“O L’UE CAMBIA LE REGOLE O DICIAMO NO” - SALVINI E’ PRONTO A DISDETTARE IL REGOLAMENTO DI DUBLINO SUI CONFINI MARITTIMI - “LA SITUAZIONE É PESANTE E NESSUNO CI ASCOLTAVA IN EUROPA. I RIFUGIATI VERI SONO 7 SU 100. ANDREMO A RIVEDERE LA PROTEZIONE UMANITARIA - ORBAN? SBAGLIA SE LASCIA SOLA ITALIA”
GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI
1 - SALVINI, O UE CAMBIA REGOLE O DICIAMO NO
(ANSA) - "Conte andrà a Bruxelles. O c'è una proposta utile, anche per difendere i rifugiati, o cambiano queste regole, o diciamo no. Ha totale sostegno mio e del governo per discutere qualcosa di utile alla nostra sicurezza". Lo ha detto Matteo Salvini ad Agorà su Rai Tre.
2 - MIGRANTI:SALVINI,NON VORREI DISCUTERE CONTRIBUTO A UE
(ANSA) - "Sono ottimista di trovare un accordo soddisfacente (sui flussi migratori al vertice europeo, ndr). Sulla protezione delle frontiere esterne tutti sono d'accordo, vediamo se dopo anni di chiacchiere passeranno ai fatti. Non possiamo pagare sei miliardi l'anno all'Ue e ricevere dita negli occhi. Non vorrei essere costretto a ridiscutere questo contributo". Così il ministro dell'Interno Matteo Salvini ad Agorà su Rai Tre.
3 - SALVINI, RIVEDREMO LA PROTEZIONE UMANITARIA
luigi di maio giuseppe conte matteo salvini
(ANSA) - "La situazione é pesante e nessuno ci ascoltava in Europa. I rifugiati veri sono 7 su 100. Andremo a rivedere la protezione umanitaria, il 30 per cento del totale: occorrono criteri oggettivi" per concederla, ha detto il ministro dell'Interno Matteo Salvini ad Agorà su Rai Tre.
4 - UNGHERIA: SALVINI, ORBAN SBAGLIA SE LASCIA SOLA ITALIA
(ANSA) - "Orban ha ragione sulla protezione delle frontiere esterne, torto quando l'Italia viene lasciata sola". Così il ministro dell'Interno Matteo Salvini ad Agorà parlando del premier ungherese del quale ha condiviso molte scelte negli ultimi anni in tema di immigrazione.
5 - CONTROMOSSA DELL' ITALIA: SOSPENDERE DUBLINO E POI MINACCIA IL VETO
Marco Galluzzo per “il Corriere della Sera”
L' Italia è pronta a disdettare il regolamento di Dublino per quanto riguarda i confini marittimi. Continuerà ad applicarlo per quanto riguarda i confini terrestri, con la Francia, l'Austria, la Slovenia, per esempio, ma è pronta a tirarsi indietro dalle regole europee per tutti coloro che verranno salvati in mare, grazie ad operazioni Sar (search and rescue).
È il nucleo della proposta, ambiziosa quanto rivoluzionaria, che Roma potrebbe portare sul tavolo del prossimo Consiglio europeo, e ancora prima a quello del vertice informale che si terrà domenica prossima a Bruxelles, e al quale parteciperanno anche Spagna, Francia, Germania, Austria, Malta, Grecia, Bulgaria, Olanda e Belgio.
La filosofia della posizione italiana, che i funzionari del governo stanno mettendo nero su bianco, e che ha avuto un via libera ieri pomeriggio nel vertice che si è tenuto a Palazzo Chigi fra il premier Giuseppe Conte e i due vicepremier, è più o meno questa: i migranti che provengono dalla Libia, che vengono salvati nel Canale di Sicilia, nel momento in cui entrano nelle acque territoriali italiane devono considerarsi come persone che hanno varcato i confini della Ue. Per questo ieri sia Conte che Salvini hanno ripetuto che le frontiere marittime a sud della Sicilia sono «europee», prima ancora che italiane.
E per questo Giuseppe Conte, al termine dell'incontro con il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, a Palazzo Chigi, ha detto a muso duro che l'Italia non è disposta a prendere in considerazione le modifiche alle regole sui «movimenti secondari» (i migranti che hanno avuto il primo ingresso in Italia, che poi sono finiti in un altro Paese europeo e che secondo le regole vigenti dovrebbero essere ripresi in carico da Roma), se prima non si discuteranno e non si modificheranno le regole dei «movimenti primari».
È come se il nostro governo si stia preparando ad esportare a Bruxelles questo tipo di schema: l'Italia può garantire i suoi confini terrestri, sui quali ha il controllo, come fanno gli altri Paesi europei. Sui confini marittimi, specialmente quelli adiacenti alle acque territoriali libiche o tunisine, o i 27 Stati europei si dicono disposti ad un' assunzione di responsabilità collettiva, e dunque a considerarli confini di tutta l'Unione, o viceversa il nostro Paese è anche disposto ad prendere decisioni unilaterali.
Assunzione di responsabilità collettiva, di tutta l'Unione, che al momento sarebbe del tutto assente, se non a parole, nella bozza delle conclusioni del vertice di fine mese. Si vedrà come e se verrà declinata, ma sicuramente non potranno mancare riferimenti a più uomini, più mezzi, maggiori risorse finanziarie, tutti della Ue. Insomma un cambio radicale di paradigma, un solco completamente diverso da quello della politica dei piccoli passi che finora ha seguito la Commissione europea come il Consiglio dei 27 Stati, sotto la regia, prevalente, di Angela Merkel.
Del resto per tutto il giorno ieri Matteo Salvini ha fatto l'elenco delle barche che ancora devono essere accolte nei porti francesi e spagnoli, con un misto di baldanza e fermezza che appaiono, entrambe, conseguenza di una linea politica di rottura rispetto al passato. Ha anche messo nel mirino in modo esplicito sia la Merkel che Macron, prodighi di solidarietà solo a parole, secondo la tesi prevalente in questo momento nel nostro governo.
Una linea che Giuseppe Conte condivide, che ha tenuto a rimarcare dopo l'incontro con Tusk, ma che al tempo stesso lo preoccupa: «Non vorrei essere costretto a mettere il veto e sto lavorando per evitarlo», ha detto ai suoi collaboratori, sulle conclusioni del prossimo vertice europeo. Del resto una proposta può essere costruttiva o di rottura, a seconda di come viene scritta e di quello che esattamente contiene.