ANCHE IL BANANA INIZIA LA ROTTAMAZIONE - IL PRIMO A LASCIARCI LE PENNE POTREBBE ESSERE RENATINO BRUNETTA, MAL DIGERITO DA TUTTA “FARSA ITALIA”

Carmelo Lopapa per "la Repubblica"

È trascorso poco più di un mese dalla scissione, ché Forza Italia è di nuovo un vulcano sul punto di esplodere. Tanto che un Silvio Berlusconi in vena di repulisti ha deciso di imboccare anche lui la via della rottamazione. E in cima alla lista è finito anche uno dei fedelissimi del leader, il capogruppo alla Camera Renato Brunetta. Ma da Montecitorio ai coordinamenti regionali è tutta una giostra impazzita.

Nei capannelli forzisti in Transatlantico non si parlava d'altro, mentre in aula si votava la legge di stabilità. «Ormai lo salutano giusto in quattro», «con questa ha superato il segno» è stato il tam tam di Montecitorio su Brunetta che in un battibaleno ha raggiunto il capo, blindato poco distante da lì, a Palazzo Grazioli, già impelagato nelle sabbie mobili dei coordinatori regionali.

Appena toccato, l'ex premier, dalle rivelazioni sul Lavitola «ricattatore» e i filmini hard, raccontano: «Altro fango che tentano di riversarmi addosso, storia assurda senza alcun fondamento» è lo sfogo. A pesare su Brunetta, l'uno-due di questi ultimi giorni. Il mancato rinnovo di una decina di contratti scaduti il 18 dicembre a dipendenti del gruppo (cinque assorbiti da altri gruppi, cinque finiti a casa), tra i quali anche un paio legati a Daniele Capezzone e Mariastella Gelmini.

Negli stessi giorni, il faccia a faccia del capogruppo con il democratico renziano Nardella per discutere di legge elettorale. Col Cavaliere costretto nel giro di 24 ore a investire formalmente Denis Verdini del ruolo di "ambasciatore" unico sulla riforma. La rivolta scoppiata al gruppo da un paio di giorni ha avuto l'effetto della classica goccia, i malumori del resto non si sono mai placati dall'insediamento in aprile. Ieri a Grazioli è stato un via vai di dirigenti per lamentare la «situazione ormai insostenibile».

Berlusconi ha assicurato che a gennaio rimetterà mano a tutto, capigruppo compresi. Intenzionato a chiedere il «sacrificio» al fedelissimo Renato. Al Senato, Paolo Romani appena nominato sarebbe confermato da nuova votazione. «Sembra che in Forza Italia parlino in troppi e non si capisce a nome di chi - sostiene Gianfranco Rotondi - Consiglio a Silvio di donare molte museruole per Natale. Dudù ne può fare a meno, noi no». Il clima è un po' questo.

«Tutti rottamati. Io per primo. Siamo in una fase in cui tutti dobbiamo metterci in gioco - rincara a Mix24 di Giovanni Minoli il nuovo big, il coordinatore dei club Marcello Fiori - Dobbiamo tutti ritenerci sotto esame, alla fine vedremo se ci saranno le condizioni per la conferma e di chi». Chi attendeva la trentina di nomine del Comitato di presidenza prima di Natale è rimasto deluso. Berlusconi ha rimandato la partita. Forse di qualche giorno, a fine anno, più probabilmente se ne riparlerà a gennaio. In ballo c'è di tutto.

Anche l'ascesa del riluttante direttore del Tg4 e Studioaperto Giovanni Toti. Berlusconi - che nel frattempo ha lanciato una campagna mediatica natalizia con tanto di mail e battage web - si è intanto arenato sulla nomina dei coordinatori regionali. A cominciare
da quella di Claudio Fazzone, uomo di Tajani (e discusso senatore di Fondi), nel Lazio. Nelle ultime ore, a sorpresa, avanza pretese su quella poltrona Maurizio Gasparri, in cerca di «riabilitazione » dopo la figuraccia della polizza coi soldi del gruppo per la quale è indagato.

Ma è caos anche in Campania, dove il prescelto Domenico De Siano, sostenuto tra gli altri dalla Carfagna, incontra l'ostilità di Nicola Cosentino, appena uscito dal carcere. La paralisi regna anche sulla casella siciliana. Circolano svariati nomi, Berlusconi sarebbe tornato alla carica con Saverio Romano, infrangendosi contro l'indisponibilità dell'ex ministro.

 

vespa-brunettaBERLUSCONI ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI NICOLO AMATO CON STEFANIA CRAXI FOTO LAPRESSE LA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI MARIA STELLA GELMINI frzgncc21 denis verdini maurizio gasparri

Ultimi Dagoreport

meloni salvini tajani palazzo chigi

DAGOREPORT - LA SITUAZIONE DEL GOVERNO MELONI È GRAVE. PROBABILMENTE NON SERIA, MA DISPERATA SÌ - SE L’ESCALATION DEL SALVINISMO TRUMPUTINIANO FA IMBUFALIRE TAJANI (“POPULISTI QUAQUARAQUÀ”), FA PRUDERE MANI E GOMITI A UNA DUCETTA MALCONCIA, FINITA NEL CONO D’OMBRA DI TRUMP-MUSK, CHE ASPETTA SOLO LA CONFERMA DI SALVINI A CAPO DELLA LEGA”, IL 6 APRILE, POI “LA PAZIENZA FINISCE” - IL GIORNO PIÙ DOLOROSO DELLA MELONA ARRIVERÀ INFATTI QUATTRO GIORNI PRIMA: IL 2 APRILE, QUANDO TRUMP ANNUNCERÀ I FAMIGERATI DAZI USA E MELONI DOVRÀ DECIDERE SE STARE CON WASHINGTON O CON  BRUXELLES - IN ATTESA DEL GIORNO DEL GIUDIZIO, SI FANNO SEMPRE PIÙ FITTE E FORTI VOCI E MUGUGNI DI UNA DE-SALVINIZZAZIONE DEL GOVERNO CHE PREFIGURANO UNA PROSSIMA CRISI E IL VOTO ANTICIPATO NEI PRIMI MESI DEL 2026 - L’APERTURA DELLE URNE DIPENDERÀ PERÒ DA ALTRI DUE FATTORI: I DATI DEI SONDAGGI E IL VOTO INCERTISSIMO, PREVISTO PER IL PROSSIMO OTTOBRE, IN CINQUE REGIONI…

proteste benjamin netanyahu ronen bar gali baharav-miara

DAGOREPORT – TUTTI A GUARDARE L’UCRAINA, MA IN ISRAELE È IN CORSO UN GOLPETTO DI NETANYAHU: “BIBI” PRIMA HA PROVATO A CACCIARE IL CAPO DELLO SHIN BET, RONEN BAR, CHE INDAGAVA SU DI LUI, POI HA VOTATO LA MOZIONE DI SFIDUCIA CONTRO LA PROCURATRICE GENERALE, GALI BAHARAV-MIARA, ANCHE LEI "COLPEVOLE" DI AVER MESSO SOTTO LA LENTE I SOLDI DEL QATAR FINITI AD HAMAS MA ANCHE AI COLLABORATORI DEL PREMIER – LE “OMBRE” SULLA STRAGE 7 OTTOBRE: CHE RESPONSABILITÀ HA IL GOVERNO? NETANYAHU ERA STATO O NO INFORMATO DAI SERVIZI DI  BAR DEL PIANO DEI TERRORISTI PALESTINESI? PERCHÉ NON SONO STATE PRESE LE DOVUTE CONTROMISURE?

ursula von der leyen xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LE MATTANE DI TRUMP SVEGLIANO L'EUROPA: DOPO IL VIAGGIO IN INDIA, URSULA VOLA A PECHINO A FINE APRILE - SE TRUMP CI SFANCULA, LA GRANDE FINANZA AMERICANA RISPONDE INVESTENDO NEL VECCHIO CONTINENTE (IN ACCORDO CON IL MONDO FINANZIARIO BRITISH) - DOPO AVER SENTITO PARLARE WITKOFF ("PUTIN NON È UN CATTIVO RAGAZZO") , I DIPLOMATICI EUROPEI HANNO AVUTO UN COCCOLONE: CON QUESTI STATES, PUTIN POTREBBE OTTENERE TUTTO QUELLO CHE VUOLE. E INFATTI SOGNA ADDIRITTURA ODESSA - L'UNICA NOTIZIA CHE HA IMPENSIERITO "MAD VLAD" NELLE ULTIME ORE È STATA LA POSSIBILE PARTECIPAZIONE CINESE, POI SMENTITA, ALLE OPERAZIONI DI PEACEKEEPING DEI "VOLENTEROSI" A KIEV...

mario draghi praga

DAGOREPORT - MA DRAGHI, COSA SI ASPETTAVA COL SUO DISCORSO AL SENATO, DA PARTITI CHE AVEVANO GIA' AFFOSSATO IL SUO GOVERNO E LA SUA AMBIZIONE QUIRINALIZIA? E SE È ANDATO VIA SBATTENDO LA PORTA, STIZZITO (“VEDO CHE GUARDATE L’OROLOGIO, PER CUI VI RINGRAZIO”) - EPPURE LE SUE PAROLE CONTENEVANO UNA PROPOSTA IMPORTANTE: FINANZIARE IL RIARMO CON EUROBOND - DIETRO IL NO A URSULA, CHE GLI AVEVA PROPOSTO DI COORDINARE IL PIANO REARM EU, PRIMA PASSO A UNA FUTURA DIFESA EUROPEA, CI SONO DUE MOTIVI... -VIDEO