ROMA ALLA CANNA DEL GAS: MUSEI SENZA DIRETTORI, MOSTRE SENZA FONDI CHE VENGONO CHIUSE PER VANDALISMO E UN SINDACO SU UNA BARCA (FLAVIA) CHE AFFONDA

1. SIGNORI, SI CHIUDE
Riceviamo e pubblichiamo:

Gentili soci,

in questo momento di passaggio in cui il museo MACRO è ancora senza la nomina di un nuovo direttore, la nostra associazione MACROAMICI, che tanto ha fatto per sostenere il museo non puo', a mio avviso, ignorare la mancanza di risposte da parte delle istituzioni.

Ieri sera la mostra Digital life ha dovuto chiudere temporaneamente: ecco il testo che abbiamo ricevuto dall'associazione Romaeruropa:

DIFENDIAMO GLI ARTISTI. SOSPENDIAMO DIGITAL LIFE. Domenica 20 ottobre, l'ennesimo episodio di incuria alla mostra Digital Life 2013-Liquid Landscapes che abbiamo inaugurato con tanto entusiasmo il 9 ottobre al MacroTestaccio assieme allo staff del Museo.

Dopo i precedenti dei giorni scorsi, un'altra delle opere esposte è stata danneggiata, cosa inaudita in qualsiasi altro museo del mondo. Tutto questo si aggiunge al fatto che Romaeuropa, ideatrice e produttrice della mostra, è ancora senza convenzione con la società Zetema che gestisce tutti i servizi ( anche la sicurezza) del museo e che percepisce tutti gli incassi della mostra mentre Romaeuropa si fa carico di tutte le spese.

Per questi motivi Romaeuropa ha deciso, con grande dispiacere ed a partire da oggi, di sospendere temporaneamente la mostra fino a quando non saranno migliorate le misure di sicurezza per le opere esposte, non saranno accolte le richieste sulla copertura di parte delle spese e firmata una regolare convenzione condivisa e concordata tra le parti. Ci scusiamo con il pubblico e siamo a disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento.

Ho deciso di scrivere una lettera pubblica a nome dell'Associazione, indirizzata al Sindaco Marino e all'Assessore Flavia Barca ai quali chiediamo di non vanificare gli ultimi anni di lavoro dell'Associazione Macroamici.

Allego il testo della lettera che è pubblicato sul sito petizionepubblica.it. e potrà essere firmata dai voi e dai simpatizzanti dell'Associazione.
Questo il link diretto: http://www.petizionepubblica.it/?pi=MACRO

Un caro saluto,
Beatrice Bulgari

2. ROMA, LA PARABOLA DI MARINO DALLA BICICLETTA AL DEFAULT - AL COMUNE RISCHIO BANCAROTTA, SINDACO POLITICAMENTE ISOLATO.
Antonio Galdo per Il Mattino

Una pedalata non basta per governare Roma. E il sindaco in bicicletta, con la scorta dei vigili che affanna alle sue spalle, dopo soli quattro mesi di scivolate a ripetizioni rischia di ritrovarsi a piedi, da solo, magari commissariato. La parabola di Ignazio Marino, il "marziano" sbarcato a Roma con grandi promesse di cambiamento e tra mille aspettative dei cittadini-elettori, si sta consumando a una velocità supersonica più che al ritmo di una passeggiata a due ruote.

L'amministrazione è sull'orlo della bancarotta, il traffico è più infernale del solito, i mezzi pubblici circolano a singhiozzo, la spazzatura è ancora senza una destinazione. E lui, il chirurgo con esperienze professionali in America, l'exsenatore che voleva sparigliare il tavolo delle oligarchie, locali e nazionali, del suo partito, il Pd, si ritrova nel labirinto del suo autismo e dei suoi errori. Uno incatenato all'altro.

I numeri che non tornano. Il Comune di Roma rischia il default e l'agenzia Fitch ha appena declassato il debito della capitale, con una mortificante postilla: le previsioni delle entrate sono gonfiate, mentre i debiti delle municipalizzate, leggi Atac e Ama, sono fuori controllo. Servono, come il pane, 867 milioni di euro entro il 30 novembre e un altro miliardo di bisognerà trovarlo per il 2014.

La ciambella di salvataggio arriverà, a spese degli italiani, dal governo, ma il negoziato con il Ministero dell'Economia è stato gestito con molta approssimazione, e mentre i numeri del bilancio comunale ballano nel buio, come annuncia la bocciatura di Fitch, un pre-pensionamento di dipendenti comunali, per tagliare i costi del personale per il momento, è stato bocciato in Senato.

La prossima puntata di questo film degli errori amministrativi sarà, probabilmente, la sostituzione dell' assessore al Bilancio, Daniela Morgante (che arriva dalla Corte dei Conti), in contrasto permanente ed effettivo con Marino, e una bella stangata per i romani, che già pagano le tasse più alte d'Italia, sull' aliquota Irpef di competenza comunale.

Una squadra di novizi. Il caso Morgante non è isolato all'interno della giunta. Marino ha formato, in autonoma solitudine, un'amministrazione con facce nuove, di età media non elevata, e con una parità di genere, sei uomini e sei donne, all'insegna del "politicamente corretto". Nella chimica del gruppo mancano però due elementi essenziali: il gioco di squadra e innanzitutto l'esperienza di una grande macchina amministrativa e di un governo, anche locale.

L'unico assessore che può vantare un'esperienza del genere è Guido Improta (Trasporti e Mobilità), già capo di gabinetto con alcuni ministri ed ex sottosegretario, proprio ai Trasporti, del governo Monti. Troppo poco per un'intera giunta. Così, per esempio, l'assessore alla Cultura, Flavia Barca, sembra ancora alla ricerca di una bussola nel giacimento di tesori che fanno capo alla sua responsabilità: ma intanto, dopo quattro mesi, nessuno ha ancora capito che cosa intenda fare di uno dei più importanti musei comunali, il MACRO, che potrebbe affondare nella palude dell'immobilismo. Senza un vertice né un programma.

Il mito della bici. Tra una foto e l'altra delle sue marcette a pedali, Marino ha firmato un solo progetto concreto per la città: la pedonalizzazione dei Fori Imperiali. L'idea di puntare a una riduzione dell'uso dell'automobile è sicuramente in linea con le scelte dei sindaci di tutte le grandi metropoli europee e Marino ha promesso di diminuire del 20 per cento, in cinque anni, gli spostamenti in auto.

Peccato però che, nei fatti, la principale alternativa all'automobile, i mezzi pubblici, a Roma si traduce in un disastro collettivo. L'Atac, con un organico gonfiato con 12 mila dipendenti, è un pozzo di San Patrizio di sprechi (compresi gli stipendi d'oro a 82 dirigenti) e inefficienze, e la circolazione degli autobus in città negli ultimi quattro mesi è ancora peggiorata.

In queste condizioni i romani si ritrovano, secondo le statistiche dell'Aci, a compiere il tragitto medio casa-lavoro in un'ora di tempo per ogni sei chilometri di strada. E la pedonalizzazione dei Fori Imperiali si è tradotta in una decisione che ha scontentato tutti. Dai commercianti agli imprenditori, dalle famiglie che portano i figli a scuola, ai pendolari al lavoro. Fino agli stessi ciclisti.

La scivolata su i vigili urbani. Dare un nuovo capo ai 6300 vigili urbani romani, che non sempre brillano per trasparenza ed efficienza, era un diritto-dovere del nuovo sindaco. Ma sceglierlo, dopo aver annunciato in pompa magna un metodo rigoroso, l'esame di 99 curricula, senza neanche approfondire i requisiti del vincitore, il colonnello dei carabinieri Oreste Liporace, più che un pasticcio è una prova di dilettantismo. Il povero Liporace, che ci teneva tanto alla sua nomina, è stato mandato allo sbaraglio da una svista clamorosa: possiede tre lauree e un master, ma è colonnello solo da nove mesi e non dai cinque anni richiesti dal regolamento comunale.

In Campidoglio i requisiti per gli incarichi sembrano diventati un gioco delle tre carte, e anche Andrea Bianchi, collaboratore del vicesindaco Luigi Nieri con uno stipendio di 115mila euro l'anno, è stato assunto con una laurea che non aveva mai preso. Infine, mentre si aspetta il via libera per i tagli del personale, l'amministrazione comunale è andata avanti con 75 assunzioni dello staff di Marino e nell'ufficio stampa. Erano tutte necessarie?

L'isolamento politico. Non arrivare dalle nomenclature dei partiti, oggi tutti così screditati, in questo periodo può essere un vantaggio. Eppure Marino è riuscito a trasformare questa opportunità in un boomerang. Oggi più che nei panni di un "marziano", il sindaco si ritrova con le sembianze di Forrest Gump, in totale isolamento innanzitutto all'interno del suo partito e della sua maggioranza.

Marino è in freddo glaciale perfino con chi lo ha sostenuto in campagna elettorale da king maker, leggi Goffredo Bettini, e con chi dovrebbe accompagnarlo, a proposito di bici, in un lavoro di tandem, il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti uno dei pezzi forti della nuova classe dirigente del centrosinistra.

Senza un indispensabile rapporto, perfino di comunicazione, con il suo schieramento di riferimento, Marino fa fatica a prendere qualsiasi decisione. Si avvita sui contrasti che paralizzano il suo lavoro, ed è costretto a osservare, da passivo spettatore più che da sindaco "marziano", il quotidiano degrado della capitale. In ogni angolo della città, come documentano le immagini e i testi di un sito seguitissimo in città. Si chiama, e il nome dice tutto, www.romafaschifo.it.

 

 

MARINO CADE IN BICICLETTA DAVANTI AL COLLEGIO ROMANO IGNAZIO MARINO E LA SUA SCORTA DI VIGILI IN BICI IGNAZIO MARINO IN BICICLETTA FOTO LAPRESSE Flavia Barca macro museo romaBeatrice Bulgari Bartolomeo Pietromarchi e Bartolomeo PietromarchiDaniela Morgante Guido ImprotaNicola Zingaretti Goffredo Bettini

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