matteo salvini antonio tajani giorgia meloni

SALVINI ROVINA I PIANI DI GIORGIA MELONI! OSPITE DI NICOLA PORRO, A “QUARTA REPUBBLICA”, IL “CAPITONE” ANNUNCIA: “NON SO COSA FARANNO GLI ALTRI, IO NON MI CANDIDO ALLE EUROPEE, RESTO A FARE IL MINISTRO”. È UNA SCONFESSIONE TOTALE DEL PIANO DELLA DUCETTA DI CANDIDARE SE STESSA E I DUE ALLEATI (SALVINI E TAJANI) PER POMPARE I RISULTATI DEL VOTO – IL SEGRETARIO DEL CARROCCIO NON VUOLE METTERCI LA FACCIA PER NON FINIRE TRITURATO DA UN EVENTUALE BOOM DI FDI, E PUNTA TUTTO SU VANNACCI: “MI PIACEREBBE” – LE BORDATE ALLA DUCETTA SU GIUSTIZIA E PACE FISCALE E IL POSSIBILE ACCORDO PER LE REGIONALI: TOGLIERE LA BASILICATA A FORZA ITALIA (E TAJANI CHE FA? SE NE STA ZITTO A PRENDERE CEFFONI?)

 

 

 

matteo salvini a quarta repubblica 5

1. SALVINI: NON CORRO ALLE EUROPEE MELONI PENSA ALLA CANDIDATURA

Estratto dell’articolo di Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”

 

La tregua natalizia si rompe all’improvviso alle dieci di sera, quando Matteo Salvini va in tv e annuncia a sorpresa che lui alle elezioni Europee non intende candidarsi. Altro che tavolo dei leader, altro che decisione concordata con gli altri «big» del governo.

 

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani atreju

Il segretario della Lega si tira fuori, si augura di poter schierare capolista il generale Roberto Vannacci («mi piacerebbe») e fa capire di avercela con Giorgia Meloni. Rinviare la riforma della Giustizia «è stato un errore, è una priorità». Ed è stato un errore […] «non aver affrontato fino in fondo la pace fiscale». Parole che rivelano quanto alta sia l’irritazione per il mancato accordo sulle Regionali e quanto forte la paura di una sconfitta bruciante il 9 giugno.

 

MATTEO SALVINI - CHRISTIAN SOLINAS

Antonio Tajani ritiene «prematuro» svelare se candidarsi o meno e avverte: «Non credo che si possa prendere nessun impegno prima del congresso di Forza Italia». Meloni è fortemente tentata e, a quanto raccontano dentro FdI, ha fretta di sciogliere la riserva: entro gennaio e dunque prima delle assise di FI, che si terranno il 23 e 24 febbraio.

 

Ma è dal piccolo schermo Mediaset, a Quarta Repubblica, che Salvini spariglia: «Non so cosa faranno gli altri. Io non mi candido, resto a fare il ministro delle Infrastrutture». […]

 

roberto vannacci si tuffa a viareggio 5

Tajani temeva l’accelerazione e per questo invocava «una posizione congiunta»  […] «per dare più forza al centrodestra». La fuga in avanti di Salvini […] rivela la paura di restare al palo. La premier è quotata al 30% (e oltre) e Carroccio e Forza Italia rischiano di certificare nelle urne un terzo, o ancor meno, rispetto a Fratelli d’Italia. In questo quadro ha facile gioco Matteo Renzi quando sospetta che per Meloni le Europee siano «un sondaggio, un grande test» e prevede che, se si candidano tutti e tre, finisce che «lei cannibalizza Tajani». […]

 

2. "EUROPEE, NON CORRO" SALVINI TRATTA LA RESA SULLE REGIONALI

Estratto dell’articolo di Francesco Olivo per “La Stampa”

 

Dovevano decidere tutti insieme, ma ognuno va per conto suo. Matteo Salvini non sarà il capolista della Lega alle Europee: «Continuerò a fare il ministro». Giorgia Meloni si avvia invece a fare la scelta opposta, anche se l'annuncio ancora non c'è.

 

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani atreju

Due giorni fa, invece, Antonio Tajani […] aveva definito «rischiosa» la mossa della premier e in ogni caso «dovrà essere una scelta congiunta». Salvini, intervistato da Quarta Repubblica, ha invece anticipato tutti, aggiungendo «mi piacerebbe candidare il generale Vannacci» […], […]  «una vittima della sinistra radical chic». In serata il generale risponde: «A mente fredda valuterò».

 

Ma le elezioni più vicine sono quelli in Sardegna, dove lo stallo sta per finire. La coalizione resta divisa. Ufficialmente la Lega va avanti: «Il nostro candidato è Christian Solinas». In realtà qualcosa si muove e la partita locale più complicata da quando la destra è tornata al governo è vicina a una soluzione, anche senza dover scomodare i leader della coalizione.

 

matteo salvini a quarta repubblica 10

La scadenza per trovare un accordo, saltati tutti i tavoli, la detta la legge: lunedì prossimo andranno presentati i simboli, all'interno dei quali va indicato il candidato presidente per le elezioni del 25 febbraio.

Matteo Salvini sa bene che Giorgia Meloni non mollerà mai Paolo Truzzu e quindi, escludendo l'idea di una rottura della coalizione, tratta la resa, guardando ad altri territori: la contropartita che il vicepremier è pronto a chiedere è una candidatura in Basilicata (al voto in primavera), che FdI non vede negativamente, ma che aprirebbe un problema serio con Forza Italia, che pretende di ripresentare l'attuale presidente Vito Bardi.

 

matteo salvini a quarta repubblica 7

L'attuale sindaco di Cagliari proposto da Fratelli d'Italia ieri ha riunito quella parte della coalizione che lo sostiene (c'è anche Sardegna al centro, oltre a FdI) e già parla da designato: «Sì, mi sento il candidato governatore». Il Carroccio, sardo e nazionale, non molla, insistendo per la riconferma del presidente uscente: «La nostra posizione è sempre la stessa», dice il leader regionale Michele Pais, «i candidati della coalizione al momento sono due».

 

Forza Italia è dello stesso avviso, ma per motivi puramente tattici. Antonio Tajani, infatti, è consapevole che se venisse meno il criterio della riconferma degli uscenti, la Lega chiederebbe una compensazione, a danno proprio degli azzurri e gli occhi sono tutti puntati sulla Basilicata, visto che in Piemonte la corsa di Alberto Cirio non è mai stata davvero in discussione.

paolo truzzu 3

 

Non è un caso che Forza Italia […] chieda a gran voce un vertice tra i leader della coalizione, una riunione ritenuta non necessaria dagli altri partiti. I messaggi arrivati in queste settimane, e in particolare nelle ultime ore, da via della Scrofa sono stati chiari, Fratelli d'Italia attraverso i suoi dirigenti non ha lasciato mezzo spiraglio agli altri partiti: Truzzu non si tocca.

 

È stata la stessa Giorgia Meloni a esporsi per il sindaco di Cagliari e una scelta diversa […]  vorrebbe dire smentire la presidente del Consiglio. C'è anche un elemento che tutti conoscono, sull'isola e a Roma: Truzzu è legato alla premier da una militanza comune nella cosiddetta "generazione Atreju", e quindi «Giorgia non lo mollerà mai», insistono i fedelissimi.

CHRISTIAN SOLINAS - MATTEO SALVINI

 

Salvini sa benissimo che non c'è spazio nemmeno per un terzo nome e quindi concentra gli sforzi sulla compensazione che pensa di meritare. Con l'eventuale ritiro di Solinas, la Lega sarebbe l'unica a pagare e quindi le attenzioni si rivolgono alle altre regioni al voto.

 

La soluzione che il ministro dei Trasporti potrebbe accettare in cambio della rinuncia al proprio candidato è la conferma della presidente leghista dell'Umbria Donatella Tesei (poco amata da FdI) e la proposta di un nome in Basilicata […]

matteo salvini a quarta repubblica 6matteo salvini a quarta repubblica 3matteo salvini a quarta repubblica 2matteo salvini a quarta repubblica 4

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…