
"LIBERO": BENVENUTI ALLA “REPUBBLICA” DELLE BANANE - IL QUOTIDIANO DI DE BENEDETTI SI SCOPRE GARANTISTA ORA CHE A FINIRE IN MANETTE SONO QUELLI DEL PD. CHE SARA’ MAI, IN FONDO, UNA TURBATIVA D’ASTA? ERA PROPRIO NECESSARIO ARRESTARE UGGETTI? COME SI PERMETTONO QUESTE TOGHE DI LODI?
Mario Giordano per “Libero Quotidiano”
Ma come mai le «manette a tutti i costi»? All' improvviso anche Repubblica, il quotidiano delle forche, si scopre garantista. E si chiede: come mai il sindaco Pd di Lodi è finito in cella? L' arresto non sarà un po' troppo? Non bastava un buffetto sulla guancia, una rampogna della zia, magari una confessione dal prevosto?
Da dove nasce tutta 'sta severità? Non si poteva essere un po' più dolci, carini, magari invitarlo a un party in Procura e poi dargli ripetizioni di come si gestisce un Comune? Era necessario fare tutto 'sto casino?
Se questa è la linea di Repubblica, ovviamente, la politica si adegua in fretta: il consigliere laico del Pd Giuseppe Fanfani, messo lì da Renzi, guarda caso, ha immediatamente chiesto al Csm, organo di autogoverno dei giudici, di intervenire su quei magistrati così feroci.
Il loro comportamento nei confronti del sindaco Pd di Lodi è «ingiustificato e comunque eccessivo», non basato su dati di fatto ma «forse figlio di un clima di tensione che non fa bene alla giurisdizione né ai rapporti interistituzionali».
Pofferbacco, avete capito che disgraziate 'ste toghe lodigiane? Hanno ammazzato pure i rapporti interistituzionali. Peggio di Maramaldo. Eppure è così: da quando Simone Uggetti, sindaco di Lodi e braccio destro del potente vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini, è stato arrestato, è tutto un susseguirsi di preoccupazioni, una corsa a minimizzare.
«Ma che avrà fatto?». «Per due piscine estive?». «Ma sì, in fondo era un appaltuccio». «Poca roba». «Cifre basse». «E poi che gli contestano? La turbativa d' asta? Si può finire al gabbio per turbativa d' asta?». Repubblica arriva perfino a teorizzare una novità giuridica assoluta: l'«attenuante municipalizzata».
Cioè il reato è meno grave se viene commesso non «per arricchire imprenditori privati» ma «per favorire una società municipalizzata». Meraviglioso, no? La prossima volta che vi viene in mente di andare a rubare dite che lo state facendo per l' Atac o per la Centrale del Latte. Avrete l' impunità assicurata.
Ora è piuttosto sorprendente che quelli che per anni hanno denunciato come atti gravissimi tutti gli spifferi che uscivano dalle porte di una pubblica amministrazione, quelli per cui una telefonata a un poliziotto di una questura, per dire, era un atto di concussione di gravità assoluta, all' improvviso scoprano che ritagliare un bando di gara su misura degli amichetti del quartierino lodigiano sia invece un esempio di trasparenza e di buona amministrazione.
Come se fosse normale che un sindaco possa comportarsi così: fottersene allegramente delle regole, calpestare i funzionari del Comune e assegnare gli appalti come gli pare e piace. Per fare gli interessi suoi, ovviamente, mica quelli dei cittadini.
Ecco: sminuire l' oggetto dell' inchiesta è non avere capito che il marcio dell' Italia sta proprio lì, nell' abitudine di chi viene eletto di fottersene delle regole e del bene collettivo, usando le strutture pubbliche come fossero gli scendiletto del proprio potere personale.
LA PRIMA PAGINA DI REPUBBLICA CON VERDONE CHE 'SPUNTA' A PANAMA
Saranno soltanto due piscine estive, forse, ma nel modo di gestire quelle due piscine estive (se i processi confermeranno le accuse) c' è tutto un sistema prepotente e devastante, quello cioè che tende a favorire cricche, camarille e altre consorterie a danno del Paese, che è la rovina dell' Italia.
Un sistema, per altro, che non può essere minimizzato senza andare a mettere ulteriormente a repentaglio la fiducia che i cittadini hanno nelle istituzioni. Certo: saranno i processi a verificare se le accuse al sindaco di Lodi possono essere provate o no, se sono sufficienti per una condanna o meno.
In questo sì, bisogna essere garantisti. Ma non si è garantisti, alla moda di Repubblica o di Fanfani del Csm, dicendo che in fondo la turbativa d' asta è una cosuccia, che violare le regole per favorire le municipalizzate è una roba quasi da premiare e che, per tutto ciò, le manette sono eccessive.
mario calabresi eugenio scalfari
Anche perché, a volerla dire tutta, tante volte abbiamo visto mettere le manette in modo ingiustificato, quando non c' erano rischi di fuga né di inquinamento di prove, e nessuno degli scandalizzati di oggi ha aperto bocca. Anzi: applaudivano festanti.
Ora: qualcuno ha letto gli atti dell' inchiesta di Lodi? Non è forse vero che il sindaco, quando viene a sapere dell' indagine, cerca di ogni modo di far scomparire le tracce della sua malefatta? Non è lui che forza i tecnici del Comune per formattare il Pc? Per togliere le impronte del suo reato? E non è questo, cioè l' inquinamento delle prove, uno dei pochi motivi validi per giustificare la carcerazione preventiva?
E allora com' è possibile che chi per anni ha accettato le peggiori scorribande della magistratura senza alzare un dito, chi ha accettato la carcerazione preventiva come metodo d' indagine, chi ha chiuso gli occhi sui peggiori abusi delle toghe, ora s' indigni perché un sindaco colto con le mani nella formattazione finisce in manette?
Acciderbolina, quanti animi sensibili spuntano fuori d' improvviso. Peccato che funzionino un po' come gli addobbi di Natale: con tante palle, e sempre a intermittenza.