LIBERTÉ, EGALITÉ, FRATERNITÉ? QUANDO ME PARE A ME! - SARKÒ INDIETRO TUTTA! AI SINDACI DELL’ESAGONO: IL VOTO AGLI STRANIERI PER LE AMMINISTRATIVE? MANCO PER IDEA! - NEL 2005 IL PORTA-CIUCCI DI CARLÀ ERA FAVOREVOLISSIMO, MA ORA, IN VISTA DELLE ELEZIONI 2012, HA CAPITO CHE LO SCONTRO DROIT-GAUCHE GLI PORTA CONSENSI - L’IMMIGRAZIONE È TEMA SENTITISSIMO E L’OBIETTIVO È FAR BRECCIA NEI FRANCESI TENTATI DALL’ULTRA NAZIONALISTA MARINE LE PEN...
DAGOREPORT DA "Le Figaro" e "le Monde"
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Il voto agli stranieri? Avevamo capito male. Nicolas Sarkozy fa un clamoroso dietrofront e si schiera contro il disegno di legge presentato al Senato francese per consentire ai cittadini stranieri di partecipare alle elezioni amministrative. "Troppo rischioso in un momento come questo", ha detto ieri l'inquilino dell'Eliseo parlando ai sindaci dell'Esagono. Nell'ottobre del 2005, l'allora ministro dell'Interno, era più che favorevole.
Lo scarto a destra del Capo di Stato neo-papà viene rilevato da tutti i principali media francesi e anche una testata amica come "Le Figaro", sul suo sito, pubblica il video del discorso di ieri accanto a quello di sei anni fa. Ma cosa c'è dietro questa retromarcia? Ovviamente le elezioni del 2012. Nicolas Sarkozy, che i sondaggi danno in ripresa dopo mesi di batoste, punta a conquistare gli elettori tentati dalla demagogia del Fronte Nazionale di Marine Le Pen, in un momento in cui l'immigrazione pare sia un tema molto sentito dalla gente.
"Una tale proposta - ha detto ieri alla platea di sindaci raccolti all'Eliseo - mi sembra avventata. C'è il rischio di causare una profonda spaccatura tra i cittadini in un momento in cui abbiamo bisogno di essere uniti. Il diritto di voto e quello di essere eletti, deve restare legato alla nazionalità francese." Applausi scroscianti. Ma ecco cosa disse lo stesso Sarkozy nel 2005, in un'intervista a "Le Monde": "Personalmente ritengo che non sarebbe affatto anormale che un cittadino straniero regolare, con un lavoro, che paga le tasse e risiede da almeno 10 anni in Francia, potesse votare alle elezioni municipali". L'allora titolare dell'Interno aggiunse anche di "voler aumentare le possibilità di integrazione per gli stranieri regolari. E il diritto di voto alle amministrative fa parte di questo programma."
Quello era un Sarkozy che poteva permettersi di correre in solitaria rispetto al suo stesso partito, l'Ump, rassicurando gli elettori di sinistra in vista delle presidenziali del 2007. Ma ora, all'orizzonte, ci sono quelle del 2012 e la situazione è mutata. L'apertura a gauche del capo dell'Eliseo ha disorientato la destra e non ha portato gli auspicati consensi al centro. Secondo il politologo e consulente di Sarkozy Patrick Buisson, l'immigrazione è diventata per la prima volta una preoccupazione maggiore persino della delinquenza. Il presidente francese spera di avere la meglio su Hollande che, sempre secondo Buisson, non entusiasmerebbe né il centro né le classi popolari. Ovvero le categorie di elettori che potrebbero fare la differenza.
Secondo gli esperti, per il momento, Sarkozy non forzerà ulteriormente la mano a destra (come fece nel 2010, proponendo di togliere la cittadinanza ai rom), ma è finito il tempo della vicinanza al Ps su molti temì. Il presidente si prepara allo scontro, marcando le differenze droit-gauche su famiglia, matrimoni gay, economia, sociale: una strategia che secondo le sue analisi gli porterebbe consensi. Per cominciare, venerdì visiterà la centrale nucleare di Tricastin à Pierrelatte.





