UNO STRETTO TROPPO STRETTO PER DUE PADRONI - SCARAMUCCE A GIBILTERRA TRA SPAGNA E GRAN BRETAGNA (PER QUALCHE EURO IN PIÙ)

Alessandra Rizzo per "la Stampa"

C'era una volta il nemico numero uno del Regno Unito: la Spagna che, con la sua «armada» e il tentativo di deporre la prima Regina Elisabetta nel 1588, fece tremare una nazione solitamente imperturbabile. Oggi, quando gli spagnoli invadono il territorio britannico usano EasyJet e sono studenti, impiegati e turisti che vengono accolti a braccia aperte. Ma una nuova battaglia si è scatenata tra le due nazioni, non per il controllo dei mari, ma intorno ad un piccolo lembo di terra, Gibilterra, enclave britannica nella punta meridionale della Spagna.

Le tensioni degli ultimi giorni sono culminate nella minaccia del ministro degli esteri spagnolo, Jose Manuel Garcia-Margallo, di imporre una tassa di 50 euro a ogni veicolo che entri o esca da Gibilterra. «La festa è finita», ha detto senza tanti giri di parole.

Gibilterra, 30.000 abitanti su circa 7 kilometri quadrati, un'economia basata sulle banche off-shore, le scommesse online e il turismo, è finita sotto il controllo britannico tre secoli fa come parte di un accordo di pace. È una situazione che Madrid sopporta con fastidio e che dà adito a periodici dissidi e piccoli dispetti.

L'ultimo caso circa dieci giorni fa, quando le autorità di Gibilterra hanno cominciato a sistemare blocchi di cemento vicino alla costa per creare una barriera artificiale che, secondo loro, avrebbe aumentato il numero di pesci. Madrid ha subito protestato, sostenendo che quei blocchi ostruivano il passaggio dei pescherecci, e ha cominciato ad aumentare i controlli alla frontiera.

Nel weekend si sono creati lunghe code e ritardi che hanno obbligato migliaia di persone ad aspettare fino a sei ore sotto il sole. È immediatamente scattata la contro-protesta di Londra, con il ministro degli esteri William Hague che ha convocato l'ambasciatore spagnolo nel Regno Unito per esprimergli la sua preoccupazione.

Le autorità di Gibilterra hanno addirittura parlato di «tortura» per le perquisizioni fatte alla frontiera, e hanno protestato con l'Unione Europea. «Mentre la Spagna ha il diritto di controllare persone e merci che attraversano il confine, questi controlli dovrebbero essere proporzionati e non devono interferire con il diritto dei cittadini dell'Ue alla libertà di movimento su una frontiera interna dell'Unione Europea», hanno scritto in una lettera.

Nessuna delle due parti sembra voler indietreggiare, anzi la posizione di Madrid, forse anche a causa della grave crisi economica, si è irrigidita rispetto al precedente governo. Garcia-Margallo ha minacciato di interdire lo spazio aereo ai voli diretti verso Gibilterra e modificare la legislazione così da portare le compagnie di scommesse online che operano dal territorio britannico sotto la giurisdizione spagnola in materia fiscale.

Il ministro ha spiegato che i proventi della tassa da 50 euro andrebbero a sostenere i pescatori spagnoli colpiti dalle politiche di Gibilterra. A Londra, il Foreign Office non si lascia intimidire, pur dichiarandosi preoccupato. «Non faremo compromessi», fanno sapere. «Continueremo a usare ogni misura per garantire la sovranità britannica».

 

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