bruno frattasi stefano pontecorvo giorgia meloni

“LA FOTO DEI MANAGER DI STATO È MEGLIO DI UN ABBECEDARIO PER SPIEGARE I SINTOMI DI UNA DEMOCRAZIA ILLIBERALE” – “REPUBBLICA” AZZANNA FRATTASI E PONTECORVO, CHE A PESCARA HANNO MOSTRATO SORRIDENTI LA MAGLIETTA DI PARTITO DI FDI: “QUELL'IMMAGINE RESTITUISCE LA DEBOLEZZA DI UNA CLASSE DIRIGENTE CHE SCAMBIA L’INVESTITURA RICEVUTA PER UNA FORMA DI VASSALLAGGIO. ANCHE A PRENDERE LA LORO DISPONIBILITÀ ALLO SCATTO PER UN ATTO DI MALINTESA CORTESIA, LE CONCLUSIONI SONO PERSINO PIÙ INQUIETANTI…”

Estratto dell’articolo di Stefano Cappellini per “la Repubblica”

 

BRUNO FRATTASI - ISABELLA RAUTI - GUIDO CROSETTO - GIULIO TREMONTI - STEFANO PONTECORVO - CONFERENZA DI FDI A PESCARA

La foto di Pescara, con i manager di Stato trasformati in testimonial di Giorgia Meloni, è meglio di un abbecedario per spiegare quali sono i sintomi di una democrazia illiberale.

 

Cos’è la democrazia illiberale? È quella democrazia che conserva i rituali formali, in primo luogo le elezioni, e al contempo perde la sostanza. Si svuota di quei meccanismi che regolano la distinzione dei ruoli, la terzietà delle istituzioni e la separazione dei poteri.

 

È una democrazia menomata dove chi vince le elezioni si ritiene naturalmente proprietario dello Stato e di tutto ciò che lo Stato partecipa o il governo controlla, come appunto le aziende pubbliche o le agenzie nazionali. […]

 

meloni orban

Negli ultimi mesi si sono moltiplicati i casi di ingerenza, invasione e interdizione, in diverse direzioni. […] Ma la foto di Pescara restituisce anche la debolezza di una classe dirigente, quella di nomina politica, che scambia l’investitura ricevuta per una forma di vassallaggio che incorpora dunque l’omaggio al feudatario.

 

Il problema è duplice: da una parte un partito di governo che ritiene naturale trasformare in cartelloni pubblicitari due importanti boiardi mettendo loro in mano una maglietta con lo slogan elettorale di FdI; dall’altra i due dirigenti - Stefano Pontecorvo, presidente di Leonardo, la più grande azienda italiana insieme a Eni, e l’ex prefetto Bruno Frattasi, capo dell’Agenzia per la Cybersicurezza, la cui importanza non ha bisogno di essere spiegate – che la ostendono sorridenti e compiaciuti a favore di obiettivo.

 

STEFANO PONTECORVO ALLA CONFERENZA PROGRAMMATICA DI FRATELLI D ITALIA A PESCARA

Se il gesto voleva rappresentare una adesione militante alla campagna elettorale meloniana, la gravità e il danno ai rispettivi incarichi sono evidenti. Ma anche a prendere la loro disponibilità allo scatto per altra cosa, un atto di malintesa cortesia davanti a una richiesta dei padroni di casa, le conclusioni sono persino più inquietanti: se non si sentono in grado nemmeno di declinare in pubblico una proposta irricevibile, cioè l’arruolamento coatto in una foto di propaganda, c’è da dubitare su quale possa essere il loro grado di autonomia di fronte alla telefonata proveniente da un ministro o da Palazzo Chigi.

 

il discorso di giorgia meloni a pescara 4

Fratelli d’Italia è un partito dichiaratamente sovranista che […] insegue e alimenta questa confusione tra partito e governo, partito e Stato, partito e aziende pubbliche. All’ultima assemblea dei dirigenti di Leonardo, il giorno dopo la presentazione del piano industriale da parte dell’ad Roberto Cingolani, il ministro del Tesoro Giancarlo Giorgetti ha mandato un composto videomessaggio, quello della Difesa Guido Crosetto si è invece presentato di persona e ha tenuto un discorso.

 

A un certo punto ha pronunciato una frase che faceva così: dicevano che io fossi in conflitto di interesse con l’azienda, io invece sono in conflitto di interessi con voi, perché vi conosco tutti e so quando dite la verità e quando no.

BRUNO FRATTASI E STEFANO PONTECORVO CON LA MAGLIETTA DI FRATELLI D'ITALIA A PESCARA

 

Dietro l’ironia, un’altra rappresentazione plastica di un rapporto non proprio equilibrato tra un ministro e un’azienda quotata che ha tra i suoi clienti anche il governo. Un mese dopo quell’assemblea, il presidente di Leonardo è sul palco di Pescara, insieme a Crosetto, a esibire lo slogan che accompagna la corsa di Meloni a Strasburgo: «L’Italia cambia l’Europa». Se questo è il cambiamento, si può solo sperare che l’Europa resista.

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