
S’E’ SVEJATO IL DUCETTO: “NON MI VOGLIONO FAR ARRIVARE IN PIEDI ALLE POLITICHE” – RENZI SEMPRE PIU’ SOLO DENTRO E FUORI IL PD – LA “CUPOLA” DELLA SINISTRA – STUMPO: “IL CAPO DEI CAPI HA PARLATO E FRANCESCHINI E’ PASSATO ALL’AZIONE” – MA CHI E’ IL “CAPO DEI CAPI”? PRODI, MATTARELLA, NAPOLITANO? – SULLA CARTA, MATTEO CONTROLLA PIU’ DEL 50% DELLA DIREZIONE
Maria Teresa Meli per il Corriere della Sera
«Non mi vogliono far arrivare in piedi alle politiche. Mettere in discussione le primarie dopo neanche due mesi significa voler distruggere tutto». E ancora: «Vogliono far passare l' idea che a me interessa solo tornare a palazzo Chigi e che sacrifico la linea politica del Pd a questo. È inaccettabile». Renzi è preoccupato e non nasconde questo stato d' animo ai suoi. Franceschini è partito all' attacco dopo la dichiarazione di Prodi.
Il segretario e i suoi collaboratori si interrogano sul perché dell' uscita dell' ex leader dell' Ulivo che era «studiata» e sulle altre sue possibili mosse: «Se Romano dicesse che il Pd ha cambiato dna un po' di male ce lo farebbe». E poi, c' è forse anche l' obiettivo di staccare dei pezzi del partito che finora sono stati con Renzi? Delrio e Gentiloni, per esempio? Del resto, il tentativo di seminare zizzania tra il premier e il segretario, secondo i renziani è in atto da tempo. «Ma non riusciranno a farmi litigare con Paolo», assicura il leader.
Ieri, però, era soprattutto Franceschini il protagonista dei colloqui del leader con i suoi uomini. Il ministro non intende mollare la presa. Lo ha detto chiaramente ad alcuni renziani: «Basta, la linea politica del Pd va cambiata». Insomma è un' offensiva seria e Franceschini non vuole fermarsi. Luca Lotti, solitamente parco di dichiarazioni, questa volta parla per intimargli l' altolà: «Non possiamo sempre rimettere in discussione tutto. Due milioni di persone due mesi fa hanno votato Renzi, fine della discussione».
Il ministro replica prontamente con un minaccioso «la discussione è appena iniziata». Lorenzo Guerini ed Ettore Rosato cercano di fare da pacieri tra i due, ma al momento non sembra aria, anche se un incontro Franceschini-Renzi potrebbe diventare inevitabile. Anche al di fuori del Pd si interrogano sulle intenzioni del ministro. Nico Stumpo, ora in Articolo 1 fornisce questa spiegazione ai compagni di partito.
«Il "capo dei capi" ha parlato e Franceschini ha risposto all' appello, non può fare sempre la parte del necrofilo che uccide politicamente i leader solo quando sono già morti, questa volta gli è stato chiesto di agire adesso». E i colleghi di Stumpo si chiedono chi sia il «capo dei capi»: Prodi ? Veltroni?
Ai renziani comunque viene il dubbio che l' offensiva contro il segretario sia partita dopo che Renzi ha lasciato chiaramente intendere che non toccherà la legge elettorale e non farà alleanze. «Con quali voti dovremmo riformare la legge? Non ci sono», aveva detto. «C' è chi teme che questo significhi che con l' attuale legge elettorale Renzi si farà le liste a sua immagine e somiglianza e perciò si sono mossi, per paura di non tornare in Parlamento», sostengono i renziani.
Nel Transatlantico rimbalzano i sospetti e i dubbi. I componenti della Direzione (che si riunirà il 10 luglio) sono 120 e 64 sono di assoluta fiducia del segretario. Quindi come pensa Franceschini, che ne ha solo 20, di scardinare le cose? Non gli basta giocare di sponda con Andrea Orlando, dovrebbe lavorare su Maurizio Martina, ragiona qualcuno.
Mentre altri danno Piero Fassino in rotta di allontanamento da Renzi. Si accavallano le ipotesi, si torna a parlare di elezioni anticipate come di una strada per uscire dall' impasse. Intanto il segretario si prepara alla due giorni di Milano. Lancerà l' agenda del Pd. Ma basterà a metterlo al riparo dal fuoco amico? Per tirarsi fuori dallo stallo c' è chi gli suggerisce di andare alle urne , e chi, al contrario, gli consiglia di intestarsi il lavoro del governo e proporre nuovi provvedimenti, lasciando agli altri le beghe. «Dobbiamo riflettere bene sui prossimi passi», osserva lui.