letizia moratti enrico letta

“SE IL PD NON SI DÀ UNA SVEGLIA FINISCE CHE SI RITROVA COME I SOCIALISTI FRANCESI” – NEI SALOTTI DI MILANO SI PARLA SOLO DELLA CANDIDATURA DI “MESTIZIA” MORATTI: TUTTI SPINGONO PER UNA CONVERGENZA DEI DEM SUL SUO NOME, CHE POTREBBE SPACCARE IL CENTRODESTRA E FAR PERDERE A SALVINI LA CASSAFORTE LOMBARDA…

Estratto dell’articolo di Federica Venni per “la Repubblica”

 

LETIZIA MORATTI

Letizia sì, Letizia no. Anche se le segreterie del Pd sono per il «mai con Moratti», a Milano e in Lombardia non si parla politicamente d'altro. Perché - piaccia o meno - il divorzio dell'ex vicepresidente della Regione con la sua maggioranza di centrodestra e la candidatura con Calenda e Renzi divide.

 

E ogni volta che c'è una spaccatura si attivano i pontieri. All'interno dei partiti e non solo. Non sono in pochi, soprattutto nel perimetro di quella "società civile" che anima salotti e mondi a cavallo tra cultura, imprenditoria e finanza, a pensare che ragionare, a sinistra, su un'apertura o addirittura un appoggio all'ex sindaca di Milano non sia peccato. Anzi.

cesare romiti e piergaetano marchetti

 

Piergaetano Marchetti, non solo noto giurista e notaio, ma anche presidente di BookCity, lo scrive in mattinata sul suo profilo Facebook: «Ritengo che la scelta di Letizia Moratti sia un fatto di grande interesse nella troppo morta gora della politica lombarda. Ci obbliga a far programmi, a rivedere schemi e abitudini senza luoghi comuni e schiavitù pregresse. La politica "eppur si muove", faccia poi ciascuno la sua scelta sottoponendo ogni idea che credeva acquisita ad un coraggioso test di tenuta ».

 

Piero Maranghi

Un messaggio chiaro e tondo a quei «duri e puri» i quali, «per carità, facciano le loro scelte», anche se «un atteggiamento ostile a priori da parte della sinistra è sbagliato ». E «se il Pd non si dà una sveglia finisce che si ritrova come i socialisti francesi». Qualcosa si muove a sinsitra. Ma a subire un vero e proprio smottamento è anche il blocco elettorale del centrodestra, che più volte negli anni scorsi ha sostenuto Moratti nel suo cursus honoris.

 

Adesso interi pezzi di quel blocco potrebbero continuare a votarla, anche nella nuova veste di paladina del Terzo polo. E, chissà, anche di un centrosinistra più "fluido". Certo, pesa il veto di ieri della segreteria nazionale del Pd. Ma è una segreteria uscente. E tutto da qui al voto delle Regionali potrà succedere.

 

Per il regista Piero Maranghi, editore di Sky Classica, «capacità e competenza» vengono prima delle appartenenze partitiche: «Sono valori dai quali non ci si può scollegare, a maggior ragione nel contesto di un Paese come il nostro che sta assistendo ad una deriva dal punto di vista politico».

 

LETIZIA MORATTI

Non si parla di aria fritta, spiega, «ma di quelli che devono essere i presupposti per candidarsi alla guida della regione più importante d'Italia». Certo è che tra chi non vede l'opportunità di un appoggio a Moratti c'è la sua storia - politica e di incarichi - legata al centrodestra: «Ma nell'atto pratico io non vedo esprimere alcun essere di destra. E poi oggi la Moratti ha una maturità diversa da quella di dieci anni fa».

 

[…]Bruno Tabacci, che di dinamiche centriste ne sa qualcosa, è già al "io l'avevo detto".

 

CARLO CALENDA LETIZIA MORATTI

«Ho suggerito a Letizia Moratti di fare dichiarazioni sulla pericolosità della destra durante la campagna elettorale per le ultime elezioni politiche. Le parlai ad agosto, son passati tre mesi, ora è troppo tardi per chiedere il sostegno del centrosinistra ». Ma c'è qualcuno, tra i dem lombardi, che vuole andare a vedere le carte. Alessandro Alfieri, vicepresidente vicario dei senatori Pd, ribalta la questione: «Se davvero Moratti vuole staccarsi dal centrodestra provi a ragionare con noi», ma «non per fare la candidata presidente ». Mentre il capogruppo del Pd al Pirellone Fabio Pizzul vuole stanarla: «Ci dimostri che la sua non è solo un'uscita per fare un dispetto a Fontana».

letizia moratti manifestazione pace milano

Ultimi Dagoreport

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…