pnrr raffaele fitto

SUL PNRR IL GOVERNO FA IL GIOCO DELLE TRE RATE – IN PARLAMENTO RAFFAELE FITTO ASSICURA CHE LA REVISIONE DEL RECOVERY NON PORTERÀ A UNA PERDITA DI FONDI: “SPOSTEREMO QUEI PROGETTI SU ALTRE FONTI DI FINANZIAMENTO” – MA IL SERVIZIO STUDI DI CAMERA E SENATO LANCIA L'ALLARME: IL GOVERNO NON HA SPECIFICATO “QUALI SARANNO GLI STRUMENTI E LE MODALITÀ” CHE VERRANNO USATI PER CAMBIARE LA FONTE DI FINANZIAMENTO”. TRADOTTO: I 16 MILIARDI PER I PROGETTI CANCELLATI RISCHIANO DI ANDARE IN FUMO – L'INCAZZATURA DEI COMUNI, CHE SI SONO VISTI SFILARE 13 MILIARDI…

Estratto dell’articolo di Federico Capurso per “La Stampa”

 

raffaele fitto presenta le modifiche al pnrr 1

Il definanziamento di centinaia di progetti del Pnrr per 15,9 miliardi, messo nero su bianco nell'ultima revisione del piano, rientra nella categoria della certezza. «Sposteremo quei progetti su altre fonti di finanziamento» per evitare che quei miliardi vengano persi, assicura ora il ministro Raffaele Fitto durante le comunicazioni al Parlamento. […]

 

Nonostante le rassicurazioni - «Non c'è nessun definanziamento, non siamo impazziti» - l'incertezza resta e agita i sindaci, perché una grossa parte di quei fondi era destinata a loro.

 

raffaele fitto presenta le modifiche al pnrr 2

Sembra che a essere preoccupati siano anche i tecnici di Camera e Senato, che in un dossier certificano come il governo non abbia ancora specificato «quali saranno gli strumenti e le modalità» che verranno usati per cambiare la fonte di finanziamento», visto che i progetti saranno definanziati.

 

Può diventare un problema - si legge nel dossier pubblicato dal "Servizio studi" di Camera e Senato - innanzitutto per la sorte di quei «progetti che si trovano in stadio più avanzato» e che rischierebbero «rallentamenti o incertezze attuative», nel momento in cui dovessero uscire dal sistema del Pnrr e proseguire con regole diverse.

 

raffaele fitto giorgia meloni

Sapere poi quali nuove fonti di finanziamento verranno usate è «fondamentale», evidenziano i tecnici parlamentari nel loro dossier, «per verificare che queste fonti alternative dispongano di un'adeguata dotazione di competenza e di cassa nell'ambito del bilancio dello Stato». In altre parole, che le risorse ci siano, e non solo sulla carta.

 

Tra i banchi del centrodestra c'è qualche nervosismo, perché il dossier pubblicato dai tecnici del Parlamento si trasforma rapidamente in un'arma nelle mani delle opposizioni, ma dalla maggioranza nessuno - questa volta - decide di alzare la voce contro "burocrati" o "poteri forti".

 

raffaele fitto 3

Eppure è un dossier che pesa. Tanto da costringere Fitto a replicare, una volta arrivato in Senato, spiegando che «il definanziamento degli interventi si concretizzerà al termine del confronto con la commissione Ue e quello sarà il momento in cui andremo a riarticolare il finanziamento con altri fondi». […]

 

[…]«Ci sono stati tolti 13 miliardi di euro su 16 e ancora non capiamo perché», protesta Antonio Decaro, sindaco di Bari del Pd e presidente dell'Anci, l'Associazione dei comuni italiani. Non ci sono solo i sindaci.

 

RAFFAELE FITTO ALLA CAMERA ALLA DISCUSSIONE SUL DL PNRRraffaele fitto giorgia meloni

«Siamo tutti preoccupati», dice il governatore veneto Luca Zaia. In bilico finirebbero infatti centinaia di progetti, dagli asili nido alle opere contro il dissesto idrogeologico, fino ai piani urbani integrati. Fitto non ci sta. «Nessun taglio sugli asili nido, anzi ci sono 900 milioni aggiuntivi», dice in Aula. […]

RAFFAELE FITTO E PAOLO GENTILONI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...