paolo simioni colomban raggi

ROMANI CONTRO ‘PENDOLARI’: LA FAIDA NELLA GIUNTA RAGGI PORTA AL VERTICE DI ATAC PAOLO SIMIONI, CONTERRANEO E BRACCIO DESTRO DELL’ASSESSORE COLOMBAN (MA NON AVEVA DETTO CHE MOLLAVA ROMA E TORNAVA IN VENETO A SETTEMBRE?) - SONO ANCORA UNA DOZZINA I CONSIGLI D'AMMINISTRAZIONE DA RINNOVARE, E I GRILLINI SI STANNO SCANNANDO

Federico Capurso per La Stampa

PAOLO SIMIONIPAOLO SIMIONI

 

C' è la nomina dei vertici delle municipalizzate dietro lo scontro senza quartiere che dilania le varie anime della giunta pentastellata di Roma. Un bacino di voti e potere intorno al quale si è aperta una frattura sempre più profonda nella squadra di Virginia Raggi, che ora rischia di spaccare in due il Campidoglio.

 

Da una parte ci sono gli uomini inviati nella Capitale dall' asse Grillo-Casaleggio, chiamati a tenere in pugno le briglie del Campidoglio. Dall' altra, una fronda trasversale alle correnti politiche interne, che raccoglie molti consiglieri M5S e assessori fedeli alla sindaca, e chiede maggiore coinvolgimento nelle scelte.

 

Nemico numero uno dei frondisti è il veneto Massimo Colomban, alla guida del potente assessorato alle Partecipate, da loro ribattezzato malignamente «l' assessore part-time», a evidenziare i frequenti ritorni in Veneto nel fine settimana e la sua simbolica lontananza dal Campidoglio di matrice grillina. È lui - accusano i suoi detrattori - a voler dettare la linea sulle nomine e, quando non riesce a imporsi, a cercare sponde nei due deputati M5S accorsi in aiuto di Raggi, Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro.

VIRGINIA RAGGI MASSIMO COLOMBANVIRGINIA RAGGI MASSIMO COLOMBAN

 

Raggi prova ad usare la mano dura: «Si cambia registro. Sono intervenuta personalmente per mettere fine alle polemiche e d' ora in poi non si tollerano deviazioni rispetto alla linea che ho tracciato», ha detto in una riunione di maggioranza.

 

Annusando, evidentemente, i mal di pancia alimentati dalla «promozione» alla guida di Atac di Paolo Simioni, conterraneo e braccio destro di Colomban, avvenuta poche ore prima. Simioni sarà presidente e amministratore delegato, prendendo il posto dell' ormai ex amministratore unico Manuel Fantasia, nominato dalla Raggi a ottobre e da lei stessa salutato ieri al termine di due ore e mezza di colloquio in compagnia del deputato Fraccaro. Il secondo allontanamento da Atac in una settimana, dopo le dimissioni di venerdì scorso firmate dal direttore generale Bruno Rota.

 

E ora, come annunciato dal Campidoglio, si apre all' elezione del cda a tre per l' azienda del trasporto pubblico romano. Altro giro, altra corsa.

VIRGINIA RAGGI ANDREA MAZZILLO COLOMBANVIRGINIA RAGGI ANDREA MAZZILLO COLOMBAN

 

Sono ancora una dozzina i consigli d' amministrazione da rinnovare. Tra questi spicca l' ambita Zètema, con i suoi mille dipendenti e il controllo dei maggiori eventi culturali della Capitale, di siti archeologici e museali. Attende il rinnovo anche Risorse per Roma, che fu scatola magica di promozioni ai tempi di Gianni Alemanno, nella quale l' attuale presidente e ad Massimo Bartoli non sembra cercare la riconferma. E poi l' Agenzia per la Mobilità, Aequa Roma, e tante altre poltrone in attesa di essere conquistate.

 

I nomi arrivati nei mesi scorsi per i due piatti più sostanziosi, Acea e Ama, indicati dai vertici del Movimento nazionale e dalla loro emanazione romana, vengono tutti dal Nord, dal triangolo Milano, Genova, Torino.

COLOMBANCOLOMBAN

 

Un punto, questo, che è stato motivo di forte malumore per l' assessore al Bilancio Andrea Mazzillo e per il presidente dell' Assemblea capitolina Marcello De Vito. Il primo, fedelissimo di Raggi; il secondo, di Roberta Lombardi, che della sindaca viene indicata come l' arcinemica, si sono trovati uniti dalla protesta nei confronti degli assessori «stranieri» che avrebbero imposto le loro nomine in Campidoglio, prendendo «da fuori», come ha sottolineato più volte lo stesso Mazzillo.

 

Nel mirino dei frondisti c' è però anche Adriano Meloni, milanese d' adozione, visto come troppo vicino alla Casaleggio e che, come Colomban, viene messo dai suoi detrattori nel girone degli assessori «pendolari». Anche lui, evidentemente, reo di partire spesso da Roma. C' è poi l' emiliana Pinuccia Montanari, amica di Beppe Grillo e assessora all' Ambiente, che dalla Capitale non si allontana mai, vista però come espressione dell' asse Grillo-Casaleggio in Campidoglio. E tra gli assessori messi alla berlina dai consiglieri "autonomisti", finisce persino il vicesindaco e assessore alla Cultura Luca Bergamo.

ADRIANO MELONIADRIANO MELONI

 

Romano, sì, ma straniero per provenienza politica, troppo vicino al Pd e ancora peggio - nel ragionamento dei maldipancisti - colpevole di aver portato nei cda delle aziende culturali uomini legati alla sinistra romana, slegati dal Movimento.

 

 

Ultimi Dagoreport

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…