CHI HA SBAGLIATO PIÙ FORTE NEL CASO DELLO SCHERZO TELEFONICO DEI COMICI RUSSI A GIORGIA MELONI? - L'UFFICIO DIPLOMATICO DI PALAZZO CHIGI AVEVA CHIESTO ALL'AMBASCIATORE PRESSO L'UNIONE AFRICANA, ALBERTO BERTONI, DI VERIFICARE SE LA MAIL ATTRAVERSO CUI È ARRIVATO L'INVITO FOSSE AFFIDABILE - QUESTO CONTROLLO NON È STATO FATTO E, PROBABILMENTE, IL SILENZIO DEL DIPLOMATICO È STATO INTERPRETATO COME UN VIA LIBERA DA PARTE DELL'UFFICIO DIPLOMATICO DELLA SORA GIORGIA - ALTRO CHE SCHERZO: PER I NOSTRI SERVIZI SI TRATTA DI UN POTENZIALE ATTO DI GUERRA IBRIDA
Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco, Giuliano Foschini per “La Repubblica”
LO SCHERZO TELEFONICO DEI COMICI RUSSI VLADIMIR KUZNETSOV E ALEKSEI STOLIAROV A GIORGIA MELONI
Il caso della telefonata fake in cui è inciampata Giorgia Meloni, e con lei la sicurezza nazionale, non è finito. Anzi, emergono nuove dirette responsabilità nella catena di comando diplomatica e politica. Non tutto si è chiuso infatti con le dimissioni di Francesco Talò, consigliere diplomatico della premier, che risulta in parte responsabile, in parte capro espiatorio di una sequenza di errori, sottovalutazioni e impreparazione che hanno portato i due comici russi Vovan e Lexus a beffare la presidente del Consiglio. Ieri il sottosegretario alla Presidenza e Autorità delegata, Alfredo Mantovano, è stato ascoltato al Copasir.
E dall’audizione sono emersi almeno tre elementi. Il primo: l’ambasciatore italiana presso l’Unione africana, Alberto Bertoni, era stato contattato per verificare la bontà della mail arrivata a Palazzo Chigi con la quale i russi - spacciatisi per Moussa Faki, presidente della commissione dell’Unione africana - chiedevano un contatto per rintracciare la premier. Apparentemente, si trattava di un indirizzo corretto, perché hackerato. Ma sarebbe bastato fare un controllo con il gabinetto di Moussa Faki per capire che si trattava di una trappola.
Una verifica che non è stata fatta. E questo nonostante, si scopre ora, l’ufficio diplomatico di Palazzo Chigi avesse correttamente avviato l’istruttoria. «Non è chiaro se sia arrivato un via libera dalla nostra ambasciata o piuttosto, come sembra, un silenzio che è stato interpretato erroneamente come assenso», ragiona una fonte vicina al dossier. «Ma è stato commesso un imperdonabile errore, anzi due: da parte di chi non ha risposto. E da parte di chi quella risposta non l’ha sollecitata».
VLADIMIR KUZNETSOV E ALEKSEI STOLIAROV - SCHERZO A GIORGIA MELONI
[…] La premier nella coda della telefonata avesse avuto qualche sospetto sulla “bontà” dell’interlocutore, a causa dell’insistenza dei quesiti centrati sulla crisi ucraina. La premier aveva poi affidato i suoi dubbi all’ufficio diplomatico, che l’aveva però tranquillizzata. «Per questo si è dimesso Talò».
Nella discussione interna al Copasir, ma anche in quella in corso tra le forze parlamentari, è emerso anche - e veniamo al secondo punto - come la ricostruzione non possa fermarsi qui. L’obiettivo adesso è capire se davvero non sono stati compiuti ulteriori accertamenti. E, nel caso, il perché di questa scelta. E ancora, se c’è stata in quelle ore un’interlocuzione tra l’ufficio diplomatico, che fatto salvo Talò è rimasto attualmente nella composizione precedente all’incidente, e la premier.
MEME SULLO SCHERZO A GIORGIA MELONI DI VLADIMIR KUZNETSOV E ALEKSEI STOLIAROV
O magari con la sua segreteria particolare che aveva gestito fino a quel momento il dossier. Un dubbio legittimo, visto che in queste ore è emerso un particolare in più. Con un comunicato stampa datato 12 ottobre l’Unione africana scriveva: “È giunto all’attenzione dell’Ufficio di presidenza che diverse capitali straniere sono state vittime di indirizzi e-mail falsi che pretendono di essere e-mail ufficiali del vice capo di stato maggiore per conto del presidente della Commissione dell’Unione Africana, chiedendo telefonate ai leader stranieri.
L’Unione Africana desidera inoltre ricordare che tutte le richieste di impegno ad alto livello da parte del Presidente avvengono sistematicamente attraverso i normali canali diplomatici, tramite Nota Verbale indirizzata alle ambasciate accreditate interessate con sede ad Addis Abeba, all’attenzione dei paesi stranieri interessati”.
Vladimir Kuznetsov e Aleksej Stoljarov - Vovan e Lexus
A chi si riferivano? Probabilmente alla leader estone, Kaja Kallas, che ha subito uno “scherzo” simile a quello di Meloni, accorgendosene e denunciandolo subito. Ma il punto è capire se parlassero anche dell’Italia, come il comunicato sembra fare: il problema è che, stando alla ricostruzione ufficiale fin qui fatta, il 12 ottobre non c’era alcuna certezza che la premier avesse parlato con i russi e non con Moussa Faki. Perché allora questo comunicato? Qualcuno sapeva?
Infine, la “matrice”. Al Copasir, Mantovano ha spiegato come i nostri servizi non ritengano “uno scherzo” quello dei due comici russi. Piuttosto, un potenziale atto di guerra ibrida, vista anche la linea dell’Italia sul conflitto in Ucraina. […]
lucia pasqualini - francesco maria talo' - Musalia MudavadiFrancesco Maria TaloFrancesco Maria Talo.
ALFREDO MANTOVANOtweet sulle scherzo telefonico a giorgia meloni 11roberto maroni e alfredo mantovano nel 2003 alfredo mantovanoMEME SULLO SCHERZO TELEFONICO A GIORGIA MELONI