CACCIARI A OTTOBRE GIALLOVERDE: “NON C' È ALTERNATIVA A QUESTO GOVERNO. SALVINI PIU’ RASSICURANTE DI DI MAIO SUL PIANO ECONOMICO. CONTE E’ UN MISTERO - BRUXELLES SI CALMI E NON SIA COSÌ DEMENTE DA EVOCARE LA TROIKA. IL DEFICIT L'HANNO SFORATO TUTTI - IL PD CONTINUA A SBAGLIARE: SE VA ALLE ELEZIONI DICENDO SOLO 'DIFENDIAMO L' EUROPA' È GIUSTO CHE CROLLI AL 5%" - E POI ZINGARETTI E GLI ERRORI DI RENZI…
Federico Novella per la Verità
Professor Cacciari, si apre un' altra settimana di braccio di ferro tra Italia e istituzioni europee. Ci sarà un vincitore?
«Intanto l' Europa deve darsi una calmata.
Ci minaccia, ma non ha né l' interesse né la forza di farci male con vere sanzioni».
Anche lei boccia la manovra?
«È molto rischiosa, si basa sulla macroballa che l' aumento del debito possa essere compensato dall' aumento del Pil.
Ma sullo sforamento del deficit, non criminalizzo: lo hanno fatto anche gli altri governi. Quindi non spariamo frasi allarmiste. E restiamo calmi».
È l' Europa che sta drammatizzando eccessivamente la situazione?
«Faccia lei. Se a Bruxelles sono così dementi da alzare i toni ed evocare ancora la Troika e commissariamenti vari, servono la vittoria elettorale a Matteo Salvini e Luigi Di Maio su un piatto d' argento. Si rivoterebbe a febbraio e vincerebbero a mani basse».
Quindi il governo è bene che resti in piedi?
«Non c' è alternativa. Non vedo altre maggioranze.
O meglio: l' alternativa è la catastrofe alla quale comunque ci stiamo avviando. Ma i problemi non arriveranno dall' Europa, bensì dai mercati».
Non è un quadro incoraggiante. Come ne usciremo?
«Come sempre, arrangiandoci. Pescheremo dal nostro risparmio privato».
Con opportuni incentivi, daremo l' oro alla patria?
«Se davvero la crisi si aggravasse e avessimo difficoltà a collocare il debito pubblico, temo che ci sarà un prelievo forzoso sui conti, come ai tempi di Giuliano Amato».
Addirittura. Torneranno a prenderci i soldi di notte?
«Credo che la patrimoniale spunterà all' orizzonte. Non so quale governo si ritroverà con il cerino in mano, se questo o un altro. Ma succederà».
Quindi dobbiamo arrenderci: la sovranità appartiene allo spread?
«Del resto nel mondo contemporaneo sono quelle le vere potenze. È mai esistito uno Stato che non si sia trovato a fare i conti con l' influenza dei grandi gruppi finanziari e con la pressione delle banche d' affari? Bisogna solo capire con quali armi combattere. È proprio per contrastare queste tendenze che dobbiamo considerare l' Europa come uno spazio insostituibile e necessario».
E invece alle prossime elezioni europee l' Unione rischia il crack?
«Il timore della dissoluzione c' è. Torneremmo a un' accozzaglia di staterelli, ancora più impotenti dinanzi a queste potenze economiche, i quali avranno solo la forza di massacrarsi a vicenda».
Insomma, sta dalla parte dei burocrati di Bruxelles?
«Ma che c' entrano i burocrati: cosa vuole che contino, quelli. Il problema non sono loro, ma i capi di Stato e di governo. Non riescono ad accordarsi su una sola questione essenziale. Francia, Germania Ognuno tira l' acqua al suo mulino». Come Emmanuel Macron sull' immigrazione: europeista in casa d' altri e sovranista a casa sua?
«Quello è un esempio lampante. Lui personalmente non mi sta affatto simpatico. Ma i francesi son fatti così. Amano la grandeur. Detto questo, di burocrati a Bruxelles ce ne sono tanti: a volte dicono cose sacrosante, altre volte qualche puttanata».
Il commissario Pierre Moscovici ha evocato gli anni Trenta, sostiene che in Europa scorrazza «qualche piccolo Mussolini».
«Ecco, appunto. Ma quali Mussolini. Questi non sono neanche la controfigura. Non paragoniamo le grandi tragedie del Novecento, fascismo, comunismo, alle nostre miserie di oggi».
Insomma, per l' Unione europea servirebbe una nuovo inizio?
«Sicuro. Partire subito con l' unione monetaria pensando all' unione politica è stato come fare il passo più lungo della gamba. Gli Stati si sono intimoriti e hanno finito per chiudersi a riccio, e l' Italia non è stata la prima a spaventarsi».
Gli abboccamenti del governo italiano con la Russia di Vladimir Putin la preoccupano?
«È un processo rivelatore. Per la prima volta dal dopoguerra ci troviamo in una situazione nuova. I grandi imperi, Russia, Stati Uniti e Cina, tifano per lo sfascio europeo. Non vogliono concorrenti al grande tavolo delle trattative mondiali, e sfruttano il momento di debolezza. Per questo in Europa le battaglie si devono combattere insieme. Non siamo più nell' Ottocento. Lo vogliamo capire o no che oggi uno Stato preso da solo non conta un tubo?».
Gli italiani sembrano orientati in altro modo.
«Certo, se poi il Partito democratico si presenta alle prossime elezioni semplicemente dicendo: "Difendiamo l' Europa", beh, allora si merita di crollare al 5 per cento».
A proposito, il Pd è appeso al congresso«Purché sia un congresso come Dio comanda. Se si mettono ancora a fare le primarie con sette candidati si incartano di nuovo. Finora le hanno sbagliate tutte. Si sono agganciati al liberismo negli ultimi 30 anni, sul lavoro, sulle istanze sociali, hanno consegnato le battaglie della sinistra addirittura ai 5 stelle».
Nicola Zingaretti non le dispiace?
«È una carta da giocare. Se non altro non ha ancora perso una tornata elettorale».
Al contrario di Matteo Renzi.
«Renzi ha inanellato una serie di errori sciagurati, dovuti al suo carattere. Ha demonizzato il lavoro pubblico, si è alienato il popolo del partito. E poi la scelta sbagliata di giocarsi tutto con la pseudoriforma del referendum. Per giunta dopo aver rotto con Silvio Berlusconi. Tra l' altro: le pare che si possa rompere un' alleanza sul nome di Sergio Mattarella?».
I due potrebbero ritornare a incontrarsi, però.
«E per far che? Al massimo per giocare a scopone».
Tornando alla maggioranza, si fida più di Salvini o di Di Maio?
«Sul piano dell' equilibrio economico, Salvini è sicuramente più rassicurante. La Lega può tranquillamente aggiustare la manovra e salvare la faccia con la sua base elettorale. Invece il Movimento 5 stelle ha fatto promesse più costose: imploderebbe. Del resto si fonda solo sulla rabbia».
Una rabbia che ha colpito anche il governatore Mario Draghi.
«Ho visto. Ma per carità: meno male che c' è Draghi. Ci sta salvando la pelle».
Beppe Grillo comanda ancora nel Movimento?
«Mi dicono sia stufo di star dietro ai suoi. Credo sia il tipo di padre che a un certo momento ama distruggere la creatura che ha prodotto. Le frasi proferite al Circo Massimo le leggevo da giovane nei romanzetti di fantapolitica. Sono convinto che con quello show il leader volesse consapevolmente complicare la vita ai dirigenti del Movimento».
Il premier Giuseppe Conte è manovrato dai suoi azionisti di governo, o mostra segnali di indipendenza?
«Lui per me rappresenta il grande mistero.
Accettare di fare il "premier per modo di dire" Ancora oggi mi chiedo chi gliel' ha fatto fare. Giovanni Tria lo capisco di più, poverino: l' hanno praticamente costretto dal Quirinale».
Insomma, danziamo sull' abisso: ha voglia di espatriare?
«Questo mai. L' Italia, nonostante tutto, è un Paese meraviglioso».
MASSIMO CACCIARIMASSIMO CACCIARI E ZAMPARINIcacciariCACCIARICACCIARIBERLUSCONI BIBERON RENZILUIGI DI MAIO E GIUSEPPE CONTECACCIARI BOSCHI RENZICARLO MARIA MARTINI E MASSIMO CACCIARI