LO SCANDALO DEL CARDINALE PEDOFILO? FOLLOW THE MONEY! - CI SCRIVE ANDREA MAINARDI, ESPERTO DI COSE VATICANE: ''LA CURIA SAPEVA DA DECENNI CHE IL CARD. MCCARRICK SI INFILAVA SOTTO LE LENZUOLA DI GIOVANI PRETI E SEMINARISTI (MAGGIORENNI). PERSINO RATZINGER AVEVA…'' - ''EPPURE, LA PORPORA GLI È STATA STRAPPATA SOLO A LUGLIO, RIPESCANDO LA STORIA DI UN CHIRICHETTO MOLESTATO 50 ANNI FA. FORSE C'ENTRA UN FLUSSO DI SOLDI DALL'AMERICA CHE SI ERA INTERROTTO DI COLPO?''
Lettera di Andrea Mainardi, giornalista esperto di affari vaticani, a Dagospia
Caro direttore,
theodore mccarrick tra george w bush e il giudice della corte suprema john roberts
nel questionare intorno all’affaire Viganò c’è un articolo del Washington Post uscito poche ore fa che già molto fa parlare di sé. Per Michelle Boorstein, l’esplosiva lettera dell'ex ambasciatore vaticano rivelerebbe l'influenza della rete di media cattolici conservatori. In pratica, sostiene, un network mediaticamente alleato per condurre la propria battaglia contro Papa Francesco che si comporterebbe come Breitbart News ai tempi della corsa presidenziale di Donald Trump.
Ipotesi forse grandiosa, ma da tenere in considerazione. Non fosse per il commento prontamente firmato dal direttore del Sismografo, irrinunciabile fonte di informazione per chi segua vicende vaticane. Scrive Luis Badilla: “In questo genere di storie (la vicenda Viganò, ndr) c'è sempre un elemento costante, imprescindibile, eterno: il denaro… non possono mai mancare i soldi, i dollari, gli amici degli amici che trafficano con questi dollari per comprare e vendere consensi, fette di potere, influenze”.
Se si fatica a seguire Badilla quando aggiunge che Viganò “è stato alfiere e autorevole rappresentante di questi connubi” – dal momento che di questo intreccio non se ne ha contezza – la pista sembra essere giusta. Ma precedente. Bisogna andare all’origine della crisi di questi giorni. Direttamente all’ex cardinale Theodore McCarrick.
papa francesco bergoglio con il cardinal theodore mccarrick
Della doppia vita del decardinalizzato McCarrick difficilmente si può negare si sapesse. Almeno ad alti livelli. Negli Stati Uniti come a Roma. Già da prima del 2010 era noto che il prelato globetrotter, accattivante pastore dal pulpito, amasse inlezuolarsi con seminaristi e giovani preti maggiorenni. Nel 2005 e nel 2007 due diocesi Usa hanno raggiunto accordi extragiudiziali da 80 e 100mila dollari con due ex seminaristi del New Jersey che accusavano di essere stati molestati dal loro ex vescovo quando era in servizio lì.
Ci sono diverse lettere di Richard Sipe, esperto nel campo degli abusi sessuali, al Vaticano e ai vescovi americani. Sipe è morto ai primi di agosto, prima del deflagrare della crisi Viganò. Le sue lettere a fatica non devono avere avuto una qualche eco in quell’ambiente curioso e a volte pettegolo quale è quello della Curia vaticana.
theodore mccarrick con il giovane james che lo accusa di abusi quando era minorenne
Di “comportamenti inappropriati” con giovani adulti, anche se solo a mezze parole, alcuni prelati statunitensi hanno ammesso di esserne stati vagamente a conoscenza. Di amoreggiamenti, o abusi di potere, come li si voglia chiamare. Ieri, con un breve video, il vescovo Steven Lopes ha detto senza mezzi termini, e con una franchezza fino ad oggi non ancora ascoltata, in pratica autodenunciandosi: “Lo sapevamo tutti”. Non si parla di pedofilia. Quella è arrivata dopo, molto dopo. Ma della doppia vita di McCarrick in molti sapevano.
Ma allora, oltre ai vari punti sollevati dalla testimonianza Viganò, che la Conferenza episcopale americana sembra avere preso sul serio, tanto da chiedere al Papa di predisporre una visita apostolica negli Stati Uniti, un’altra domanda emerge. Perché McCarrick è deragliato solamente la scorsa primavera, quando è stata ritenuta credibile un’accusa ben più pesante: quella di avere accarezzato un chierichetto adolescente? E non ieri, ma cinquant’anni fa.
Di questo solo quest'anno si è venuto pubblicamente a sapere. Così le misure della tolleranza zero che si sono imposte nella Chiesa a partire dal 2002 sono rapidamente intervenute come noto, fino all’inedita mossa di Papa Bergoglio: togliere la porpora all’emerito di Washington.
Che Francesco sapesse o meno dei comportamenti inappropriati – non della pedofilia, verso la quale si è mosso subito – non pare il punto cruciale. Ma perché se qualcuno sapeva di amori (o abusi, ma tra maggiorenni) omosessuali all'ombra dei seminari e in un capanno per le vacanze, non ha agito? Forse perché non era stato troppo meritevole di attenzione?
Anche il New York Times stava lavorando sulla storia in tempi non sospetti. Ma non uscì una riga sul liberal quotidiano della Grande Mela. Il caso Weinstein era ben lontano dal saltar fuori. Che un uomo, cui sarebbe richiesta la castità, o almeno la prudenza, andasse con un altro uomo, evidentemente non era sembrata notizia.
Fatto sta che pare altamente credibile quanto rivelato da Viganò – lo ammette via tweet persino un non certo simpatizzante ratzingeriano come Alberto Melloni: Papa Benedetto potrebbe effettivamente avere comminato tra il 2009 e il 2010 sanzioni nei confronti di McCarrick.
Probabilmente non erano sanzioni in senso tecnico per delicatezza verso un prelato anziano e ormai pensionato. Forse era solo un auspicio, magari sotto forma di un fermo invito al monsignore a farsi vedere in giro il meno possibile, a smetterla di viaggiare e tenere conferenze, e a cominciare a pensare ai destini ultraterreni dell’anima sua. O forse Ratzinger in quel momento non poteva fare di più.
Dell'invito assolutamente disatteso, come rivelano le molte apparizioni pubbliche di McCarrick, è noto. Lo si è visto accanto a Papa Benedetto – che certo non poteva prendere a pedate davanti ai signori cardinali un loro collega –, e come pure al fianco dell’allora nunzio Viganò. E pure, negli anni delle riferite sanzioni da parte di Benedetto, McCarrick pare essersi fatto apparecchiare un buen ritiro in un quartiere esclusivo di Washington, per lasciare il seminario Redemptoris Mater del Cammino Neocatecumenale dove dalla pensione aveva vissuto.
carlo maria vigano con mccarrick nel 2012
Insomma: perché McCarrick non è mai inciampato prima del 2018 nelle sue storie di letto con giovani adulti?
Seguendo lo stesso paradigma adottato dal Washington Post per decriptare le intenzioni di Viganò, la risposta potrebbe essere la stessa: follow the money. E' ovviamente solo una domanda.
Fino a qualche settimana fa il nome di McCarrick compariva ancora tra i membri del board sulla pagina ufficiale della Papal Foundation, la più importante charity cattolica degli Stati Uniti, forse la più ricca del mondo, che lo stesso McCarrick contribuì a fondare nel 1998. La mission della fondazione è sostenere le opere di carità del Romano Pontefice. Club esclusivo: i donatori si impegnano a versare un milione di dollari nel corso di non più di dieci anni, con una donazione minima di 100mila dollari ogni anno. Attualmente la Fondazione può contare su un fondo di oltre $ 215 milioni con un totale di $ 121 milioni assegnati a borse di studio.
McCarrick ha inoltre ricoperto il ruolo di membro del consiglio di amministrazione di almeno altre due fondazioni di ispirazione cattolica. Grazie al suo intervento, milioni sono passati alle opere di carità dell’Arcidiocesi di Washington e della Chiesa nel mondo. Si tratta della Fondazione Loyola, con sede in Virginia, che generalmente fa sovvenzioni per attività missionarie cattoliche all'estero; e della Ghr Foundation, con sede nel Minnesota, i cui obiettivi di sviluppo globale, salute e istruzione comprendono l'azione interreligiosa, il rafforzamento delle comunità religiose femminili e le scuole cattoliche.
Secondo la Cna, McCarrick ha fatto parte del Consiglio di Fondazione Loyola per più di due decenni. La Loyola ha donato dai $ 20.000 ai $ 40.000 all'anno per il fondo dell'arcivescovo per almeno 10 anni. Le borse di studio hanno totalizzato almeno $ 310.000.
Non meno importante il ruolo di McCarrick presso la Ghr Foundation. L’arcivescovo è stato membro del board dal 2006 al 2016. La Fondazione ha stanziato 225.000 dollari in sussidi dal 2006 al 2014. Il fondo, fondato nel 2006, ha aiutato le cause dell'Arcidiocesi di Washington, dove l'arcivescovo McCarrick è stato nominato nel 2000. La Ghr ha inoltre concesso una sovvenzione di $ 80.000 alla stessa Arcidiocesi nel 2010 (McCarrick era in pensione dal 2006, ma ancora molto attivo). La Fondazione Ghr ha anche donato $ 1 milione all'anno, a partire dal 2007, affinché la Papal Foundation possa sostenere il lavoro di carità del Papa. Tutte queste fondazioni hanno tagliato i loro rapporti con l’ex cardinale all’emergere degli ultimi scandali che hanno travolto l'ex cardinale.
Della Papal Foundation in Italia si era molto scritto a inizio anno, quando è emerso che dal Vaticano era arrivata negli Stati Uniti la richiesta di sostenere il piano triennale di rilancio dell’Idi, l’Istituto Dermopatico dell'Immacolata di Roma finito in bancarotta. La donazione, secondo i media americani, doveva aggirarsi intorno ai 25 milioni di euro. La charity si è opposta, decidendo per una cifra di entità decisamente inferiore. Oltre le mura non devono averla presa bene. Tanto che la tradizionale udienza di primavera del Papa con i ricchi benefattori Usa è stata rimandata.
Nel giro di qualche settimana sul collo dell’arcivescovo McCarrick è arrivata l’accusa di avere abusato di un chierichetto. Non ieri, ma una cinquantina di anni fa. Quindi sono scattate le indagini sul suo conto e a luglio è arrivata la decardinalizzazione.
Dove trascorra la sua quaresima di penitenza la sua ex eminenza che tanti denari per la carità ha portato alle casse della Chiesa non è dato sapere. Da un paio di giorni due giornalisti dello Spectator sono appostati fuori da una villa in un quartiere di lusso di Washington di proprietà dell’Arcidiocesi. Nove camere da letto e cinque bagni. Valore immobiliare stimato: 2,3 milioni di dollari. I cronisti sostengono di avere forti indizi che lì abiti proprio McCarrick.
In un video ripreso da George Neumayr sembra intravvedersi alla guida di un suv che si allontana dalla villetta, monsignor Mario Dorsonville, vescovo ausiliare del cardinale Wuerl, attuale arcivescovo della capitale tirato in ballo da Viganò. In un altro video pubblicato su twitter si sente, dal prato ben curato della residenza, il portavoce dell’arcidiocesi a smentire senza troppa convinzione che McCarrick si sia trasferito lì, al 4110 di Warren Street, Washington, DC. Non c'è motivo per dubitare della smentita. Del resto ci sono stati tempi nella Chiesa in cui i confessori per molto meno spedivano i loro penitenti in pellegrinaggio a piedi a Santiago de Compostela.