3 MILA EURO, POLITICA D'EVASIONE? - GRAMELLINI: ''RENZI PERMETTE AGLI ITALIANI DI FARE UN PO' DI NERO'' - CERASA: "UNA ROTTURA CON IL LUOGOCOMUNISMO A LUNGO DOMINANTE IN MATERIA FISCALE''
1. CONTANTE SCUSE
Massimo Gramellini per “la Stampa”
Se si esclude una pattuglia di moralisti scandinavi della quale faccio parte solo a giorni alterni (altrimenti che italiano sarei), la maggioranza dei nostri connazionali si accinge a fare la ola per la decisione del governo di alzare la soglia dei contanti a tremila euro. Era stato quell’algido apolide di Monti a ridurla a mille, anzi a 999,99. Ma adesso sono tornati gli arcitaliani, cioè i democristiani. Renzi e Alfano, il quale si è intestato la paternità dell’opera al nero, sanno fin troppo bene che le banconote lasciano meno tracce di una carta di credito. Se hanno pensato di triplicare la possibilità di usarle è perché conoscono i loro polli da spennare.
L’Italia è un tessuto di piccole aziende strangolate dal fisco più ottuso e barocco del mondo. Per riformarlo bisognerebbe mettere a dieta la bestia onnivora della burocrazia. Un’impresa eroica che tutti i politici promettono, ma nessuno è mai riuscito neppure a concepire. Alle prese con quella casta di mandarini onnipotente ed esosa, che dilata le sue richieste per giustificare la propria esistenza e ingrassare sempre di più, il sistema economico va a pezzi.
renzi trova venti euro per terra
Da qui la necessità di concedere al condannato una dilazione. Non riuscendo a togliergli il cappio dal collo, la politica glielo allenta nell’unico modo che conosce da settant’anni: consentendogli di fare un po’ di nero. Invece di cambiare le leggi cattive che moltiplicano strettoie e balzelli, si mette il cittadino vessato nelle condizioni di utilizzare una scappatoia illecita. Così alla fine ogni cosa si tiene, nell’Italia democristiana: burocrati, vampiri, tartassati, evasori. Tutti felici e contanti.
2. VIA LE CATENE AL CONTANTE
Da “il Foglio”
L’innalzamento da mille a 3 mila euro del tetto ai contanti, annunciato da Matteo Renzi, non solo semplifica in un certo senso la vita e può essere un buon volano per rilanciare i consumi ma rappresenta una rottura con il luogocomunismo di sinistra a lungo dominante in materia fiscale. Quello, per intenderci, delle “tasse sono bellissime”. Con eccezioni bipartisan: il redditometro e relativo redditest che ci deliziò nel 2012 fu ideato da Giulio Tremonti, applicato in modo abnorme da Mario Monti, oggetto di polemiche su chi lo voleva più strong tra l’ex ministro Vincenzo Visco e l’allora direttore già vischiano dell’Agenzia delle entrate Attilio Befera.
MARIO MONTI AL MEETING DI RIMINI
Assieme al tetto ai contanti, realizzava l’utopia della piena tracciabilità di spese, movimenti, stili di vita. Si suggerì autorevolmente di giustificare allo stato anche le corna e le paghette ai nipoti, finché il redditometro è stato ridimensionato, e ora la banconota non è più associata ad attività criminogena. Riabilitazione parziale e al solito con alibi europeo: solo Portogallo, Grecia, Spagna e Francia hanno un tetto, però ci hanno detto che se a Londra e New York paghi cash ti piomba addosso la polizia.
Il fatto è che quella del denaro è la stessa criminalizzazione di moda per la ricchezza e il profitto. Eppure i soldi spesi (anche) in contanti in uno smartphone o in un resort producono per la loro parte Iva e benessere; al contrario il proibizionismo ha sviluppato il mercato nero degli euro, spesso inviati oltre frontiera. E l’evasione fiscale non è diminuita.