
MALTA TENSIONE – I 177 PROFUGHI ERITREI A BORDO DELLA “DICIOTTI” SI PREPARANO A PASSARE LA SESTA NOTTE ALL’ADDIACCIO - SALVINI NON CEDE DI UN MILLIMETRO: “MALTA LI HA ABBANDONATI. PRIMA DI CHIEDERE LO SBARCO SAREBBE MEGLIO CHIEDERE ALL’UE”, E TONINELLI SI ALLINEA: “SONO D’ACCORDISSIMO” - DOPO LA PROCURA DI AGRIGENTO, CHE INDAGA PER CAPIRE CHI HA PORTATO I MIGRANTI VERSO L'ITALIA, SI MUOVONO ANCHE I MAGISTRATI DI CATANIA
Ettore Maria Colombo per “il Giorno”
Non c' è santo in Paradiso che tenga per i 177 profughi ancora a bordo della nave della Guardia costiera Diciotti. Il ministero dell' Interno non li fa scendere, come conferma una nota informale di ambienti del Viminale a tarda sera.
«Salvo clamorosi colpi di scena», viene aggiunto dagli stessi ambienti. Come a mettere le mani avanti su pressioni - allo stato, però, non pervenuti - del Quirinale.
Mattarella era intervenuto per un altro caso di migranti in carico sempre alla stessa nave, la Diciotti, lo scorso 12 luglio, quando solo una sua telefonata diretta al premier Conte aveva sbloccato l' odissea di 67 naufraghi della Von Thalassa che la Diciotti aveva portato nel porto di Trapani.
Insomma, per ora siamo nella - consueta, ormai - situazione di «stallo alla messicana», anche se, in questo caso, si tratta di profughi che vengono, quasi tutti, dall' Eritrea. E così, nonostante i reiterati appelli delle organizzazioni umanitarie (e, ieri, anche dello scrittore Roberto Saviano, che parla di «un caso gravissimo e illegale di sequestro di Stato»), Salvini continua nel braccio di ferro con Bruxelles e tiene fermo il suo «no» allo sbarco.
Va notato che, oltre a 177 disperati, di cui 20 sono bambini, i migranti sono ormai da sei giorni sulla Diciotti, in un lembo di Stato (una nave italiana ne rappresenta il territorio, anche in mare) insieme agli stessi componenti dell' equipaggio. Alla Diciotti il Viminale ha concesso solo lo «scalo tecnico» per i rifornimenti. La motonave è sorvegliata dalle forze dell' ordine di Catania dove è ormeggiata da due giorni.
«O l'Europa inizia a fare sul serio difendendo i suoi confini e ricollocando gli immigrati, oppure inizieremo a riportarli nei porti da dove sono partiti. L' Italia ha già fatto la sua parte, e quando è troppo, è troppo» ribadisce il ministro dell' Interno.
Salvini lo dice quasi di rimando nei confronti della Commissione Ue per la Migrazione che, da giorni, fa sapere che il rebus sulla ripartizione dei profughi è aperto e che «i contatti con gli Stati membri sono ancora in corso». Parole.
Salvini, dunque, ha buon gioco a dire che «la Ue non rispetta i patti» e che, sui migranti, «semplicemente non c'è. Tutti cercano di guadagnare tempo, imponendo all' Italia i costi per i trasferimenti (500 euro a persona)».
TONINELLI AL MARE DURANTE L'EMERGENZA A GENOVA
Sui 450 profughi sbarcati a luglio a Pozzallo, ricorda - come un contabile - Salvini, «solo la Francia ha mantenuto l' impegno, accogliendone 47, tutti gli altri Paesi ne hanno presi zero».
Nel mirino di Salvini c'è soprattutto il governo di Malta: «Alcuni immigrati hanno raccontato di essere stati intercettati dai maltesi, accompagnati verso l' Italia e poi abbandonati. Prima di chiedere lo sbarco dalla Diciotti - è la sfida del ministro dell' Interno - sarebbe meglio chiedere all' Unione europea».
Intanto, da giorni, si muove anche la magistratura. Dopo la procura di Agrigento, che indaga per capire chi ha portato i migranti verso l' Italia, anche i magistrati di Catania hanno aperto un fascicolo sulla Diciotti.
Infine, sul ponte della motonave italiana ci si prepara a passare la sesta notte all' addiaccio mentre si fa sentire il pressing delle Ong.
La protesta per persone che «hanno subito torture e che hanno bisogno di ricevere assistenza e asilo» arrivano dalla portavoce dell' Unhcr, Carlotta Sami, mentre Medici senza frontiere e Save the Children si appellano a tutto il governo.
Appelli a Mattarella arrivano da don Ciotti di Libera e altri. Infine, ecco arrivare anche la durissima accusa di Saviano. A tacere, invece, restano il ministro della Difesa, Trenta e il premier Conte.
Parla invece Toninelli, ministro alle Infrastrutture, ma solo per dire «sono d' accordissimo con Salvini».