matteo renzi salvini

RENZI-SALVINI FATTI A MAGLIE - ERO CONTRARIA ALL'IDEA DI UN CONFRONTO TRA UNO CHE HA PIÙ DEL 30% E UNO CHE SI ARRAMPICA AL 5. INVECE AVEVA RAGIONE SALVINI, ANCHE GRAZIE ALLA MANOVRA FINANZIARIA PIÙ IMPOPOLARE DEL WEST. TASSE & MANETTE, PAROLA D'ORDINE 'EVASIONE' INVECE CHE SVILUPPO, BALLE CLAMOROSE SUL 'NERO', ECOLOGIA DA STRAPAZZO E UNA BELLA STANGATA SUL DIESEL. DAVANTI A UNA ROBA COSÌ MISERABILE, PERFINO RENZI È STATO COSTRETTO A…

Lettera di Maria Giovanna Maglie a Dagospia

 

Caro Dago,

Ero contraria all'idea di un confronto tra Matteo Renzi e Matteo Salvini in TV, perché pensavo che non ha senso che  uno che ha più del 30% abbondantissimo si incontri con uno che si arrampica al 5, e il cui partito neo costituito viene vissuto come un'operazione di Palazzo da tutti. Mi dicevo che a rapporti di forza rovesciati il Matteo toscano non avrebbe mai accettato un confronto. Sostenevo che quello dei due in sofferenza di numeri e pure di argomenti, visti i fallimenti di quando ha governato, referendum napoleonico compreso, per compensare l'handicap avrebbe fatto il fenomeno agitandosi e magari insultando. Tutto rivelatosi vero.

SALVINI VESPA E RENZI

 

Eppure aveva ragione lui, Salvini, e avevano ragione i suoi consiglieri di comunicazione, che sono i migliori che si possano trovare sul mercato, perché proprio come in una serata altrettanto sgangherata, quella dalla d'Urso, la faccia, la voce, le espressioni mimiche, I movimenti del corpo e gli inevitabili cartelli con i numeri che Salvini ha proposto ieri sera non sono stati solo utili, sono stati  utilissimi, una straordinaria contaminazione che fotografa una volta di più chi sta con gli italiani e chi sta con se stesso.

 

Alla fine, il leader della Lega ha pure comunicato di essere pronto al prossimo confronto, quando vuole e dove vuole, con Giuseppi, cioè con uno che di voti proprio non ne ha e che senza voti fa per due volte il premier, in perfetto stile Fregoli. Popcorn e posti in prima fila.

 

Maglie

Certo, ha aiutato Salvini la concomitanza del dibattito con la manovra finanziaria più impopolare della storia del west. Tasse e manette, parola d'ordine 'evasione' invece che 'sviluppo', controllo poliziesco sul contante, balle clamorose sul "nero", abbattimento sul campo della flat tax esemplificata per le piccole partite IVA messe nel mirino, ecologia da strapazzo, e una bella stangata sul diesel come quella che ha fatto nascere i gilet gialli in Francia.

 

Una roba così miserabile, che puzza così tanto di stagnazione e recessione, e pure in deficit, da costringere Renzi, che si sente il padrino di questo governo, a prenderne le distanze in sprezzo di qualunque contraddizione. Di fatto il rappresentante del nuovo, nato a suo dire  per fermare la destra eversiva e dell'odio, ogni volta che ha parlato del nuovo, lo ha dovuto criticare. E il contante, e la Raggi... 

LO SCONTRO SALVINI RENZI

 

Di fronte a questa Caporetto l'evocazione del tentativo del governo passato di sfidare le regole più inique europee, di tornare a testa alta, di provare a esemplificare almeno un po' la vita quotidiana degli italiani, ricordato da Salvini, sembrava non solo una agenda politica, sembrava anche pietas nobilissima perché la condizione di molti richiede pietas oggi. È quella la differenza tra un partito di popolo e il partito della ZTL o dei banchieri.

 

E l'evocazione della scelta di chiudere l'esperienza, rinunciando ai posti di governo, una volta appurato che non si andava più avanti in quel processo – invece del colpo di sole al Papeete o della tracotanza o del suicidio perfetto descritto tante volte negli ultimi due mesi – sembrava una scelta obbligata e necessaria per chi non voglia tirare a campare sulla pelle degli italiani.

 

I presunti sgarbi all'Unione Europea, le richieste sugli sbarchi dei clandestini, il non voto a Ursula Von der Leyen, fatti passare per un dannoso irrigidimento che il nuovo governo avrebbe sanato?

 

LO SCONTRO SALVINI RENZI

Com'è che ha detto Renzi ieri sera con  sussiego da grande tessitore? 

"Io non volevo fare l'accordo con 5 stelle ma siccome che c’era di mezzo l'interesse del Paese, allora lo abbiamo fatto. Per tre motivi: il primo abbassare lo spread, secondo non aumentare l'Iva e terzo per tornare protagonisti in Europa. Non si fa la guerra a Francia e Germania per un like in piu'".

 

Non per un like in più. Ci hanno preso a pesci in faccia a Malta, il capo della polizia deve ammettere che il 10% degli stranieri commette un reato su 3, la signora ministro dell'Interno fa appelli con la lacrimuccia all'Europa sorda,  l'hotspot di Lampedusa è al collasso e sbarcano gloriosamente a Taranto le navi delle ong; sul deficit il solito ricatto perché vogliono l'Italia come la Grecia, e in più litigano furibondamente e non riescono a completare le nomine della Commissione.

 

LA SFIDA A PORTA A PORTA SALVINI RENZI

Ah, dimenticavo, a Erdogan gli immigrati l'Europa li ha comprati a peso d'oro, a botte di miliardi di euro, roba da risanare un pezzo d'Africa, e ora se lo critichi, minaccia di scaricarceli tutti addosso. Al cattivone Putin invece embargo e sanzioni, e sopraccigli sollevati, gomitate allusive sul perché la Lega fosse invece dell'idea di togliere quelle sanzioni. Peccato che mentre noi al sultano Erdogan continuiamo a vendere armi stracciandoci contemporaneamente le vesti per le sorti del popolo curdo, l'unico che stia difendendo i curdi, mandando ad Ankara dei segnali molto chiari e minacciosi, sia proprio il cattivone di Mosca. 

 

Chi aveva ragione?

RENZI E LA SFIDA A PORTA A PORTA CON SALVINI

La verità? Idee per il futuro zero, e per il passato, di Renzi ricordiamo una riforma costituzionale per fortuna fallita che avrebbe eliminato qualunque camera di compensazione, e probabilmente dato il potere assoluto ai 5 stelle, una riforma del lavoro mediocre, un esercito di nuovi asfittici insegnanti pubblici, una mancia di €80 e un canone RAI odiato da pagare in bolletta.

 

Alla fine nel confronto tv di ieri era Salvini soltanto a parlare di futuro anche se sta all'opposizione e all'altro non è rimasto che l'insulto personale, il mojito, il papeete, i 49 milioni, i 65 milioni, tutte miserabili accusette personali non dimostrate e non dimostrabili, una roba che assomiglia al Russiagate ed all' impeachment eterno e mai realizzato di Trump, e alle quali Salvini ha scelto di non rispondere mai né con Banca Etruria, né con la Boschi, né con i genitori di Renzi condannati, né con molti collaboratori  a processo. Nemmeno contestando frasi famose come quella del 2014: Mai al governo senza passare dalle urne, o quella del 2016: Se perdo il referendum lascio la politica.

SALVINI RENZI

 

Su un altro canale TV Rai quasi contemporaneamente davano i risultati dell'ultimo sondaggio. Cito dal Fatto quotidiano:

 

"Il Pd tocca i minimi dall’inizio di settembre. Il M5s per la prima volta va sotto al 20 per cento dalla nascita del governo. Insieme le due principali forze di maggioranza, stanche, sono cadute di oltre 5 punti rispetto al 3 settembre. E dall’altra parte, dopo un periodo di rallentamento, la Lega rilancia il suo primato oltre il 30 per cento e tutta insieme la coalizione del centrodestra è cresciuta di due punti in un mese e mezzo. Sono questi i risultati in sintesi del sondaggio di Ixè per Cartabianca, su Rai3.

 

Un quadro, sottolinea l’istituto diretto da Roberto Weber, che “si rifletterà probabilmente sulle imminenti elezioni regionali“, a partire da quelle in Umbria, l’ultima domenica di ottobre. “I dati trovano conferma nei giudizi sulla manovra economica accolta con molta tiepidezza dall’opinione pubblica – spiegano ancora da Ixè – scontando probabilmente un deficit di radicalità; colpisce che lo scarso entusiasmo contagia sia l’elettorato del Pd che quello del M5s”.

SALVINI E RENZI

 

Perciò non risponderò alla domanda su chi abbia vinto il confronto TV tra Matteo Salvini e Matteo Renzi, non c'è storia tra er cavaliere bianco  e er cavaliere nero.

 

Ultimi Dagoreport

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO… 

picierno bonaccini nardella decaro gori zingaretti pina stefano dario antonio giorgio nicola elly schlein

DAGOREPORT - A CONVINCERE GLI EUROPARLAMENTARI PD A NON VOTARE IN MASSA A FAVORE DEL PIANO “REARM EUROPE”, METTENDO COSI' IN MINORANZA ELLY SCHLEIN (E COSTRINGERLA ALLE DIMISSIONI) È STATO UN CALCOLO POLITICO: IL 25 MAGGIO SI VOTA IN CINQUE REGIONI CHIAVE (CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA, TOSCANA E VENETO) E RIBALTARE IL PARTITO ORA SAREBBE STATO L'ENNESIMO SUICIDIO DEM – LA RESA DEI CONTI TRA “BELLICISTI” E “PACIFINTI”, TRA I SINISTR-ELLY E I RIFORMISTI, È SOLO RINVIATA (D'ALTRONDE CON QUESTA SEGRETERIA, IL PD E' IRRILEVANTE, DESTINATO A RESTARE ALL'OPPOSIZIONE PER MOLTI ANNI)