DAL QUIRINALE AL PITALE - ALTRO CHE RIFORME E NOZZE, IL BANANA ORA PENSA SOLO AL 10 APRILE: GIORNO IN CUI SARÀ AFFIDATO AI SERVIZI SOCIALI (MENO PROBABILI I DOMICILIARI)
Paola Di Caro per âIl Corriere della Sera'
In certi momenti sembra aver deciso tutto: «Mi candido alle Europee, farò una battaglia di libertà , ricorrerò in tutte le sedi, tutti dovranno sapere quale ingiustizia sto subendo». In altri, sembra meno convinto: «Vedremo, bisognerà pensarci bene, dipenderà dalle circostanze, ci sono pro e contro...».
A tratti vorrebbe forzare la mano: «Renzi? à bene che il patto sulle riforme regga, per noi è una vittoria importante, siamo cruciali per fare andare avanti la legislatura. Ma adesso si riprende a fare opposizione come sappiamo, perché il premier sarà messo in difficoltà dal suo stesso partito e noi possiamo approfittarne». Poi, cambia i toni: «Dobbiamo collaborare sulle riforme, essere affidabili, senza strappi...».
Che Silvio Berlusconi sia stato sempre aperto a più soluzioni, che ci tenga a mantenere percorribili tutte le strade fino all'ultimo non è una novità . Ma, negli ultimi tempi, chi gli parla interpreta le sue posizioni interlocutorie, i suoi accenni, le sue indecisioni con un sostanziale disinteresse a quello che accade sulla scena politica. Perché, assicurano, i suoi pensieri vanno in tutt'altra direzione e sono concentrati esclusivamente su una cosa: la pena che dovrà scontare dal 10 aprile.
«A lui interessa solo quella scadenza, non pensa ad altro, non parla di altro, realmente. à angosciato, prostrato, ha un pensiero fisso e nulla sembra distoglierlo», dicono i fedelissimi. à più che paura quella che attanaglia Berlusconi, perché non è solo l'eventualità - considerata dai più la meno probabile - di una decisione del Tribunale di sorveglianza di Milano per gli arresti domiciliari a tormentarlo, ma anche il più probabile percorso dell'affidamento ai servizi sociali.
«Ma vi rendete conto - si sfoga - a quale umiliazione vengo sottoposto? Bene che vada sarò costretto a due colloqui settimanali con gli assistenti sociali, dico gli assistenti sociali... à un incubo, una follia. Come possono fare questo a me, a un uomo che ha dato e dimostrato tantissimo in tutti i campi, nell'impresa, nel calcio, nella politica al livello massimo mondiale?».
Non si capacita Berlusconi che la pena tanto temuta, il timbro dell'ignominia insomma, possa davvero calare sulla sua testa, e raccontano che la sua ira contro il presidente Napolitano «che avrebbe potuto fare molto per lui» non sia affatto scemata, come la rabbia contro i giudici. Per questo immaginare che nei prossimi giorni dal Cavaliere possano arrivare decisioni importanti che riguardino la sua candidatura, l'atteggiamento da tenere con il governo, la struttura di partito, è molto difficile.
E però, almeno per gestire i prossimi passaggi è possibile che qualche nomina nel partito a breve la faccia. Oggi tornerà a Roma da Arcore e vedrà Verdini, il trionfatore della partita sulla legge elettorale, e non è escluso che si arrivi in settimana al varo dello stra-annunciato ufficio di Presidenza e di un comitato che lo presieda. D'altra parte, che serva mettere ordine una volta per tutte nel partito sembra evidente.
Il disagio è ormai oltre il livello di guardia tra liti interne (ieri duri scontri a distanza tra le sostenitrici delle quote rosa come Carfagna, e Brunetta, a capo della struttura che edita il bollettino quotidiano del partito Il Mattinale ), sospetti, accuse come quella di Sandro Bondi che resta fuori dalla scena politica perché «non posso riconoscermi in un partito sempre più rappresentato dalla Santanchè». O magari - come pensa maliziosamente qualcuno - di fatto ancora nelle mani di Verdini, del quale la «pitonessa» è tornata a fare il braccio destro.
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