UNO STATO IN BOLLETTA - IL GOVERNO RENZI E' GIA' IN RITARDO CON LA PROMESSA DI TAGLIARE DEL 10% IL COSTO DELLE BOLLETTE ELETTRICHE. E SPUNTA L'IPOTESI DI UN FINANZIAMENTO DI MAMMA CDP CON L'EMISSIONE DI UN BOND – LA GUERRA DELLE LOBBY ELETTRICHE

Stefano Sansonetti per La Notizia (www.lanotiziagiornale.it)

La proposta è a dir poco elettrica. E rischia di far prendere una bella scossa se non viene maneggiata con cura. Il fatto è che il governo guidato da Matteo Renzi è già un bel po' in ritardo nell'onorare una delle tante promesse fatte con toni roboanti poco dopo il suo insediamento. Parliamo del taglio del 10% delle bollette elettriche, con un alleggerimento di circa 1,4 miliardi di euro l'anno soprattutto per le piccole e medie imprese. E qui spunta l'ipotesi ad "alta tensione".

Sembra infatti che dalle parti del ministero dello sviluppo, guidato dalla "confindustriale" Federica Guidi, si stia facendo strada l'ipotesi di finanziare questo taglio con un ricorso al debito, ossia attraverso un'emissione obbligazionaria che potrebbe essere effettuata dalla Cassa Depositi e Prestiti. Insomma, un marchingegno finanziario che la dice lunga sulla delicatezza della questione e fa intuire sullo sfondo il lavorio delle lobby.

Il progetto
Il piano di sviluppo del taglio è in mano al ministro Guidi e al suo consigliere per l'energia, Carlo Stagnaro, che in queste settimane hanno dovuto ricevere un po' tutti i protagonisti della scena per raccoglierne suggerimenti e lamentele. Il dato certo è che si vuole garantire una diminuzione del costo della bolletta del 10% per un valore di circa 1,4 miliardi.

Già, ma come procedere? E in quali tempi? Nessuno al ministero si nasconde che l'appuntamento con le elezioni europee è una variabile di non poco conto. Il meccanismo punta a operare il taglio, tra le altre cose, sulla componente della bolletta elettrica che finanzia le imprese del settore delle energie rinnovabili.

Le quali, evidentemente, vedono come fumo negli occhi tutta l'operazione. Insomma, al ministero hanno deciso di aspettare lo svolgimento delle europee e di rimandare tutto a giugno, anche per non inimicarsi un settore proprio in prossimità delle elezioni. Detto questo, ci sono contrasti anche sul modus operandi. Allo Sviluppo Economico c'è chi crede che si debba procedere con un taglio, puro e semplice, con buona pace delle rivendicazioni delle imprese del comparto rinnovabili. Il resto degli incentivi al settore verrebbe spalmato su 28 anni (un po' di più della durata ventennale delle attuali agevolazioni).

L'alternativa
Ma c'è anche chi crede che questo taglio da 1,4 miliardi possa essere finanziato con un'emissione obbligazionaria che avrebbe lo scopo di spostare soltanto più in là nel tempo l'erogazione delle risorse al settore delle rinnovabili. E chi dovrebbe emettere questi bond? Le ipotesi si vanno concentrando sulla Cassa Depositi e Prestiti, società controllata all'80% del Tesoro e per il resto dalle fondazioni bancarie, che ha il "pregio" di essere fuori dal perimetro del debito pubblico. Insomma, una sua emissione non contribuirebbe ad alimentare ulteriore debito.

In alternativa, almeno così filtra, il bond potrebbe essere emesso da Terna. In realtà lo schema segue piuttosto fedelmente un piano a cui aveva lavorato l'ex ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, poi trasferito nelle mani del successore, Flavio Zanonato, e dell'allora capo del Dipartimento energia del ministero, Leonardo Senni. All'epoca si era pensato di far emettere il bond al Gse, il Gestore dei servizi energetici controllato dal ministero del Tesoro. Ma a quanto pare l'idea naufragò contro lo scoglio della Ragioneria generale dello Stato, che puntò l'indice proprio sulla creazione di nuovo debito.

Nello schema di allora, peraltro, le emissioni obbligazionarie avrebbero dovuto prevedere una durata di 18-20 anni e un rendimento pari a quello dei titoli di Stato di pari durata. E così configurate, si sosteneva, avrebbero potuto suscitare l'interesse di istituzioni finanziarie, investitori istituzionali e degli stessi cittadini.

Lo scontro
Adesso lo schema si ripropone, con sullo sfondo uno scontro di non poco conto. Da una parte la "lobby elettrica" dei grandi operatori come Enel, Acea, Edison e via dicendo, che certo non guardano con ostilità a questo piano messo in cantiere dallo Sviluppo Economico. Dall'altra il mondo delle rinnovabili, che è già ampiamente in fibrillazione.

Tra l'altro fonti vicine al progetto ministeriale stanno facendo notare che se proprio si volesse operare un taglio dei costi si potrebbe agire anche sui 300 milioni di investimenti pubblici programmati da Terna per lo sviluppo delle batterie, ovvero degli accumulatori dei surplus di energia prodotta da impianti rinnovabili. Per questo obiettivo è stata anche creata una società ad hoc, Terna Storage srl. Ma l'iniziativa è sempre stata vista come un'invasione di campo da operatori come l'Enel, che contestano l'eventuale accesso di Terna al settore della produzione che in realtà le sarebbe precluso.

 

 

MATTEO RENZI E PIERCARLO PADOAN PADOAN FIDUCIA AL GOVERNO RENZI IN SENATO FOTO LAPRESSE Franco Bassanini e Linda Lanzillotta Giovanni Gorno Tempini Benedetta Lignani Marchesan Gustavo Pacifico Flavio Zanonato

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!

roberto tomasi – andrea valeri blackstone – gianluca ricci macquarie – scannapieco – salvini autostrade

DAGOREPORT - DUE VISIONI CONTRAPPOSTE SUL FUTURO DI AUTOSTRADE PER L’ITALIA (ASPI) SI SONO CONFRONTATE AL CDA DI QUESTA MATTINA. DA UNA PARTE CDP (51%), DALL’ALTRA I FONDI BLACKSTONE (24,5%) E MACQUARIE (24,5%). IN BALLO, UN PIANO CHE HA COME PRIORITÀ LA MESSA IN SICUREZZA DELLA RETE AUTOSTRADALE. ALLA RICHIESTA DEI DUE FONDI DI VARARE UN SOSTANZIOSO AUMENTO DELLE TARIFFE, CHE PORTEREBBERO A UNA IMPENNATA DEI PREZZI SU OGNI GENERE DI MERCI E UN TRACOLLO DI CONSENSO PER IL GOVERNO MELONI, OGGI IN CDA CDP HA RISPOSTO CON UN CALCIONE DECIDENDO CHE NON SARANNO PIÙ DISTRIBUITI DIVIDENDI PARI AL 100% DELL’UTILE: PER L'ESERCIO 2024 SI LIMITERANNO AL 60% - CHE FINE FARA' IL CEO ROBERTO TOMASI?