1. QUELLA CHE ERA FINORA SOLO UN’IPOTESI GIORNALISTICA, L’ALTERNATIVA SECCA TRA L’APPROVAZIONE RAPIDA DELLE RIFORME E IL RICORSO ANTICIPATO ALLE URNE, È DIVENTATA UNA POSIZIONE ESPLICITA DI RENZI: “IN PARLAMENTO C’È UNA MAGGIORANZA PER IL MATTARELLUM, CHE POTREBBE ESSERE APPROVATO IN UN MESE PER POI ANDARE AL VOTO”, POST DI ROBERTO GIACHETTI CHE INTERPRETA DA SEMPRE GLI UMORI DEI RENZIANI DURI E PURI 2. E, SICCOME IL POTERE DI SCIOGLIMENTO COMPETE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, VUOL DIRE CHE RE GIORGIO HA DATO IL SUO ASSENSO, MAGARI INDIRETTAMENTE, AL VOTO PRAECOX 3. NAPOLITANO HA RICORDATO CHE SONO STATE LE CAMERE A LARGA MAGGIORANZA A CHIEDERE LE RIFORME ISTITUZIONALI. DUNQUE: SE ORA NON SONO IN GRADO DI REALIZZARLE, SONO LE CAMERE A DOVER ESSERE SOSTITUITE, NON IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 4. LA MINACCIA DELLE URNE FA INFURIARE LE MINORANZE DEL PD ALLA CAMERA E AL SENATO. IL BERSANIANO D’ATTORRE: ’MINACCIARE ELEZIONI SE NON PASSANO LE RIFORME È DA TAFAZZI”

1. RENZI PRONTO AD ANDARE AL VOTO

Carlo Bertini per “La Stampa

 

RENZI NAPOLITANORENZI NAPOLITANO

…. Ma c’è di più: con una mossa che servirebbe a dare uno shock, una volta preso atto che la riforma costituzionale dovesse essere rinviata a fine agosto, verrebbe incardinata subito nel frattempo a Palazzo Madama la legge elettorale per dare più corpo e sostanza alla minaccia del voto anticipato. E non va sottovalutata l’uscita «in Parlamento c’è una maggioranza per il Mattarellum, che potrebbe essere approvato in un mese per poi andare al voto», postata su facebook da Roberto Giachetti, che interpreta sempre gli umori dei renziani duri e puri.
 

La minaccia delle urne, che resta dunque alta, fa infuriare le minoranze del Pd alla Camera e al Senato, «così si complicano solo le cose», dicono i bersaniani, «Renzi raccolga piuttosto l’invito di Napolitano a cambiare l’Italicum».

 

2. LE URNE DI NAPOLITANO

Da “Il Foglio

 

RENZI E NAPOLITANORENZI E NAPOLITANO

Quella che era finora solo un’ipotesi giornalistica, l’alternativa secca tra l’approvazione in tempi ragionevoli delle riforme concordate tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi e il ricorso anticipato alle urne, è diventata una posizione esplicita del presidente del Consiglio. Questo dovrebbe significare che, siccome il potere di scioglimento compete al presidente della Repubblica, Napolitano ha dato il suo assenso, magari in forma indiretta, a questo percorso, altrimenti Renzi, se non è uno spregiudicato giocatore d’azzardo, non si sarebbe avventurato a mettere le cose in questo modo.

 

D’altra parte leggendo controluce le esternazioni di Giorgio Napolitano durante la Cerimonia del ventaglio, si poteva intuire che l’anziano presidente non ha intenzione di cedere alle manovre dilatorie sulle riforme istituzionali. Una sua risposta un po’ sibillina, in cui ammoniva a non avventurarsi in un pronostico sulla data delle sue dimissioni, probabilmente conteneva una risposta indiretta a chi punta a spingerlo, dopo aver provocato il fallimento del percorso riformatore, a gettare la spugna lasciando al suo successore la responsabilità eventualmente di sciogliere le Camere.

MATTEO RENZI ROBERTO GIACHETTI FOTO LAPRESSE MATTEO RENZI ROBERTO GIACHETTI FOTO LAPRESSE

 

Napolitano ha ricordato che sono state le Camere a larga maggioranza a chiedere le riforme istituzionali, il che induce a pensare che se non sono in grado di dare seguito concretamente a questo proposito sono le Camere a dover essere sostituite, non il presidente della Repubblica.

 

Il tono di questa conversazione pre-feriale, che tradizionalmente ha un segno leggero e quasi frivolo, questa volta è apparso invece impegnativo e determinato. Napolitano non ne può più dei sabotatori che si ammantano di una falsa difesa delle istituzioni da inesistenti pericoli autoritari, e lo ha detto chiaro e tondo lanciando un messaggio inequivocabile soprattutto ai seguaci di Vannino Chiti, che si è assunto questo ruolo con tutta l’animosità che contraddistingue le risse tra toscani. Renzi ha colto la palla al balzo e ha reso esplicito quel che nel discorso di Napolitano, naturalmente, poteva essere solo adombrato.

 

berlusconi renziberlusconi renzi

Ora è chiaro per l’opposizione interna al Partito democratico, chiusa nella tenaglia di Renzi e Napolitano, che se continua la sua azione di sabotaggio la pagherà nella composizione delle liste elettorali, che saranno compilate comunque dal segretario del partito, il che li porterà a dover scegliere tra l’irrilevanza all’interno del partito o la trasmigrazione in una irrilevante formazione ultraminoritaria. Il fatto che si faccia chiarezza sulle alternative presenti è comunque utile, per mettere ciascuno di fronte alle proprie responsabilità, e non solo nel Pd. Anche per l’area moderata potrebbe essere squillata la campanella dell’ultimo giro prima delle elezioni.


3. D’ATTORRE: ANDARE ALLE URNE? MATTEO NON SPAVENTA NEMMENO I BAMBINI

G.C. per “La Repubblica

 

NAPOLITANO VENTAGLIONAPOLITANO VENTAGLIO

‘’Minacciare elezioni se non passano le riforme è da Tafazzi...». Alfredo D’Attorre, dem della corrente Area riformista, critica gli aut aut sulle riforme.
 

D’Attorre, fa bene Renzi a minacciare elezioni se continua lo stallo sulla riforma del Senato?
«A Renzi non l’ho sentito dire personalmente. Però esponenti vicini a Renzi come Roberto Giachetti, che è vice presidente della Camera, e Matteo Orfini presidente del partito, hanno agitato lo spauracchio. Ma la minaccia di elezioni anticipate non spaventa nessuno, anche un bambino sa riconoscere una pistola ad acqua...».
 

Vannino Chiti Vannino Chiti

Perché ritiene lo spauracchio delle urne un’arma spuntata?
«Andare al voto con il Consultellum, la legge elettorale uscita dalla sentenza della Consulta, non va bene né per il paese, né per il Pd, né per Renzi. Noi Democratici saremmo i più danneggiati da un voto anticipato con il proporzionale puro, con una preferenza singola e con circoscrizioni di ampiezza regionale».


Molti “distinguo”e avvertimenti sono anche un modo per mettere in discussione la leadership di Renzi nel Pd?
«A destabilizzare la leadership di Renzi sono coloro che minacciano
elezioni anticipate perché trasmettono un’idea di insicurezza e instabilità. Immaginiamo quale sarebbe lo scenario nel caso di elezioni anticipate in autunno: non avremmo la legge di stabilità, il paese andrebbe in esercizio provvisorio ci ritroveremmo con la Troika che commissaria l’Italia e senza gli 80 euro in busta paga nel 2015».
 

alfredo d'attorrealfredo d'attorre

Però occorre superare la palude in cui 8 mila emendamenti stanno spingendo la riforma?
«Ma così si rischia di esacerbare gli animi ulteriormente. Proverei a seguire l’indicazione che ci è venuta da Napolitano, e cioè procedere sulla strada delle riforme e rivedere la nuova legge elettorale ».
 

matteo orfinimatteo orfini

Importante approvare la riforma in prima lettura prima dell’estate?
«Se possibile sì, abbiamo necessità che il Pd e i gruppi parlamentari inizino a discutere di economia, di lavoro e della legge di stabilità, tema cruciale a settembre ».
 

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