ROGITO, ERGO SUM – SCAJOLA ASSOLTO PER LA CASA AL COLOSSEO: PER I GIUDICI ERA DAVVERO ‘INCONSAPEVOLE’ – SALLUSTI: ‘EBBE UNO SCONTO A SUA INSAPUTA: ALLE VOLTE LA REALTA’ SUPERA LA FANTASIA’ – TRAVAGLIO: ‘MEGLIO DEL MIGLIOR VAUDEVILLE’

1. A NOSTRA INSAPUTA SCAJOLA PAGÃ’ CASA A SUA INSAPUTA
Alessandro Sallusti per ‘Il Giornale'

Non solo non c'è stato reato, e que¬sto lo sapevamo già dalla senten¬za di assoluzione, ma leggendo le motivazioni dei giudici scopriamo oggi che davvero l'ex ministro Claudio Scajo¬la ebbe uno sconto «a sua insaputa» quando comprò il famoso attico a Ro¬ma vista Colosseo.

Le carte parlano chiaro. Non sapeva, il ministro, di un accordo segreto tra intermediario e venditore. Cade così uno dei più fa¬mosi tormentoni degli ultimi anni, quel «a mia insaputa» che Scajola pronunciò in un estremo tentativo di difendersi e che ha fatto storia.

Più che l'attico sospetto, fu la fra¬se che oggi sappiamo vera ma che allora suonò infelice e ridi¬cola, a costringerlo a inevitabili dimissio¬ni. Fui tra i primi a chiedergli un passo in-dietro. Era ineluttabile e financo saluta¬re per lui. Oggi chiedo scusa della man¬canza di fiducia. È che alle volte la realtà supera la fantasia. A nostra insaputa.


2. ROGITO, ERGO SUM
Marco Travaglio per ‘Il Fatto Quotidiano'


Sono finalmente uscite le motivazioni della sentenza del Tribunale di Roma che a fine gennaio ha assolto Claudio Scajola per la casa pagata per due terzi a sua insaputa dal costruttore Diego Anemone (colpevole, ma salvo per prescrizione). Meglio del miglior vaudeville. La trama.

Nel 2003 il noto senzatetto, che è anche ministro per l'Attuazione del programma del governo B., cerca disperatamente una casa. E, come tutti i senzatetto, chiede aiuto a un alto dirigente dei Lavori pubblici, Angelo Balducci (liquidato nella sentenza come "persona vicina al Vaticano... inserita nel contesto politico"), uomo di buon cuore che "si mostra disponibile ad aiutarlo".

Il ministro precisa di avere "un budget di 600 mila euro". Balducci gli trova un appartamento di 210 mq vista Colosseo, opzionato da Anemone per 1,7 milioni. Anche Anemone è un buon samaritano: rinuncia all'opzione, stanzia 1,1 milioni per dargli una mano, incarica l'amico Angelo Zampolini di consegnarli in assegni circolari alle sorelle Papa (le proprietarie). E, non contento, si fa in quattro per ristrutturare l'alloggio "in economia": 60-70 mila euro che Scajola paga "in contanti" (è un cittadino modello): le fatture "non sono intestate al proprietario, bensì ‘caricate' su appalti pubblici".

Del che Scajola "non sa spiegare il perché". Per la cronaca, nel 2001 Anemone ha avuto appalti dal Viminale retto da Scajola, ma la sentenza glissa: sennò si potrebbe sospettare un atto di gratitudine (o di corruzione). "Scajola - prosegue il giudice, restando serio - ricorda di non aver fatto parole del prezzo con le sorelle Papa". Cioè: l'acquirente parla con le proprietarie, ma evita di informarsi su quanto costa la casa?

Oltre alle virtù civiche per cui è arcinoto, Scajola è anche la discrezione in persona. Siamo al 7 luglio 2004, giorno del rogito nell'ufficio di Scajola. Ma lui entra ed esce da una porta all'altra sfarfalleggiando tipo Houdini. Al notaio, alle Papa e al direttore di banca, Scajola fa "un breve saluto". Ma - vedi alle volte la sfiga - quando entra Zampolini con gli assegni, "si era allontanato per ragioni di servizio". Salvo ripresentarsi per la "lettura del rogito". Ma tutti lo tengono proditoriamente all'oscuro del prezzo giusto.

Per il giudice, fra l'altro, la casa valeva 987 mila euro: Anemone poteva cavarsela con 400 mila, invece ne promise alle Papa 1.700 rimettendocene 700 mila. Chissà mai perché. Del resto - ragiona il giudice - se Scajola avesse saputo, avrebbe preteso "modalità operative" meno "sospette" e "grossolane" degli assegni circolari. Viene in mente Alberto Sordi avvocato che difende un ladro e spiega al giudice che il suo cliente è innocente perché ha la faccia da ladro e insospettirebbe le vittime: per essere ladri bisogna avere la faccia da onesti, sennò si resta disoccupati.

C'è, è vero, un'"obiezione di indubbio impatto suggestivo": che interesse aveva Anemone a regalare 1,1 milioni "senza che il beneficiario lo sapesse"? Ma ecco pronta la risposta, "per nulla inverosimile", anzi dotata "sul piano logico della stessa valenza di quella della Pubblica Accusa": prevedendo "un netto rifiuto dello Scajola a un'offerta di aiuto economico", Balducci&Anemone pagarono due terzi della casa a sua insaputa per "porlo di fronte a un fatto compiuto, in una situazione di sudditanza psicologica e condizionamento", per poi ricattarlo "in vista di eventuali richieste di favori" facendo leva sulle "implicazioni negative nel caso in cui la notizia fosse divenuta di dominio pubblico". Già, ma per ricattarlo avrebbero dovuto informarlo: e il giudice afferma che Gatto & Volpe non gli dissero mai nulla.

E allora perchè mai Scajola avrebbe dovuto sentirsi obbligato verso i suoi pelosi benefattori? Qui la prova logica cede il passo a un'assoluta novità giuridica: la prova illogica. A questo punto Scajola poteva pure risparmiarsi l'alibi dell'insaputismo, che troppe ironie gli cosò. E copiare direttamente quello, ben più roccioso, dell'Armando di Jannacci: "Io c'ho l'alibi, a quell'ora sono quasi sempre via".

 

CLAUDIO SCAJOLA scajola e caltagironeSCAJOLA E SIGNORA NELLA CASA CON VISTA COLOSSEOCasa Scajola al colosseoSALLUSTIinnocenzi travaglio vauro santoro

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....