elia mazzoncini moretti renzi

RIBALTONE IN FERROVIE DELLO STATO - L’AD ELIA AL CAPOLINEA: PAGA LO SCONTRO CON IL PRESIDENTE MESSORI (IN USCITA ANCHE LUI) - ARRIVA IL PUPILLO DI RENZI, MAZZONCINI, L’UOMO CHE TRATTO’ PER LE FS CON L’ALLORA SINDACO DI FIRENZE L’ACQUISTO DELL’AZIENDA TRANVIARIA FIORENTINA (SARA' FELICE MORETTI....)

ELIAELIA

Giorgio Meletti per il “Fatto Quotidiano”

 

A un anno e mezzo dalla nomina alla guida delle Fs la corsa di Michele Elia è arrivata al capolinea. Dopo mesi di voci insistenti sul malumore di Matteo Renzi, il premier ha esplicitato la sua bocciatura in un teso vertice a Palazzo Chigi con l' amministratore delegato e con il presidente Marcello Messori, alla presenza dell' azionista di Fs, il ministro dell' Economia Pier Carlo Padoan.
 

Elia paga soprattutto lo scontro irriducibile con Messori, che pare destinato a seguirlo nella caduta. Nei prossimi giorni sono attese le dimissioni di entrambi. Scatta l' ora di Renato Mazzoncini, 46 anni, amministratore delegato di Busitalia, la controllata di Fs per il trasporto su gomma, cioè gli autobus. Il curriculum di Mazzoncini è impreziosito da una gemma impagabile secondo i parametri dell' Italia renziana.

 

Fu lui, nel 2012-appena chiamato alle Fs dall' allora numero uno Mauro Moretti - a fare con l' allora sindaco di Firenze l' accordo per la cosiddetta privatizzazione dell' Ataf, l' azienda tranviaria fiorentina, venduta da un comune allo Stato. L' operazione fu seguita, per il comune di Firenze, dall' allora avvocato Maria Elena Boschi. Mazzoncini è tuttora presidente dell' Ataf.
 

MAZZONCINIMAZZONCINI

Renzi avrebbe voluto puntare sul suo pupillo già nella primavera del 2014, quando appena insediatosi a Palazzo Chigi gestì una nutrita tornata di nomine. Moretti, traslocato al vertice di Finmeccanica, riuscì a imporre la scelta del suo delfino, Elia appunto, che prevalse nella corsa sull' altro fedelissimo del capouscente, l' amministratore delegato di Trenitalia Vincenzo Soprano.
 

Paradossalmente Elia paga la passiva adesione al progetto di privatizzazione delle Fs fortemente voluto da Renzi. Uno dei primi annunci del governo fu la privatizzazione di Fs da realizzarsi a passo di carica entro il2014 sullo stesso modello di quella delle Poste: collocamento in Borsa del 40 per cento delle azioni per portare a casa circa 4 miliardi sull' unghia.

 

RENATO MAZZONCINI CON NARDELLARENATO MAZZONCINI CON NARDELLA

Su questo progetto si è messo di traverso Messori, economista di lunga esperienza e buon amico di Padoan, nominato insieme a Elia. Messori, dopo un lungo duello sfociato anche in dissapori personali con Elia, ha messo nero su bianco l'estate scorsa la sua posizione: se prima di procedere alla privatizzazione si fosse messa mano a una profonda ristrutturazione del gruppo,

 

si sarebbero potuti incassare i 4 miliardi con la cessione immediata di alcuni pezzi di patrimonio (per esempio immobili di cui il gruppo ferroviario è ricchissimo), e altri 7 in seguito con la quotazione in Borsa di una società più attrattiva per gli investitori.

 

RENATO MAZZONCINI CON  NARDELLARENATO MAZZONCINI CON NARDELLA

Nella visione di Messori la rete, cioè i binari, sarebbero rimasti in mano pubblica. La mossa del presidente è piaciuta al ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, da tempo in rotta con Renzi.
 

Il partito della privatizzazione "pochi, maledetti e subito" non è stato in grado di reagire. Quando il Fatto pubblicò la dura lettera di Messori sull' argomento, Padoan si limitò a una laconica nota in cui precisava che le scelte sulla privatizzazione spettavano al governo, un' ovvietà priva di significato specifico.
 

L'impasse degli ultimi mesi ha stancato Renzi. Non essendo in grado, o non volendo contrapporre alle argomentate obiezioni di Messori una sua linea, il governo ha scelto la scorciatoia del ribaltone. A innervosire Renzi hanno contribuito anche problemi nella gestione.

 

ELIA MAZZONCINI MORETTI RENZIELIA MAZZONCINI MORETTI RENZI

Soprano, che guida Trenitalia, è in prorogatio e in conflitto con Elia. Nel gruppo ci sono molte nomine da fare dopo una serie di arresti. Nel marzo scorso sono scattate le manette per Francesco Cavallo, presidente della controllata Centostazioni. Recentemente l' arresto è toccato a Dario Lo Bosco, presidente di Rfi. Tutte nomine targate Angelino Alfano.

 

RENATO MAZZONCINIRENATO MAZZONCINI

Ultimi Dagoreport

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - A 53 GIORNI DAL RINNOVO DELLA GOVERNANCE DI GENERALI, A CHE PUNTO È IL RISIKO BANCARIO? NEL SUO SOGNO DI CONQUISTARE IL LEONE DI TRIESTE, EVITANDO PERO' IL LANCIO DI UNA COSTOSISSIMA OPA, PARE CHE NELLA TESTA DI CALTA FRULLI UN PIANO IN DUE TEMPI: INTANTO CONQUISTARE LA MAGGIORANZA NEL CDA DELLA COMPAGNIA, DOPODICHÉ PAPPARSI MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI (SEMPRE CHE NON ARRIVI A PIAZZETTA CUCCIA UN CAVALIERE BIANCO) – ALL’OFFENSIVA DI CALTA, L’ASSO NELLA MANICA DI DONNET SI CHIAMA UNICREDIT. ORCEL AVREBBE PERSO L’ENTUSIASMO PER BPM E SAREBBE BEN FELICE DI PORTARSI A CASA BANCA GENERALI - TANTO PER SURRISCALDARE IL CLIMA GIÀ TOSSICO È ARRIVATA IERI “LA STAMPA” CHE LANCIAVA ‘’L’IPOTESI DEL CONCERTO CALTAGIRONE-MILLERI” (SMENTITA)…

luca richeldi papa francesco bergoglio sergio alfieri

DAGOREPORT - I MEDICI DEL GEMELLI CHE CURANO IL PAPA (SERGIO ALFIERI E LUCA RICHELDI) SONO STATI CHIARI CON FRANCESCO: SE E QUANDO VERRÀ DIMESSO, BERGOGLIO DOVRÀ DIMENTICARE LA VITA MOVIMENTATA CHE HA CONDOTTO FINORA, E DARSI UNA REGOLATA. IL FISICO DEL PONTEFICE 88ENNE È MOLTO PROVATO E NON POTRÀ REGGERE AD ALTRI VIAGGI, OMELIE AL GELO E MARATONE DI INCONTRI CON I FEDELI – IL FUMANTINO CAPO DELLA CHIESA CATTOLICA ACCETTERÀ LA “CAMICIA DI FORZA” DI UNA CONVALESCENZA "PROTETTA" A SANTA MARTA?

angela merkel friedrich merz

DAGOREPORT – IL MURO DI BERLINO NON E' MAI CADUTO: MERZ E MERKEL SONO LE DUE FACCE DI UN PAESE CHE NON HA SANATO LE STORICHE DISEGUAGLIANZA TRA IL RICCO OVEST E IL POVERO EST – FIGLIOCCIO DI SCHAUBLE LUI, COCCA DI KOHL LEI, MERZ E MERKEL SI SFIDARONO NEL 2000 PER LA LEADERSHIP DELLA CDU. MA LA DEFLAGRAZIONE DEI LORO RAPPORTI SI È AVUTA CON LA POLITICA MIGRATORIA DI ANGELONA, FALLIMENTARE AGLI OCCHI DI MERZ (CHE RITENEVA NECESSARIO INTEGRARE I TEDESCHI DELL’EST, PRIMA DI ACCOGLIERE SIRIANI E TURCHI) - SE LA MERKEL L’AVESSE ASCOLTATO, OGGI L’AFD NON SAREBBE AL 20%...

beppe sala elly schlein

DAGOREPORT - TE LO DO IO IL CENTROTAVOLA! - L'IDEONA DI ELLY SCHLEIN PER NEUTRALIZZARE CHI SOGNA LA NASCITA DI UN PARTITO CENTRISTA ALLEATO DEL PD: CREARE LISTE CIVICHE PER LE REGIONALI E, SE FUNZIONANO, RIPROPORLE IN CHIAVE NAZIONALE ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 COL NOME DI "ALLEANZA PER L'ITALIA" - LEADER DEL PROGETTO DOVREBBE ESSERE BEPPE SALA, CHE PERÒ HA PERSO SMALTO (LE INCHIESTE SULL’URBANISTICA MILANESE) - L'ISOLAMENTO DI SCHLEIN NEL PD SUL PIANO DI RIARMO DI URSULA E LA SUA MANCANZA SI CARISMA: I SUOI GIORNI AL NAZARENO SONO CONTATI...

elon musk trump zelensky jd vance

DAGOREPORT – LE SPARATE DI ELON MUSK SONO SOLO UN MODO PER ATTIRARE L’ATTENZIONE E RISPONDERE AL PRESENZIALISMO DI JD VANCE, CHE MR. TESLA CONSIDERA UN “BURINO” – IL MILIARDARIO KETAMINICO HA PRESO MALISSIMO LA VISIBILITÀ OTTENUTA DAL VICEPRESIDENTE USA GRAZIE ALL’IMBOSCATA TESA A ZELENSKY. TRUMP CONOSCE BENE L’EGO-MANIA DEL SUO “DOGE”: PER QUESTO HA CHIESTO AL CONGRESSO UNA STANDING OVATION PUBBLICA PER MUSK (E QUELLO, TUTTO TRONFIO, SI È ALZATO COMPIACIUTO MOSTRANDO IL POLLICE)…

matteo salvini donald trump ursula von der leyen giorgia meloni ue unione europea

DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER INCHIODARE IL TRUMPIAN-PUTINIANO SALVINI: GLI HA INTIMATO DI NON INIZIARE UNA GUERRIGLIA DI CRITICHE DAL MOMENTO IN CUI SARÀ UFFICIALE L’OK ITALIANO AL RIARMO UE (DOMANI AL CONSIGLIO EUROPEO ARRIVERÀ UN SÌ AL PROGETTO DI URSULA VON DER LEYEN), ACCUSANDOLO DI INCOERENZA – LA DUCETTA VIVE CON DISAGIO ANCHE LE MOSSE DI MARINE LE PEN, CHE SI STA DANDO UNA POSTURA “ISTITUZIONALE” CHE METTE IN IMBARAZZO LA PREMIER