conte schlein emiliano decaro

SCHLEIN, OCCHIO AL CAMALE-CONTE! PEPPINIELLO FA IL FURBETTO E IN PUGLIA FINGE DI ROMPERE MA IN REALTA’ PUNTA A RADDOPPIARE GLI ASSESSORI M5S CON IL RIMPASTO DI EMILIANO – CONTE PUNGE ORLANDO (“È IL PD CHE ACCOGLIENDO DI MAIO HA ALIMENTATO IL TRASFORMISMO”) E STRAPPA COI DEM SULLA POLITICA ESTERA: “NO ALL’APPIATTIMENTO SULLE INDICAZIONI BELLIGERANTI PRESE NEI VERTICI NATO” – GELIDO SU DRAGHI AL VERTICE DELLA COMMISSIONE UE: “È PREMATURO PARLARE DI CANDIDATURE” - IL SUPERBONUS? E’ STATO CONFERMATO DA DRAGHI E DAL GOVERNO MELONI. PARLARE SOLO DEI SUOI COSTI È UN ATTO DI DISONESTÀ INTELLETTUALE”

Domenico Di Sanzo per il Giornale - Estratti

 

ELLY SCHLEIN - GIUSEPPE CONTE - MEME BY USBERGO

È il gioco di Giuseppe Conte. Ha lasciato ma può raddoppiare. E così, al netto del cinismo dell'operazione, lo strappo del M5s in Puglia si sta trasformando in una specie di capolavoro di tattica politica. Con la complicità del Pd e la sponda di Michele Emiliano. Tutto si muove venerdì, quando Elly Schlein convince il governatore pugliese a prendere sul serio lo scenario di un azzeramento della Giunta regionale. Che è esattamente ciò che voleva ottenere l'ex avvocato del popolo italiano nel momento in cui ha deciso di passare all'opposizione del disastrato centrosinistra pugliese. Uscire per rientrare. Lasciare e raddoppiare.

 

CONTE EMILIANO

Intanto Conte torna a proporsi come l'unico alfiere della «questione morale». «In questi giorni molti opinionisti e commentatori hanno tirato fuori le unghie. Contro la corruzione, il voto di scambio, la commistione di interessi fra politica e affari che emergono dalle inchieste in tutta Italia? Macché. Si sono furiosamente scagliati contro di me e il M5s, perché - anziché far finta di nulla - abbiamo osato porre l'urgenza della questione morale», scrive l'ex premier in un post sui social.

 

EMILIANO CONTE

Conte cavalca ancora le vicende pugliesi: «Ci hanno definito opportunisti, anche se in Puglia abbiamo rinunciato ad assessorati e incarichi pur di dare un segnale di svolta dopo le inchieste che non ci hanno nemmeno sfiorato». In realtà la mossa del passaggio all'opposizione di Emiliano potrebbe avere l'effetto di aumentare poltrone e influenza. A Bari, certo. Ma soprattutto a Roma. Ecco lo scenario auspicato dal presidente del M5s: Emiliano procede a un rimpasto radicale della Giunta, accontentando i desiderata di Schlein, tutta indaffarata a rincorrere il giustizialismo grillino.

 

 Da lì Conte passerebbe all'incasso. C'è l'assessorato alla legalità, inserito dal M5s nel protocollo consegnato dall'ex premier giovedì a Emiliano. «Non abbiamo chiesto quell'assessore per noi», precisano i pentastellati. Eppure sembra scontato che tutto si muoverà nella direzione voluta da Conte.

 

(…)

 

CONTE

Francesca Schianchi per la Stampa - Estratti

L ALLEANZA CONTE - PD - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

 

Al termine di una settimana intensa, in una giornata di impegni familiari, il presidente del Movimento cinque stelle Giuseppe Conte monitora la riunione in corso a Bari per individuare un possibile candidato sindaco condiviso nel centrosinistra. E aspetta di verificare il «netto cambio di fase» garantito dal governatore pugliese Michele Emiliano dopo l'uscita dalla giunta dei Cinque stelle.

 

Si ritiene soddisfatto dalla promessa di Emiliano?

«Mi riterrò soddisfatto nella misura in cui sarà applicato il patto per la legalità che abbiamo preparato e messo a disposizione di tutti, per prevenire malaffare e infiltrazioni».

 

Se il patto sarà applicato, i Cinque stelle potrebbero tornare in giunta?

«Non è all'ordine del giorno, c'è del lavoro da fare e condizioni da realizzare. Il M5S è in una fase nuova, non rimane alla finestra a urlare "onestà" e inveire contro il sistema: ci affidiamo alle nostre competenze per cambiarlo il sistema, e aggredire tutte le incrostazioni di potere clientelare».

 

Facendo innervosire il Pd: è un coro di dirigenti che dice di non prendere lezioni di moralità da voi.

conte laforgia

«Capisco il moto istintivo di orgoglio di un partito, ma il tema è: chi si professa progressista può accettare che ci siano territori in cui dilaga la malapolitica, dominati da gestioni clientelari e acchiappavoti che cambiano casacca ad ogni elezione? O vogliamo scimmiottare l'indifferenza a questi temi del centrodestra?».

 

L'ex ministro dem Andrea Orlando replica che il trasformismo è un problema trasversale: quasi la metà del vostro gruppo parlamentare nella scorsa legislatura, ricorda, ha cambiato casacca.

«Orlando mischia le carte in tavola: noi non abbiamo mai accettato transfughi da altri partiti, ma, non essendoci vincolo di mandato, non possiamo fare nulla se un nostro eletto si lascia ammaliare dalle sirene di altri. Orlando ragiona male: è il suo partito che prima ha spalleggiato la scissione di Di Maio e poi alle Politiche ha accolto lui e altri fuoriusciti dal M5S, alimentando il trasformismo. Dopodiché, è certo che l'esperienza del passato ci ha indotto ad essere ancora più attenti nella selezione della classe dirigente».

 

schlein conte

(...)

 

Presidente, davvero siete i più grandi sponsor di un'alleanza alternativa a questo governo? Sembra crederci più Elly Schlein di lei, vista da fuori.

«È una lettura sbagliata e distorta. Lavorare insieme non significa abbassare l'asticella su principi e valori che dovrebbero essere condivisi anche nel Pd».

 

Lei ha attaccato anche sulla politica estera, definendoli bellicisti.

«Incalzare il Pd sulla scelta fatta da Enrico Letta e confermata da questa segreteria di inviare armi ad oltranza all'Ucraina non può essere ridotto a opportunismo elettorale. Risponde a una visione geopolitica: noi riteniamo che sia necessario non appiattirsi sulle indicazioni belligeranti prese nei vertici Nato. Su questo rivendico un confronto con chiunque voglia lavorare con noi per un'alternativa di governo».

olivia paladino giuseppe conte

 

Ritiene che ci sia una questione morale nel Pd?

«C'è una questione morale nel Paese e si è posta anche all'Europarlamento. Dilaga nel centrodestra, dove da Nord a Sud sono tanti i casi di malapolitica: basti leggere le ragioni dello scioglimento per mafia di Anzio e Nettuno, o ricordare l'arresto di un esponente di Fratelli d'Italia a Palermo. Il tutto nell'indifferenza di Giorgia Meloni che non dice una parola nemmeno dinanzi alle accuse gravi e circostanziate mosse alla ministra Santanché».

 

E nel Pd?

«Non voglio fare il moralizzatore a casa d'altri, ma non mi si può chiedere di essere corresponsabile andando in coalizione con loro in quei territori in cui non è stata ancora fatta pulizia».

Si è riaperto un dibattito sull'ipotesi di finanziamento pubblico ai partiti. Abolirlo è stata una vostra battaglia: la pensate ancora così?

«Rimaniamo assolutamente contrari. La storia insegna che con l'aumentare del finanziamento pubblico aumentano i casi di corruzione. La verità è che la politica si può fare come facciamo noi, con le microdonazioni. E, tagliandosi lo stipendio, il M5S ha restituito 100 milioni alla comunità».

 

GIUSEPPE CONTE A BARI

Come risponde a chi dice che sogna di superare gli alleati alle Europee e tornare a Palazzo Chigi?

«Credo di aver già dimostrato di non essere disposto ad alcun compromesso e condizionamento quando non s'è fatto il Conte ter. E, scusi, ma trovo anche delirante questa cosa per cui sembra che si debba decidere il leader di una futura alleanza con il voto delle Europee».

 

A proposito di Europee: la sosterreste un'ipotesi di Draghi presidente della Commissione Ue?

«Il nostro obiettivo è avere un buon numero di europarlamentari per essere determinanti nella scelta dei prossimi vertici europei. All'indomani del voto chiariremo la nostra posizione: è evidente comunque che ci batteremo per un'agenda sociale europea».

 

Draghi non la garantirebbe, vuol dire?

«È prematuro parlare di candidature. Soprattutto senza nemmeno conoscerne ancora l'agenda».

GIUSEPPE CONTE

A che gruppo aderirete?

«Posso solo anticiparle che sarà un gruppo progressista».

 

Nessuna attrazione per Salvini che le attribuiscono, allora?…

«Ah sì, questa è un'altra sciocchezza che viene detta! Ribadisco che siamo orgogliosamente nel campo progressista».

 

(...)

 

Dice Giorgetti: bello, ma chi paga? Questo governo la incolpa di aver creato un buco gigante con il Superbonus, inventato da voi e portato avanti da Draghi.

«Appunto: confermato da Draghi. E, aggiungo, dal governo Meloni. Entrambi avevano la possibilità di monitorare mese per mese l'andamento di questo investimento. E parlare solo del suo costo è un atto di disonestà intellettuale: non tiene conto del balzo in avanti in termini di efficientamento energetico, riduzione del costo delle bollette e delle emissioni di CO2».

 

Però è vero che i costi sono esplosi: tornando indietro farebbe qualcosa di diverso?

ellekappa CONTE 12

«Se fossi stato al posto dei governi Draghi e Meloni, avrei fatto conferenze stampa con dati alla mano per monitorare passo passo i costi. E avrei informato i cittadini su tutti i dati ancora taciuti sui ritorni diretti, indiretti e indotti. Purtroppo dovremo aspettare parecchio per averli: anzi, dovremo tornare al governo».

giuseppe conte ospite a dimartedi 7ELLY SCHLEIN E GIUSEPPE CONTE

 

Ultimi Dagoreport

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…