taglio parlamentari luigi di maio

C’È CHI DICE NO! – LA RIMONTA DEI CONTRARI AL TAGLIO DEI PARLAMENTARI È DAVVERO IMPOSSIBILE? SECONDO GLI ESPERTI IL SÌ RESTA FAVORITO, MA LA PARTITA NON È ANCORA CHIUSA - IL VENTO DELL’ANTIPOLITICA NON È FORTE COME IN PASSATO E TUTTO DIPENDERÀ DALL’AFFLUENZA ALLE URNE - IL PARADOSSO: DOPO 40 ANNI IN CUI ERANO TUTTI D’ACCORDO SULLA RIDUZIONE DI DEPUTATI E SENATORI, ORA LA POLITICA SI DISINTERESSA…

EMMA BONINO – NO AL REFERENDUM SUL TAGLIO DEI PARLAMENTARI

Estratto dell’articolo di Emanuele Lauria per “la Repubblica

 

La rimonta c' è ed è palpabile, viaggia nelle parole degli analisti più che su numeri che non possono essere divulgati. Dove arriverà, questa quasi impossibile rincorsa del No al referendum sul taglio dei parlamentari, è difficile dirlo.

 

Il Sì resta favorito eppure ci sono alcuni fattori che rendono la partita non ancora chiusa: in primis l' affluenza alle urne.

 

FABRIZIO MASIA

«Non è un appuntamento che appassiona gli elettori - dice Fabrizio Masia, direttore di Emg Acqua - anche se negli ultimi giorni c' è stato un aumento di interesse dovuto soprattutto alle iniziative del No. Posizione che si rafforza anche perché partiva da percentuali molto basse. Sono stati instillati dei dubbi nei cittadini che per gran parte erano schierati per il Sì, anche se il vento dell' antipolitica non è forte come in passato».

 

SALVATORE VASSALLO

(…) Salvatore Vassallo, direttore dell' istituto Cattaneo, indica la variabile politica da osservare: «Siamo di fronte a una situazione paradossale: dopo 40 anni di opinioni concordi sulla necessità di ridurre il numero dei parlamentari, tutti i partiti hanno varato questa riforma.

 

Ma ora molti dei leader sembrano non essere più particolarmente interessati, e anzi lasciano che siano altri fuori dalla politica a sostenere tesi contrarie.

 

La possibilità di vittoria del No dipenderà dal peso che avrà sull' opinione pubblica quest' atteggiamento ».

 

IL REFERENDUM SUL TAGLIO DEI PARLAMENTARI BY ALTAN

 

 

Poi c' è l' affluenza: «Certamente non sarà omogenea e sarà importante capire - dice Masia come si orienterà per il referendum l' elettorato di quelle parti del Paese interessate dalle Regionali. Solitamente un' affluenza più alta premia la posizione favorita, cioé il Sì. Se resta bassa il No ha qualche chance. Io non metto la mano sul fuoco su nulla ». Vassallo concorda: «Un' affluenza elevata dovrebbe essere spia della presenza di un elettorato spontaneo che sfugge alla capacità di mobilitazione dei comitati per il No».

referendum taglio parlamentariRADICALI PER IL NO AL REFERENDUMTAGLIO PARLAMENTARIreferendum taglio parlamentarireferendum taglio parlamentarireferendum taglio parlamentari

 

(…)

Ultimi Dagoreport

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA NON SOLO SI ALLUNGANO MA SI INGARBUGLIANO, E LA FORZATURA DEL BLITZ TRANSOCEANICO DI GIORGIA MELONI RISCHIA DI PEGGIORARE LE COSE – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…