RENZISMO SENZA LIMITISMO: MATTEUCCIO ESPUGNA MODENA ED ENTRA IN CAMPAGNA ELETTORALE: “NEL PD DETTA LINEA CHI PERDE. BASTA”

1. RAPPORTI
Jena per "La Stampa" -
Prima di convocare il congresso del Pd bisogna aspettare il rapporto degli ispettori dell'Onu


2. RENZI ACCOLTO DA STAR A MODENA:
"NEL PD DETTA LA LINEA CHI PERDE"
EPIFANI: "NO A SEGRETARIO-PREMIER"
Massimo Vanni per "La Repubblica"

«Io non voglio più perdere, io non voglio più perdere ». Matteo Renzi lo dice e lo ripete. E dall'arena della festa democratica che contiene 6-7 mila persone partono applausi e grida d'approvazione. Ma vincere con chi? «Il Pd è stato un po' troppo in mano a dirigenti che nei loro territori perdevano anche le elezioni di condominio. E ora vengono a dirci come si fa il Pd? È come se l'Albinoleffe ci spiegasse come si fa ad essere una grande squadra serie A», continua il sindaco di Firenze.

Renzi a Modena tira fuori la sua arma più efficace: la speranza. Il sogno di un Pd e di un'Italia diversa. E quando l'intervistatore Luca Telese torna sulle primarie dell'anno scorso contro Bersani, Il sindaco assicura: «Avrei volentieri evitato di perdere e fare questo secondo tempo. Ho detto che ho perso e non ho fatto niente per tornare alla carica». Per questo però Renzi insiste con la sua richiesta ad Epifani: «Tutti dicono che ho già vinto? Non faccio gestacci, intanto però il congresso non l'hanno convocato, diano la data e la diano adesso».

Senza quelle regole restrittive, Renzi avrebbe vinto le primarie? Dal pubblico si grida ‘sììììi'. Ma lui: «La mia personale opinione che avrei perso lo stesso. Il confronto tv è finito con un abbraccio perché ci si deve liberare della sindrome del nemico. Il Pd con quelle regole però ha sbagliato: se avessimo fatto partecipare tutti Bersani avrebbe vinto le elezioni, perchè non si può mandare via la gente dai seggi. Per me la sinistra è apertura, è innovazione,
non conservazione. Se dovessimo metterla in un luogo fisico la metterei in una frontiera, non in un museo».

Mandali a casa tutti, grida una signora. E Renzi: «Bene, abbiamo trovato la candidata». Ma non si parli più di regole: «A me delle regole mi interessa solo una cosa: che si rispettino. C'è uno statuto che dice che entro il 7 novembre si deve fare il congresso. Un partito che si chiama democratico deve rispettare le regole», incalza di nuovo il sindaco.

Non sarà che molti dirigenti pensano ancora a bloccare Renzi? «Non penso che questi pensino solo a me, altrimenti andrebbero curati. C'è da pensare piuttosto all'occupazione, alla pressione fiscale che pesa sulle nostre teste per 11.000 euro a testa, bambini ed evasori compresi».

Renzi vuole un Pd diverso da quello che c'è: «Sogno un Pd che non ha paura di prendersi i voti dei 5 stelle, che va a prendersi i voti dall'altra parte. Con chi ha votato Berlusconi un partito non può permettersi di avere la puzza sotto il naso, perchè poi al governo c'è Alfano. E io preferisco prendere quei voti lì anziché avere il voto di Brunetta».
Ma tutti i dirigenti che ora si schierano con Renzi?

«Bianco, Orlando, Fioroni... «. E lui: «No Fioroni no, ha detto che ci pensa». Eppoi: «Sapete contro chi sto combattendo? Contro chi pensa che questo Paese non ha un futuro. E pensare che il destino del Pd dipenda da cosa fa Fioroni al congresso lo trovo umiliante». Ma se qualcuno chiede cosa farà Renzi con i vecchi dirigenti, da leader del Pd, può averne un'idea: «Sono diventato sindaco contro l'opinione dei dirigenti: dissi che volevo facce nuove, non ci credeva nessuno. E quando sono diventato sindaco ho preso i vecchi assessori e gli ho mandati tutti a casa».

Non si parli però di rottamazione: «Oggi c'è da rottamare la rassegnazione», dice Renzi. Però quella battaglia era sacrosanta: «Abbiamo contestato Massimo D'Alema, e non era facile: ma l'ho fatto perché una generazione ha già dato quello che doveva dare. La Spd ha cambiato i suoi uomini. Noi solo il nome», aggiunge.

Quella della rottamazione era una battaglia da fare, avverte il sindaco: «Ma oggi è cambiato il mondo. E oggi c'è alla guida del Paese Pd e Pdl insieme. E mi viene da ridere. Mi viene in mente Benigni, quando disse che gli elettori del Pd non possono neppure esultare se Berlusconi viene condannato perché stanno al governo insieme».

Per tornare a vincere però si deve cambiare il Pd: «Siamo il terzo partito tra gli imprenditori, i disoccupati, gli operai. Che partito è il Pd che non riesce a recuperare il voto di chi non è garantito?» Rischio elezioni dietro l'angolo? Renzi continua a non crederci: «Io penso che a votare non c andiamo»

Alle 18.30 aveva parlato anche Fabrizio Barca. Davanti ad una platea di 5-600 persone. Ha ribadito che la sua idea di partito non prevede la sovrapposizione di segretario e premier. La separazione dei due ruoli è essenziale per garantire autonomia al partito. Un partito, dice Barca evocando Renzi, che non può essere solo un comitato elettorale, ma un soggetto organizzatore della società.

 

 

MATTEO RENZI ALLA FESTA DEL PD DI MODENA MATTEO RENZI ALLA FESTA DEL PD DI MODENA MATTEO RENZI ALLA FESTA DEL PD DI MODENA MATTEO RENZI ALLA FESTA DEL PD DI MODENA MATTEO RENZI ALLA FESTA DEL PD DI MODENA MATTEO RENZI ALLA FESTA DEL PD DI MODENA MATTEO RENZI ALLA FESTA DEL PD DI MODENA MATTEO RENZI ALLA FESTA DEL PD DI MODENA MATTEO RENZI ALLA FESTA DEL PD DI MODENA MATTEO RENZI ALLA FESTA DEL PD DI MODENA

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