rodolfo errore massimo dalema

SACE ALLA GENTE CHE PIACE - L'AGENZIA DI STATO CHE SI OCCUPA DELLE GARANZIE DEI CREDITI ALL'EXPORT È STATO UN FEUDO DI D'ALEMA - DURANTE LE NOMINE DEL GOVERNO CONTE-BIS, “BAFFINO” CALDEGGIO’ LA NOMINA DI RODOLFO ERRORE A PRESIDENTE E FU L’ALLORA MINISTRO GUALTIERI, ANCHE LUI UN FEDELISSIMO DI MAX, A RATIFICARE LA NOMINA - UN CIRCOLO CRESCIUTO INTORNO A ERNST & YOUNG, NETWORK MONDIALE DI SERVIZI DI CONSULENZA E REVISORE CONTABILE, DOVE D’ALEMA È PRESIDENTE DELL'ADVISORY BOARD…

MASSIMO DALEMA E LA PIZZETTA

Fabio Amendolara e Alessandro da Rold per “la Verità”

 

Quando da Fincantieri è arrivata a Sace, l'agenzia di Stato che si occupa delle garanzie dei crediti all'export, l'informazione preliminare sulla trattativa per la fornitura alla Marina colombiana di fregate e sottomarini nella quale è spuntato Massimo D'Alema, due manager della società, come ha svelato ieri la Verità, hanno risposto subito alla chiamata alle armi, facendo sapere di «non vedere l'ora di collaborare alla transazione». Ora che è scoppiata la bomba Sace sceglie il silenzio. Contattata dai cronisti, la società ha fatto sapere che la posizione ufficiale è «non commentare».

gualtieri

 

Che l'ex premier Massimo D'Alema avesse fatto di Sace uno dei suoi numerosi ministeri degli Esteri non è un segreto. A dimostrarlo fu la tornata di nomine nelle aziende partecipate statali del 2019, quando durante il governo Pd-M5s di Giuseppe Conte il compagno Max caldeggiò con una zampata la nomina di Rodolfo Errore come presidente e Pierfrancesco Latini come amministratore delegato (quest' ultimo spinto anche dall'ex amministratore delegato di Cdp Fabrizio Palermo). L'operazione non è stata difficile.

 

A ratificare i desiderata di D'Alema fu l'attuale sindaco di Roma Roberto Gualtieri, all'epoca ministro dell'Economia e da sempre esponente di spicco della dalemianissima Fondazione Italiani Europei.Errore fu una delle diverse nomine dalemiane di quel periodo, cresciute intorno a Ernst & Young, network mondiale di servizi professionali di consulenza e revisore contabile dove l'ex ministro degli Esteri è presidente dell'advisory board.

rodolfo errore

 

Donato Iacovone, capo di Ernst & Young Italia, è così diventato il presidente Webuild-Salini Impregilo, partecipata di Cassa depositi e prestiti: Errore era un partner della società di consulenza. Negli ultimi due anni della Sace dalemiana si è sviluppato un asse di ferro con Fincantieri, un rapporto così stretto che, quando Mario Draghi arrivò a Palazzo Chigi nel 2021, ha fatto sorgere più di qualche domanda allo stesso Mef di Daniele Franco.

 

A farsi qualche domanda è stata la stessa Corte di conti nella relazione del 2020 quando sottolineò come «particolarmente rilevante l'esposizione di Sace nei confronti del settore crocieristico (45,8 per cento), in aumento rispetto all'anno precedente (41,4 per cento)». I magistrati contabili chiesero anche di diversificare, vista anche «l'elevata concentrazione» nel settore crociere con Fincantieri.

PIERFRANCESCO LATINI

 

Non è un caso, fanno notare nelle ultime ore, come la decisione del ministero dell'Economia di riprendersi Sace da Cassa depositi e prestiti (che con Gualtieri, pur restando nell'orbita di Cdp è passata «sotto l'indirizzo e il coordinamento» del ministero) abbia spinto alla fine Errore, il 20 gennaio scorso, a rassegnare le dimissioni. Del resto tra il 2020 e il 2022 l'esposizione dell'agenzia assicurativa statale a garanzia dei prestiti del gruppo di Trieste è arrivata a toccare la cifra di oltre 30 miliardi di euro.

 

Per di più, l'incidenza del settore crocieristico sul portafoglio privato di Sace è pari al 45,8 per cento e vale 22,7 miliardi di euro. Il dato è nella relazione sulla gestione dell'ultimo bilancio disponibile di Sace. In questi anni Errore e Latini hanno lavorato sempre nella stessa direzione. E se il primo ha sempre potuto contare su D'Alema, il secondo ha invece avuto sempre un rapporto stretto con Fabio Gallia, ex numero uno di Cdp e attuale direttore generale di Fincantieri.

 

DONATO IACOVONE 1

I due sono stati manager di banche come Capitalia e Bnl, poi nella Cdp di Claudio Costamagna (nominato presidente nel 2015) hanno lavorato insieme, Gallia da amministratore delegato, Latini a capo dei rischi di via Goito. Sul rapporto tra i due si è sviluppato l'incremento della gestione delle relazioni commerciali tra Roma e Trieste.

 

E la questione ha creato più di qualche malumore negli ultimi due anni, anche perché concedere così tante garanzie al settore crocieristico durante il Covid non è stato di sicuro una mossa vincente. Senza poi ricordare il caso delle due fregate Fincantieri cedute all'Egitto durante la scorsa primavera, caso che ha creato non poche polemiche in Italia. Errore, come detto, si è dimesso il 20 gennaio. Ma quel rapporto stretto con Fincantieri e D'Alema non si è mai interrotto.

FABIO GALLIA

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