiste con i suoi. Prima di tornare in tv, negli studi di Carta Bianca, per tenere alta la tensione: «Le ministre si dimettono? Decideremo domani». Che è un altro giorno: quello dell'addio al governo.