giuseppe sala

CHI SALA E CHI SCENDE - IL CANDIDATO SINDACO AMMETTE DI AVER USATO PER LA SUA VILLA AL MARE L'ARCHITETTO A CUI ERA STATO ASSEGNATO (SENZA GARA) UN APPALTO EXPO. ''MA SOLO LUI, NON CI SONO ALTRE AZIENDE'' - ''IL GIORNALE'' GONGOLA: ALTRO CHE MACCHINA DEL FANGO, UN'INCHIESTA SERIA SULLA NUOVA RAZZA PADRONA RENZIANA

Giannino della Frattina per “il Giornale

 

GIUSEPPE SALAGIUSEPPE SALA

«Nessun altro caso De Lucchi», ha detto ieri il commissario Expo Giuseppe Sala in audizione al Comune di Milano. «Non ci sono altri casi di aziende o professionisti che abbiano lavorato anche per me», ha aggiunto con fin troppa disinvoltura. Tanto che vien ancora una volta da chiedersi se il commissario Expo (e candidato alle primarie del centrosinistra a Milano) a questo punto ci sia o ci faccia.

 

GIUSEPPE SALAGIUSEPPE SALA

Perché se non ci sono altri casi De Lucchi, allora significa senza più possibilità di smentita che un caso De Lucchi c' è.

E, di fronte a un «caso De Lucchi», magari si avrebbe il dovere di fare un passo indietro. Significa che non è vero, come hanno sbraitato quelli del Pd (per la verità solo quelli di rito renziano), che l' attacco a Sala è roba della solita destra becera. Non è vero che il Giornale è una macchina del fango, veleno schizzato dal segretario lombardo del Pd Alessandro Alfieri e da quello milanese Pietro Bussolati.

 

GIUSEPPE SALAGIUSEPPE SALA

E, a questo punto, la macchina del fango è proprio il Pd, pronto a infamare la sacrosanta inchiesta messa a punto da fior di giornalisti che hanno dimostrato come Sala abbia utilizzato l' archistar Michele De Lucchi e il dipendente Expo Matteo Gatto (responsabile del masterplan) per la sua villa al mare di Zoagli.

 

E altrettanto fuori luogo è il tentativo dello stesso Sala di gridare all' attacco «politico concentrico della destra e del giustizialismo senza scrupoli». Niente di tutto questo.

Semplicemente la giusta denuncia del Giornale, seguita da quelle di Corriere della Sera e Fatto quotidiano, di uno scarso rispetto delle istituzioni nell' aver utilizzato per faccende domestiche un architetto a cui era stato assegnato (per di più senza gara) un appalto Expo.

 

matteo  renzi giuseppe salamatteo renzi giuseppe sala

Per non parlare delle procedure disinvolte con cui Sala ha frazionato la parcella dell' architetto De Lucchi in tre parti inferiori ai 40mila euro, soglia oltre la quale per un soggetto di diritto pubblico come Expo ci sarebbe stato l' obbligo di gara. Un trucchetto che ha consentito a Fiera Milano spa di aggrapparsi alla «continuità» e affidare sempre a De Lucchi un altro appalto (anche questo senza gara) da 488mila euro (più Iva e cassa pensioni) per Padiglione Zero ed Expo center. «Non avevamo fatto alcun nome», ha assicurato Sala a Repubblica. C' è invece chi dice che sia stata proprio Expo a indicare De Lucchi. Dovessero uscire dei documenti, diventerebbe davvero difficile negare le pressioni di Expo su Fiera Milano.

 

matteo   renzi giuseppe salamatteo renzi giuseppe sala

E così c' era attesa ieri in Comune di Milano per l' audizione di Sala. E fa niente se il presidente della commissione Expo è ancora Ruggero Gabbai, quello stesso consigliere comunale del Pd che ha messo su Facebook la foto del comitato elettorale di Sala riunito nella sede ufficiale di Expo. Comitato elettorale per Sala sindaco di cui lo stesso Gabbai fa parte. Nessun imbarazzo, dunque, a sinistra nel veder di fronte in commissione controllore e controllato, perché evidentemente i conflitti di interesse valgono soltanto a destra.

 

E possibile che nessuno, sempre tra le anime belle della sinistra, si domandi a chi toccherà chiedere al commissario Sala i bilanci di Expo una volta che lo stesso Sala fosse diventato sindaco di quel Comune di Milano che di Expo è azionista di riferimento? Sarà il sindaco Sala a chiedere i bilanci Expo al commissario Sala? Non è un po' troppo anche per la razza padrona renziana, così digiuna di Costituzione e così poco avvezza al galateo istituzionale?

 

SALA PISAPIASALA PISAPIA

E, del resto, che dire del Comune arancione di Giuliano Pisapia, quello dei «diritti per tutti», che ha fatto mettere le mani addosso ai giornalisti dai «ghisa» per farli uscire dall' aula della commissione?

 

Fosse successo con Albertini o la Moratti? Comune fascista e sindacati in piazza.

Per il resto, ieri in commissione, dopo aver ammesso l' utilizzo di De Lucchi per la villa al mare, Sala non ha spiegato molto altro. Nessun documento sugli appalti, nessun chiarimento su quanti siano stati affidati con trattativa privata, quanti con bando pubblico e quanti con procedura negoziata.

 

Nessuna risposta su quanti siano stati spezzettati per aggirare l' obbligo di gara oltre i 40mila euro. «Vi manderò le carte», ha risposto ai consiglieri. Essendo Sala un ottimo manager, è da escludere che sia arrivato impreparato.

ACCORDO EXPO GIUSEPPE SALA ENRICO LETTA ROBERTO MARONI GIULIANO PISAPIAACCORDO EXPO GIUSEPPE SALA ENRICO LETTA ROBERTO MARONI GIULIANO PISAPIA

E allora si vedrà. Siamo solo all' inizio.

 

 

Ultimi Dagoreport

mario draghi praga

DAGOREPORT - MA DRAGHI, COSA SI ASPETTAVA COL SUO DISCORSO AL SENATO, DA PARTITI CHE AVEVANO GIA' AFFOSSATO IL SUO GOVERNO E LA SUA AMBIZIONE QUIRINALIZIA? E SE È ANDATO VIA SBATTENDO LA PORTA, STIZZITO (“VEDO CHE GUARDATE L’OROLOGIO, PER CUI VI RINGRAZIO”) - EPPURE LE SUE PAROLE CONTENEVANO UNA PROPOSTA IMPORTANTE: FINANZIARE IL RIARMO CON EUROBOND - DIETRO IL NO A URSULA, CHE GLI AVEVA PROPOSTO DI COORDINARE IL PIANO REARM EU, PRIMA PASSO A UNA FUTURA DIFESA EUROPEA, CI SONO DUE MOTIVI... -VIDEO

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – COME MAI IMPROVVISAMENTE È SCOPPIATA LA PACE TRA JOHN ELKANN E FRATELLI D’ITALIA? IL MINISTRO DELLE IMPRESE, ADOLFO URSO, SI È SPINTO A DEFINIRE L’AUDIZIONE DI YAKI ALLA CAMERA COME “UN PUNTO DI SVOLTA NETTO” – AL GOVERNO HANNO FATTO UN BAGNO DI REALISMO: INNANZITUTTO LA CRISI DELL’AUTOMOTIVE È DRAMMATICA, E I GUAI DI STELLANTIS NON DIPENDONO SOLO DAI DANNI FATTI DA TAVARES - E POI CI SONO I GIORNALI: ELKANN È PROPRIETARIO DI “STAMPA” E “REPUBBLICA” (E DELL'AUTOREVOLISSIMO SETTIMANALE "THE ECONOMIST). MOSTRARSI CONCILIANTI PUÒ SEMPRE TORNARE UTILE…

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI – SE MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS-CALTA-MILLERI, TENTA DI CONQUISTARE I VOTI DEI FONDI ANNUNCIANDO LA POSSIBILITÀ DI METTERE SUL PIATTO IL SUO 13,1% DI GENERALI, SOLO DOMANI ASSOGESTIONI DECIDERÀ SE PRESENTARE UNA LISTA DI MINORANZA PER LEVARE VOTI ALLA LISTA DI NAGEL-DONNET, PER LA GIOIA DI CALTA-MILLERI (LA DECISIONE È NELLE MANI DEI FONDI CONTROLLATI DA BANCA INTESA) - FINO AL 24 APRILE, TUTTO È INCERTO SULLE MOSSE IN GENERALI DI ORCEL: CHI OFFRE DI PIÙ PER IL 9% DI UNICREDIT? E CHE FARÀ INTESA DI CARLO MESSINA? AH, SAPERLO...

raffaele cantone - francesco lo voi - pasquale striano giovanni melillo

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI! IL CASO STRIANO SUGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA, NON È APERTO: È APERTISSIMO! UNA VOLTA CHE IL FASCICOLO È PASSATO DALLE MANI DI CANTONE, PROCURATORE DI PERUGIA, A QUELLE DI LO VOI (CAPO DELLA PROCURA DI ROMA), CI SI ASPETTANO I BOTTI - IL CAPO DELLA DNA, GIOVANNI MELILLO, È DETERMINATO AD ARRIVARE FINO IN FONDO. E LO VOI, CONSIDERATI I PRECEDENTI (L’OSTILITA' DEL GOVERNO PER IL CASO ALMASRI), NON FARÀ SCONTI - COME NELL'AMERICA DI TRUMP, LA MAGISTRATURA E' L'UNICA OPPOSIZIONE A PALAZZO CHIGI...