savona di maio salvini mattarella

SAVONA PARLA! E NON DÀ PER CERTA LA SUA NOMINA A MINISTRO DELL’ECONOMIA: ‘HO LASCIATO IL FONDO EUKLID PERCHÉ LA POLEMICA SCOMPOSTA CHE SI È SVOLTA INTORNO AL MIO NOME…’ -  SALVINI ORA TEME L’ASSE TRA MATTARELLA E DI MAIO, CHE IERI HA QUALIFICATO L’ECONOMISTA ‘SOLO UNO DEI NOMI’, MENTRE PER I LEGHISTI ERA UNA TRINCEA INVALICABILE - NEL M5S GLI HANNO CHIESTO DI SCRIVERE SUL ‘FINANCIAL TIMES’ PER RASSICURARE IL MONDO. MA LUI HA RISPOSTO MALE. E ORA LUIGINO VUOLE SPOSTARLO IN UN'ALTRA CASELLA…

1. «ECCO PERCHÉ HO LASCIATO EUKLID LTD»

Lettera di Paolo Savona al ‘Sole 24 Ore

 

PAOLO SAVONA

Caro Direttore, leggo sul tuo illustre quotidiano che il Presidente Mattarella sarebbe irritato per le motivazioni alle mie dimissioni da Euklid LTD, l' innovativa società di gestione del risparmio creata da miei giovani allievi, alla quale ho dedicato gli ultimi due anni della mia attività di studio e professionale.

 

 La polemica scomposta che si è svolta intorno alla mia candidatura mi ha convinto che, venissi o meno nominato Ministro dell' economia e della finanza, sarebbe stato meglio che mi ritirassi dalla presidenza di Euklid potendo rappresentare un ostacolo al decollo dell' iniziativa. Forse sono troppo coscienzioso per i tempi che corrono.

 

Spero e penso che il Presidente Mattarella sia all' oscuro di quanto affermato da ambienti a lui vicini. Non ho affermato che le dimissioni fossero dovute a impegni di governo, ma impegni pubblici; se esiste un altro modo per definire il mio coinvolgimento nelle vicende politiche in corso ho avuto torto e me ne scuso "pubblicamente". Cari saluti.

 

 

2. SCONTRO COLLE -LEGA SUL NOME DI SAVONA ALTOLÀ DI MATTARELLA "ORA BASTA DIKTAT"

PAOLO SAVONA,VINCENZO VISCO,GIACOMO VACIAGO,TOMMASO PADOA SCHIOPPA E GIULIO TREMONTI

Ugo Magri per ‘La Stampa

 

Quando per la terza volta in 48 ore Salvini ha ripetuto che «qualcuno non vuole Savona ministro dell' Economia», quel qualcuno tirato così pesantemente in causa ha ritenuto che la misura fosse colma e rendesse indispensabile una reazione. Per via ufficiosa dal Colle è stata diffusa una nota dove si afferma l' esatto contrario: non è Mattarella a voler mettere veti su Savona, semmai sono altri che sul futuro ministro dell' Economia pretendono di imporre i loro «diktat» (testuale parola) al premier incaricato e al Presidente della Repubblica.

 

Con ciò mettendo a nudo una tensione, senza precedenti negli ultimi 70 anni, tra il Capo dello Stato e un leader di partito destinato oltretutto a diventare titolare dell' Interno, colui che dovrebbe far rispettare la legalità.

 

A chi spetta la nomina

SALVINI DI MAIO BERLUSCONI

Tradotto nel linguaggio di tutti i giorni, lo scontro oppone la forza alle regole. Da una parte c' è Salvini che, sentendosi «unto» dal voto popolare, ritiene di poter piazzare su quella poltrona chi vuole lui, e individua «il meglio che c' è» in questo anziano studioso noto per le sue posizioni anti-euro, Savona, appunto. Ai suoi occhi, chiunque si metta di traverso compie un attentato alla sovranità popolare.

 

Dall' altra parte c' è il Presidente della Repubblica che, se avallasse soluzioni da lui giudicate pericolose per l' Italia, tradirebbe il suo mandato. Oltretutto, in base alla Costituzione la nomina dei ministri spetta a lui su proposta del premier incaricato: chi si intromette (fa intendere la nota quirinalizia) è proprio Salvini.

 

Il quale pesta i piedi anzitutto al povero professor Conte, non ancora insediato a Palazzo Chigi e già bullizzato da un suo futuro ministro al quale semmai (sempre secondo Costituzione) dovrebbe tirare le orecchie. Siamo insomma di fronte a un' anomalia senza precedenti e a un braccio di ferro che, sul piano del «bon ton», è sembrato rientrare verso sera, quando tanto Salvini quanto Di Maio hanno riconosciuto che sì, in effetti, dei ministri si occuperanno Conte e Mattarella. Quelli che potevano sembrare diktat erano solo consigli, benevoli suggerimenti.

 

L' ostacolo tedesco

MATTARELLA E LUIGI DI MAIO

 In realtà, ristabilita l' etichetta, il duello prosegue durissimo dietro le quinte. Mattarella pare determinato a non subire una scelta che il Quirinale teme possa scatenare una tempesta finanziaria, con lo spread alle stelle e conseguenze drammatiche per la gente comune, tipo la Grecia se non peggio.

 

Certe teorie di Savona, che scorge nella Germania attuale le stesse mire espansive dell' epoca nazista, perseguite con modalità diverse, non ci aiuterebbero a discutere serenamente con la Merkel di revisione dell' euro. Se queste tesi ultrà venissero rimangiate, la circostanza sarebbe di aiuto alla nomina di Savona, ma il prof è orgoglioso, non farà certo un atto di abiura.

 

Di Maio Mattarella

E dunque la domanda è: come mai Salvini insiste nel proporre un nome che per il Capo dello Stato è così difficile da accettare? Circola forte il sospetto che Salvini, in realtà, cerchi solo un pretesto per mandare all' aria il governo e tornare alle urne in ottobre con Berlusconi. Il colloquio di ieri sera col Cav tiene aperta quella possibilità. Altri invece immaginano che voglia mettere in piedi il «governo delle SS» (nel senso di Salvini e Savona), cioè a forte trazione leghista, con i grillini ridotti a semplici portatori d' acqua.

 

DI MAIO SALVINI MATTARELLA

Pare che qualche percezione del piano egemonico l' abbia avuta lo stesso Di Maio, il quale si starebbe prodigando per cercare una via d' uscita. Il tentativo è di «neutralizzare» la carica esplosiva della nomina di Savona, ad esempio spostandolo in altre caselle più innocue, o mettendolo sotto la diretta responsabilità del futuro premier. Il quale stamattina farà visita in Banca d' Italia. Dove c' è da scommettere che il governatore, Ignazio Visco, lo renderà edotto dei pericoli che correrebbe l' Italia qualora abbandonasse la retta via. Chi frequenta via Nazionale prevede: Conte ne uscirà con i capelli dritti.

 

 

3. SALVINI ORA TEME L' ASSE TRA CONTE E IL QUIRINALE

Amedeo La Mattina e Ilario Lombardo per ‘La Stampa

 

Oggi Matteo Salvini metterà alla prova Luigi Di Maio. Vuole capire fino a che punto può contare sulla sponda dell' alleato e del premier incaricato che hanno scelto assieme.

Giuseppe Conte vedrà entrambi i leader per risolvere il puzzle del governo entro stasera. E decidere soprattutto chi mandare al ministero-cardine dell' Economia attorno al quale ruota la battaglia di nervi di queste ore.

MATTARELLA SALVINI

 

Un nome, Paolo Savona, sta già lacerando le certezze del patto giallo-verde. Il Quirinale vorrebbe un' alternativa per via XX Settembre. Conte, durante il colloquio di mercoledì con Sergio Mattarella, avrebbe già aperto alla possibilità di convincere i leghisti e i 5 Stelle a dirottare Savona altrove, magari con un incarico ad hoc. Il capo politico del M5S non avrebbe alcun problema. E infatti ha smussato: «Savona è uno dei nomi» ma «dei ministri se ne occuperanno il presidente incaricato Conte e il presidente Mattarella».

 

BERLUSCONI SALVINI MELONI CON MATTARELLA

Affermazioni che non sono piaciute a Salvini, per il quale a Conte «spetteranno» non solo gli onori ma anche «gli oneri di dire nomi e ruoli». Nelle riunioni ristrette Salvini non parla mai male di Mattarella, nonostante avverta da parte del Capo dello Stato la sfiducia nei suoi confronti. Detto questo, è rimasto sorpreso da quanto fatto filtrare dal Quirinale: l' irritazione di Mattarella per presunti «inammissibili diktat» che limiterebbero le prerogative del Presidente della Repubblica e del premier sui ministri. «Ma quali diktat? Piuttosto idee, proposte e suggerimenti» replica piccato Salvini: «Savona resta il nome migliore». È una questione anche politica, di rapporti di forza. Il leader della Lega insiste e lo farà di nuovo, anche oggi, con Conte.

 

giuseppe conte

Perché nella divisione dei dicasteri, all' Economia deve andare qualcuno che è stato indicato dal Carroccio e,«alla fine - ripete ai suoi deputati - il governo dovrà ottenere una fiducia». Insomma, se salta Savona, «tutto potrebbe essere rimesso in discussione», spiega il vicepresidente leghista della Camera, Lorenzo Fontana. La Lega nega che ci sia qualche chance per Luigi Zingales, economista altrettanto euroscettico, che appena tre giorni fa su Foreign Policy tesseva le lodi dei «populisti italiani al governo» in grado «di battere l' establishment europeo».

 

Sul tavolo non c' è altro nome per il Tesoro, giurano. Oggi però potrebbe arrivare. Non quello del capogruppo dei deputati Giancarlo Giorgetti. È vero che piace ai grillini e non dispiace al Colle, ma semplicemente lui non vuole. Preferisce entrare a Palazzo Chigi da sottosegretario per garantire al Carroccio un controllo sulla presidenza del Consiglio, anche se non avrà la delega ai servizi che invece andrà a un grillino, tra Vincenzo Spadafora e Vito Crimi.

Mattarella con Giuseppe Conte

 

Salvini sospetta che si sia già creato un asse tra Mattarella, Conte e Di Maio. Sente che i 5 Stelle non sono compatti su Savona ma teme che possa prevalere il pragmatismo del leader anche per evitare una grana al premier incaricato e un dispiacere per il Capo dello Stato.

 

Una soluzione, ha proposto qualcuno dal M5S, potrebbe essere una dichiarazione pubblica dell' economista, magari attraverso un' intervista al Financial Times , che parli all' Europa, alle cancellerie e ai mercati, che rassicuri sulla stabilità dei conti e sulla moneta unica.

 

Sembra che glielo abbiano suggerito e che Savona abbia dato prova del suo ruvido carattere.

Di fatto, dichiarazioni del genere avrebbero sollevato il Colle, ma avrebbero anche contraddetto anni di tesi e pubblicazioni che hanno sempre messo nel mirino l' euro e il dominio economico tedesco.

 

MASSOLO

Non c' è però solo il Mef a impensierire Conte. Nel primo giorno da premier incaricato ha capito che sono tanti i pezzi a mancare e troppe le richieste che si mescolano ai veti. La Lega vuole le Infrastrutture, come Salvini ha ribadito a Conte, per accertarsi che si faranno le grandi opere. Inoltre, non piace l' accorpamento che sogna Di Maio tra Lavoro e Sviluppo economico, dentro il quale c' è il dipartimento alle Telecomunicazioni, di grande interesse per le aziende di Silvio Berlusconi. I 5 Stelle invece hanno un problema da risolvere agli Esteri. I parlamentari hanno detto al capo politico che non vogliono l' ex ambasciatore Giampiero Massolo. Enzo Moavero Milanesi, in quota Lega, è prenotato per gli Affari europei ma non è escluso che possa essere dirottato alla Farnesina.

 

I leghisti fanno il nome di Pasquale Salzano, ambasciatore in Qatar, di Pomigliano come Di Maio. Ma questa voce è smentita con decisione dai vertici del M5S.

 

 

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