dalema renzi

“BAFFINO” TRANSFORMER - RINNEGATA LA TERZA VIA E BLAIR, I NUOVI RIFERIMENTI DI D’ALEMA DIVENTANO PODEMOS E MÉLENCHON, SYRIZA E LA LINKE TEDESCA - I SUOI FEDELISSIMI SONO L’EURODEPUTATO CAMPANO MASSIMO PAOLUCCI E LA FONDAZIONE MARIO HUBLER - I RAPPORTI CON BERSANI E IL PUPILLO SPERANZA

Andrea Carugati per “la Stampa”

 

dalema bersani

La seconda vita politica di Massimo D'Alema inizia il 5 settembre 2016, in un cinema di Roma, a Campo de' Fiori, quando in solitaria si schiera per il No al referendum di Renzi. Di lì a poco lo seguiranno Bersani e gli altri della minoranza Pd, con cui pochi mesi dopo uscirà dal partito.

 

DALEMA 1

La sera del referendum, il 4 dicembre, in un loft dietro il Circo Massimo festeggia la vittoria del No, con Nico Stumpo, Davide Zoggia e altri ragazzi di Bersani che, in quell' estate di campagna referendaria, avevano ripreso a frequentare la sede della Fondazione Italianieuropei a piazza Farnese, ritrovando in D'Alema un punto di riferimento per chi, dentro il Pd, di Renzi non ne poteva più. Da allora per il leader Massimo è un crescendo fatto di impegni internazionali (in Europa, in Canada, negli Usa, ma di recente molto spesso in Cina) e un viaggio per tutta l'Italia per rianimare quel che resta delle truppe diessine di un tempo: amministratori, quadri, consiglieri regionali.

DALEMA

 

Un viaggio mosso dall'odio per Renzi, racconta la vulgata dominante dentro il Pd. «Un percorso anche autocritico sulla sinistra dagli Anni Novanta in poi, sul fallimento della sbornia blairiana», spiega invece Peppino Caldarola, che lo conosce da 50 anni e che da poco guida la rivista Italianieuropei con una netta svolta a sinistra.

 

DALEMA RENZI

«Sì, sono arrivato tardi», ha confessato D' Alema sul palco della festa di Mdp a Napoli pochi giorni fa, rispondendo a una provocazione dello scrittore Maurizio De Giovanni. «Sono arrivato tardi a sviluppare una critica radicale della Terza via». Fatto sta che oggi D'Alema, dopo essere stato disarcionato a giugno dalla guida della Fondazione dei socialisti europei (Feps) con il contributo determinante di Renzi, è un leader di sinistra più radicale, che dialoga con la Linke tedesca, gli spagnoli di Podemos, Syriza in Grecia, Mélenchon in Francia e con le componenti più a sinistra della Spd e del Labour. Un leader che punta a far rinascere una sinistra in Italia, e poi forse a ricostruire un centro-sinistra col trattino con forze più moderate, come il Pd, possibilmente de-renzizzato.

VELARDI E MASSIMO DALEMA

 

Nella sua nuova vita, accanto alla passione per il vino nella sua tenuta in Umbria, D'Alema ha trovato più nuovi amici rispetto a quelli di quando era dominus della politica italiana. Spariti i vari Rondolino e Velardi, Marco Minniti ha spiccato il volo nel governo Gentiloni, il leader coi baffi si affida a due uomini chiave: nel partito i giochi li tiene Massimo Paolucci, eurodeputato campano («Mi sono avvicinato a Massimo nel 2012, nel momento in cui era meno forte») e alla Fondazione Mario Hubler, ingegnere con una passione per la vela e un ruolo di primo piano nell' organizzazione della Coppa America a Napoli nel 2013.

MASSIMO DALEMA E LA PIZZETTA

 

Subito dopo il referendum, con oltre 600 comitati nati come funghi in tutta Italia, D'Alema a fine gennaio lancia «Consenso», un proto-movimento che avrebbe dovuto guidare la scissione se Renzi avesse forzato per le urne a inizio 2017. Poi, dopo la nascita di Mdp a marzo, fa confluire la truppa in Mdp.

 

Con un mantra rivolto ai suoi fedelissimi: «Date una mano a Roberto». Roberto è Speranza, coordinatore del partito, pupillo di Bersani ma anche figlioccio del deputato lucano e dalemiano Antonio Luongo, scomparso tragicamente nel 2015. È dalla notte del 4 dicembre, quando tra le bottiglie di spumante D' Alema lo indicò come leader del futuro, che D' Alema punta su Speranza. Assai più che sull'«ineffabile avvocato Pisapia», con cui l'idillio non è mai scoccato. Anzi.

DALEMA FESTA UNITA

 

Della rete di Consenso facevano parte anche il deputato molisano Danilo Leva, il siciliano Angelo Capodicasa, l'eurodeputato lombardo Antonio Panzeri, il consigliere regionale pugliese Ernesto Abbaterusso, il calabrese Alex Tripodi. Tutti confluiti in Mpd, come il governatore toscano Enrico Rossi, un tempo critico con D' Alema, e oggi suo grande amico.

 

il risotto di dalema d alema

Al netto del rapporto con Bersani, che si è ricucito più sulla politica che sugli affetti dopo il grande gelo del 2012-2013, per D' Alema Mdp è una seconda vita anche in termini di rapporti. Dopo gli attacchi di Pisapia, tutto il partito si è stretto intorno a lui con un moto d'affetto, quasi un richiamo della foresta verso un padre nobile che in questo anno «non si è mai risparmiato».

 

E che in primavera, salvo sorprese, tornerà in prima linea come senatore. Altro che passo indietro come chiede Pisapia. Il vero tallone d' Achille, in questa rinascita, è proprio Italianieuropei. I fasti e le generose donazioni di un tempo sono ormai un ricordo. «Renzi ci ha fatto il vuoto intorno, chi si avvicina viene marchiato», spiega un dalemiano.

RENZI dalemaMASSIMO DALEMA GIOCA A CALCIO

Ultimi Dagoreport

nicola calipari giuliana sgrena nicolo pollari

DAGOREPORT – PIENONE DI AUTO BLU STASERA ALL’AUDITORIUM DI ROMA: DA MELONI E MANTOVANO A GIULI E BERNINI, TUTTI IN FILA PER ASSISTERE ALLA PRIMA DE “IL NIBBIO”, IL FILM ISPIRATO ALLA MORTE IN IRAQ DELL’AGENTE DEL SISMI, NICOLA CALIPARI, UCCISO NEL 2005 MENTRE STAVA RIPORTANDO IN ITALIA LA GIORNALISTA DEL “MANIFESTO”, GIULIANA SGRENA - A VENT’ANNI DALLA TRAGEDIA, RENDE OMAGGIO A CALIPARI ANCHE SERGIO MATTARELLA: “LE SPIEGAZIONI DELLA SUA MORTE PERMANGONO TUTTORA NON ESAURIENTI” - ESSÌ, LA VERITÀ NON È MAI VENUTA FUORI. SE IL SOLDATO AMERICANO HA SPARATO PER ERRORE, È ALTRETTANTO VERO CHE NESSUNO L’AVEVA AVVERTITO DEL PASSAGGIO DELLA TOYOTA - QUINDI, LA DOMANDA: COME MAI LA NOTTE DEL 4 MARZO 2005 LA TOYOTA SU CUI VIAGGIAVANO CALIPARI E SGRENA NON ERA STATA SEGNALATA DALL’INTELLIGENCE ITALIANA AGLI ALLEATI AMERICANI? LA RAGIONE PIÙ PROBABILE È QUESTA….

alessandro giuli arianna meloni fabia bettini federico mollicone fazzolari giovanbattista giovan battista

DAGOREPORT - E’ SCOPPIATO UN NUOVO “CASO GIULI”, ACCUSATO DA “LA VERITÀ” DI ESSERE “STATO DAVVERO GENEROSO CON LE INIZIATIVE CINEMATOGRAFICHE DELLA SINISTRA ITALIANA”. A PARTIRE DA FABIA BETTINI, ATTIVA DA OLTRE 15 ANNI NEL CINEMA, REA DI ESSERE LA SORELLA DI GOFFREDO (CI SONO SORELLE E SORELLE), PER FINIRE AI FONDI PER “VIDEOCITTÀ” DI FRANCESCO RUTELLI - GIULI QUERELA “LA VERITÀ” MA IL GIORNO DOPO RINCULA, ‘’COMMISSARIATO’’ DA PALAZZO CHIGI - UNO SCAZZO CHE FA VENIRE A GALLA UNA LOTTA INTERNA AI ‘’CAMERATI D’ITALIA’’ CHE HANNO SEMPRE BOLLATO GIULI COME CORPO ESTRANEO ALLA FIAMMA, CACCIATO A SUO TEMPO DAI “GABBIANI” DI COLLE OPPIO (GODE MOLLICONE CHE SOGNAVA IL MINISTERO DELLA CULTURA) - LA “MERITOCRAZIA”, DI CUI SI RIEMPIVA LA BOCCUCCIA LA DUCETTA, È STATA SEMPLICEMENTE SPAZZATA VIA DALL’APPARTENENZA POLITICA: SEI CON NOI, OK; SE SEI CONTRO, NIENTE FONDI - MENTRE SI SCRIVONO MINCHIATE SUI “COMUNISTI DEL CIAK”, IL MINISTERO DELLA SANTANCHÉ È FINITO AL CENTRO DELLE INDAGINI DELL’ANAC, L’AUTORITÀ NAZIONALE ANTICORRUZIONE, PER FONDI DESTINATI A FESTIVAL DI CINEMA ORGANIZZATI DA TIZIANA ROCCA E GABRIELLA CARLUCCI…

donald trump giorgia meloni keir starmer emmanuel macron

SI ANNUNCIANO TEMPI SEMPRE PIU' DURI PER LA GIORGIA DEI DUE MONDI - AL SUMMIT DI LONDRA, STARMER E MACRON HANNO ANNUNCIATO UN PIANO DI PACE ASSIEME AD ALTRI PAESI (GERMANIA, POLONIA, SPAGNA, ETC) - PREMESSO CHE PUTIN È L'AGGRESSORE E IL SUPPORTO ALL'UCRAINA SARA' FINO ALLA FINE, IL LORO PIANO DI PACE HA BISOGNO DELLA NUOVA AMERICA DI TRUMP, MA NON È INDISPENSABILE LA SUA MEDIAZIONE - LA POSIZIONE ESPRESSA DA GIORGIA MELONI È STATA IL CONTRARIO AL PENSIERO DI FRANCIA E GRAN BRETAGNA: IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA È INDISPENSABILE PER IL CESSATE IL FUOCO - AMORALE DELLA FAVA: LA DUCETTA A STELLE E STRISCE CI STA SOLO SE LA TRATTATIVA SI FA INSIEME CON IL PAZZO DI WASHINGTON (AUGURI!)

los angelucci del rione sanita - vignetta by macondo antonio giampaolo silvio berlusconi alessandro sallusti

IL CONVENTO DEGLI ANGELUCCI E’ RICCO MA PER I GIORNALISTI DEL “GIORNALE’’, "LIBERO” E “TEMPO” TIRA UNA BRUTTA ARIA - NIENTE PIU’ INVIATI SE NON ‘INVITATI’, NIENTE PIU’ AUTO CON NOLEGGIO A LUNGO TERMINE, OBBLIGO DI STRISCIARE IL BADGE IN ENTRATA, TOLTE PURE LE CIALDE DEL CAFFE’ - DIECIMILA EURO IN MENO PER VITTORIO FELTRI, NIENTE MANLEVA PER LE QUERELE (FILIPPO FACCI HA PAGATO 30MILA EURO PER UNA CAUSA) - SALLUSTI NON C’E’ E QUANDO C’E’ NON PARLA. E IN BARBA AL MELONISMO SENZA LIMITISMO (‘’VELINE’’ DI PALAZZO CHIGI A STRAFOTTERE), LE COPIE CALANO - NERVOSISMO PER L’INSERTO ECONOMICO DI OSVALDO DE PAOLINI - L’ASSEMBLEA E LA PAROLA INNOMINABILE: “SCIOPERO”…

donald trump volodymyr zelensky giorgia meloni keir starmer emmanuel macron ursula von der leyen

DAGOREPORT – IL "DIVIDE ET IMPERA" DEL TRUMPONE: TENTA DI SPACCARE IL RIAVVICINAMENTO TRA GRAN BRETAGNA E UNIONE EUROPEA EVITANDO DI PORRE DAZI SUI PRODOTTI "MADE IN ENGLAND" – STARMER SE NE FOTTE, ABBRACCIA ZELENSKY E SI ERGE A NUOVO LEADER DELL’EUROPA (PARADOSSALE, DOPO LA BREXIT) – OGGI, PRIMA DELLA RIUNIONE DEI LEADER EUROPEI A LONDRA, BILATERALE TRA IL PREMIER BRITANNICO E GIORGIA MELONI, PER CAPIRE CHE ARIA TIRA NELL’“ANELLO TRUMPIANO DELL’EUROPA” - SPACCATURA NELLA LEGA PER IL TRUMPIAN-PUTINISMO DI SALVINI - SCETTICISMO CRESCENTE IN FRATELLI D’ITALIA (FAZZOLARI, URSO E LOLLOBRIGIDA SI SMARCANO DALLA LINEA PRO- KING DONALD) – SCHLEIN E CONTE IN BANCAROTTA - LA PARALISI DEI DEMOCRATICI AMERICANI: AVETE SENTITO LA VOCE DI OBAMA, CLINTON E BIDEN?