iacoboni amadori capuano salvini

CHI SCOOP CHI (PISTAROLI CONTRO) – AMADORI (“LA VERITÀ”) ACCUSA IACOBONI (“LA STAMPA”) DI COPIARE: “IN ITALIA È NATO UN NUOVO MODELLO DI GIORNALISMO INVESTIGATIVO BASATO SU INCHIESTE DI RIPORTO. ECCO LE SEMPLICI REGOLE: LEGGERE LE ESCLUSIVE DELLA ‘’VERITÀ’’, CERCARE QUALCHE PEZZA O QUALCHE FONTE CHE LI CONFERMI, RIPUBBLICARLI PRATICAMENTE TALI E QUALI QUALCHE SETTIMANA DOPO, MA CON TITOLI A CARATTERI CUBITALI COSÌ DA SUSCITARE UN'ECO ASSAI MAGGIORE…”

Giacomo Amadori per “La Verità”

 

GIACOMO AMADORI

In Italia è nato un nuovo modello di giornalismo investigativo basato su inchieste di riporto. Ecco le semplici regole: leggere le esclusive della Verità, cercare qualche pezza o qualche fonte che li confermi, ripubblicarli praticamente tali e quali qualche settimana dopo, ma con titoli a caratteri cubitali così da suscitare un'«eco assai maggiore», come ha evidenziato qualcuno. 

Avvalorando la tesi che, in un mondo di lettori distratti, non è importante se la notizia sia nuova, ma quanto sia strillata. Una lezione confermata dai pigri redattori di siti e tv che in questi giorni hanno rilanciato a più riprese i presunti «scoop» della Stampa sugli abboccamenti di Matteo Salvini e del suo ex consigliere per i rapporti internazionali, Antonio Capuano, con l'ambasciata russa. 

 

E poco importa che qualcuno possa accorgersi delle scopiazzature, tanto, come recita il vecchio adagio, non esiste niente di più inedito di quanto già edito. Il Pulitzer di questo nuovo tipo di giornalismo è Jacopo Iacoboni, arcigna firma atlantista in servizio permanente effettivo contro l'invasore fu bolscevico. 

JACOPO IACOBONI

Se ci fosse una guerra in Corea lui sarebbe embedded a Seul, se ci fosse un nuovo Vietnam, lui invierebbe febbrili reportage da Hanoi, se qualcuno rialzasse la cortina di ferro lui scriverebbe accovacciato ai bordi del ponte di Glienicke, meglio conosciuto come Ponte delle spie, in stile Montanelli con una Lettera 22 sulle ginocchia.

 

Non è un mestiere trascurabile quello del defensor libertatis a mani nude. E lui si applica moltissimo. Usando per i suoi pezzi qualunque cartuccella gli si passi sottobanco. È stato foraggiato dalla Bestia renziana quando Renzi era un baluardo anti Putin e filo Obama con posto nel cda di una società moscovita. Ma quando si è interrotto il flusso informativo che partiva da Rignano sull'Arno, il nostro paladino dei valori occidentali ha iniziato a cercare veline altrove. Rischiando qualche inciampo.

 

CAPUANO SALVINI

Come gli è accaduto l'altro ieri, quando ha riferito baldanzoso di aver «visionato documenti di intelligence» sui legami tra Salvini, Capuano e i russi. Subito il sottosegretario con delega ai servizi segreti Franco Gabrielli ha bollato come «prive di ogni fondamento le indiscrezioni apparse sul quotidiano La Stampa, in merito all'attribuzione all'Intelligence nazionale di asserite interlocuzioni tra l'avvocato Capuano e rappresentanti dell'ambasciata della Federazione Russa in Italia, per far cadere il governo Draghi».

 

Ma la smentita di Gabrielli («scontata» per il direttore del quotidiano torinese Massimo Giannini) si presta a varie interpretazioni. Ha negato l'esistenza di intercettazioni o il significato che ne ha dato La Stampa?

A noi pare che escluda che la crisi di governo sia mai stata tema di discussione con i diplomatici russi.

 

Iacoboni

Di fronte alla rettifica di Gabrielli, il quotidiano torinese ha dovuto innestare la retromarcia, che ha aggiustato il tiro più sul contenitore che sul contenuto: «I dettagli sugli incontri e sulle conversazioni tra Kostyukov (Oleg, importante funzionario dell'ambasciata russa a Roma, ndr) e Capuano sono contenuti in documenti informali di sintesi del lavoro di intelligence comunicato a suo tempo ai competenti livelli istituzionali» ha vergato Giannini.

«Documenti informali di sintesi», in pratica veline compilate con l'inchiostro simpatico, riassunti di ipotetici colloqui probabilmente mai trascritti in modo ufficiale. In sostanza annotazioni fantasma inutilizzabili.

 

Ma Iacoboni, ieri, ha proseguito nella sua opera di «scoopista del mese dopo» e ha offerto ai suoi lettori un'altra notizia pubblicata l'11 giugno sulla Verità.

Se possibile con un titolo («Lega, da Mosca a Pechino») sparato a caratteri ancor più grandi di quelli usati due giorni fa. A cui seguiva questo sottotitolo: «Nuove rivelazioni segrete nelle sintesi dei documenti degli 007. I contatti dell'emissario di Salvini con l'ambasciata a Roma. Progettava una missione in Cina di ritorno da viaggio in Russia».

franco gabrielli 6

 

Nel corpo dell'articolo era riportato quanto segue: «Nell'aprile 2022 Capuano si sarebbe confrontato con il capo della sezione politica dell'ambasciata cinese in Italia, Zhang Yanyu, proprio "per riferirgli di una missione programmata dal leader della Lega a Mosca dal 3 al 7 maggio, finalizzata a incontrare Istituzioni, Ministro degli esteri e Presidente russi". I cinesi insomma vengono a sapere della possibile missione russa (inizialmente prevista a inizio, non a fine maggio) di un membro decisivo della maggioranza Draghi, quando ancora lo stesso premier italiano non ne è informato. Russia e Cina, separatamente, sanno, Italia no».

 

Una considerazione quasi certamente errata visto che Capuano, mentre quei fatti accadevano, era monitorato dalla nostra intelligence, a causa dei suoi rapporti con spie di Mosca.

iacoboni

Comunque noi, l'11 giugno, avevamo offerto ai nostri lettori informazioni più dettagliate sui rapporti tra la Lega e l'ambasciata cinese mediati da Capuano. Avevamo ricordato che pochi giorni dopo l'intervento a favore di Taipei del parlamentare del Carroccio Paolo Formentini, che era riuscito a far approvare una mozione a favore dell'isola secessionista, «il capo della sezione pubblica dell'ambasciata cinese in Italia Zhang Yanyu si sarebbe lamentato con Capuano per l'associazione fatta da Formentini tra Taiwan e l'Ucraina, un parallelismo che non sarebbe per nulla piaciuto nemmeno al ministero degli Esteri di Pechino». 

 

Quindi avevamo aggiunto un capitoletto, anticipando di quaranta giorni lo «scoop» della Stampa, sul possibile ruolo dei diplomatici cinesi nella delicata trasferta russa di Salvini. Leggiamo: «A inizio marzo Capuano avrebbe fatto incontrare Salvini, che per mesi aveva attaccato la Cina su temi come il 5G, con Zhang e con l'ambasciatore Li Junhua per iniziare un avvicinamento tra la Lega e il Paese del Dragone. E quando Salvini ha deciso di andare in visita a Mosca Capuano ha subito coinvolto i diplomatici cinesi di stanza a Roma». 

ANTONIO CAPUANO

 

A onor del vero Iacoboni ha riferito anche questo: «Capuano si muove "chiedendo al diplomatico cinese la possibilità di organizzare, prima di rientrare dalla Russia, un incontro a Pechino con il Ministro degli esteri cinese, Wang Yi" [] Capuano è così interessato anche a una sorta di coinvolgimento dei cinesi, da proporre di superare eventuali restrizioni dovute alla pandemia organizzando l'incontro da remoto, nella sede dell'ambasciata cinese». 

 

Peccato che pure questa parte fosse già stata anticipata dalla Verità: «Capuano a fine aprile ha anche sondato la possibilità di organizzare dopo la visita a Mosca e prima di rientrare in Italia, un incontro a Pechino per Salvini con il ministro degli Esteri cinese Wang Yi per portare avanti l'ambizioso piano di pace del leader leghista. Un meeting che, vista l'emergenza Covid, si sarebbe potuto anche tenere da remoto da Roma». 

E avevamo arricchito la notizia con questo particolare: «Addirittura è stata accarezzata l'ipotesi di tenere un tavolo di pace tra russi e ucraini in Italia, presso l'ambasciata cinese della Capitale». Qualcuno obietterà che Iacoboni, a proposito delle trattative con l'ambasciata russa, ieri abbia riportato un ulteriore passaggio del presunto brogliaccio in suo possesso. 

 

ANTONIO CAPUANO E LA COMPAGNA Madeleine Mbone PER LE STRADE DI ROMA

Questo: «In aggiunta Capuano auspicherebbe anche un possibile incontro di Salvini con il presidente Putin, sempre nella giornata del 31 maggio». Mentre leggevamo, abbiamo avuto un déjà vu. Forse perché sulla Verità del 10 giugno avevamo scritto: «Capuano, in aggiunta, avrebbe auspicato anche un possibile incontro di Salvini con il presidente Putin sempre nella giornata del 31 maggio».

Antonio Capuano con Nuri al Maliki antonio capuano 2 antonio capuano ANTONIO CAPUANOANTONIO CAPUANO antonio capuano ANTONIO CAPUANO

Ultimi Dagoreport

maria rosaria boccia gennaro sangiuliano giorgia meloni

IL BOTTO DI FINE ANNO: IL 1 AGOSTO 2024 (DUE SETTIMANE DOPO IL TAGLIO SUL CAPOCCIONE) GENNARO SANGIULIANO FIRMO' IL DECRETO DI NOMINA DI MARIA ROSARIA BOCCIA A SUA CONSULENTE – IL DOCUMENTO SBUGIARDA “GENNY DELON” (CHE AL TG1 MINIMIZZO' IN MODO VAGO “MI ERA VENUTA L’IDEA DI NOMINARLA”) E SOPRATTUTTO GIORGIA MELONI, CHE MISE LA MANO SUL FUOCO SULLA BUONA FEDE DEL MINISTRO (“HA DECISO DI NON DARE L’INCARICO DI COLLABORAZIONE. MI GARANTISCE CHE QUESTA PERSONA NON HA AVUTO ACCESSO A NESSUN DOCUMENTO RISERVATO”) – L’ITER SI BLOCCO', DANDO IL VIA ALL’INCHIESTA DI DAGOSPIA CHE PORTÒ ALLE DIMISSIONI DEL MINISTRO. MA QUESTO DOCUMENTO APRE NUOVE DOMANDE: 1) PERCHÉ, DOPO UN PRIMO STEP, LA NOMINA NON È STATA FINALIZZATA? 2) COSA È AVVENUTO TRA IL GIORNO DELLA NOMINA, E IL 26 AGOSTO, GIORNO DEL DAGO-SCOOP? 3) QUALCUNO È INTERVENUTO A BLOCCARE LA NOMINA A CONSULENTE DELLA BOCCIA? 4) CHI SI È MOBILITATO PER SILURARE L'IMPRENDITRICE? 5) DAVVERO TUTTO È AVVENUTO A COSTO ZERO PER LO STATO? 

pierferdinando casini e matteo renzi nel 2009

DAGOREPORT – RENZI CI AVEVA VISTO GIUSTO: VOLEVA COME LEADER DEL CENTRO PIERFERDINANDO CASINI - PECCATO CHE L’EX PRESIDENTE DELLA CAMERA ABBIA DETTO DI NO NELLA SPERANZA DI ARRIVARE, UN DOMANI, AL QUIRINALE. MA IL SUCCESSORE DI MATTARELLA VERRÀ ELETTO SOLTANTO NEL 2029 E FINO AD ALLORA, CAMPA CAVALLO, PUÒ SUCCEDERE DI TUTTO E DI BRUTTO -  “PIERFURBY” POSSIEDE I CROMOSONI PERFETTI PER FEDERARE LE DIVERSE ANIME ORFANE DI UN PARTITO LIBERALE CONSERVATORE A FIANCO DEL PD: DEMOCRISTIANO, BUONI RAPPORTI CON IL VATICANO, POI NELLE FILE DEL BERLUSCONISMO FINO ALL'ARRIVO COME INDIPENDENTE, GRAZIE A RENZI, NELL'AREA PD, IL BELL'ASPETTO, L'ELOQUIO PIACIONE E I 40 ANNI IN PARLAMENTO... (SE L’AMORE PER IL DENARO NON L'AVESSE RINCOJONITO, CHISSÀ DOVE SAREBBE OGGI RENZI)

antonio tajani cecilia sala giorgia meloni ali khamenei

DAGOREPORT - CON UN MINISTRO DEGLI ESTERI (E UN GOVERNO) ALL'ALTEZZA, CECILIA SALA NON SAREBBE FINITA IN UNA GALERA DI TEHERAN - LA NOTIZIA DELL'ARRESTO A MILANO DELLA ''SPIA'' IRANIANA ABEDINI, SU "ORDINE" USA, E' DEL 17 DICEMBRE. DUE GIORNI DOPO LA SALA VIENE IMPRIGIONATA - BENE, CONOSCENDO LA "DIPLOMAZIA DEGLI OSTAGGI" PRATICATA DALL'IRAN (ARRESTI UNO DEI MIEI, IO SEQUESTRO UNO DEI TUOI), PERCHE' LA FARNESINA E PALAZZO CHIGI, SOTTOVALUTANDO I "SEGNALI" DELL'INTELLIGENCE-AISE, NON SI SONO SUBITO ATTIVATI PER METTERE IN SICUREZZA GLI ITALIANI IN IRAN? - SCAZZO CROSETTO-TAJANI - NON SAREBBE LA PRIMA VOLTA CHE IL GOVERNO MELONI SI TROVA A GESTIRE NEL PEGGIORE DEI MODI UN DETENUTO NEL MIRINO DI WASHINGTON (NEL 2023 IL RUSSO ARTEM USS). IL VICEMINISTRO AGLI ESTERI, EDMONDO CIRIELLI (FDI), GIÀ ANNUNCIA CHE LA “SPIA” IRANIANA ''POTREBBE NON ESSERE ESTRADATO, HA COMMESSO UN REATO SOGGETTIVO, NORDIO STA STUDIANDO LE CARTE” (A NORDIO E MELONI CONVIENE FARE IN FRETTA, PRIMA CHE TRUMP SBARCHI ALLA CASA BIANCA) - VIDEO

carlo freccero dago ferragni fagnani de martino meloni giambruno

TE LO DO IO IL 2024! - CARLO FRECCERO: “NELL’EPOCA DELLA NOTIZIA TAROCCATA, IL GOSSIP RAPPRESENTA IL PRESENTE DELL’INFORMAZIONE. E DAGOSPIA VINCE (IL 2024 È L’ANNO DEL SUO MAGGIORE SUCCESSO)’’ – ‘’ IDEOLOGIE NELLA POLVERE, IDEE NEL CASSETTO, IDEALI NEI CASSONETTI. ANCHE LA POLITICA È CONIUGATA A PARTIRE DAL GOSSIP. I DUE FAMOSI FUORIONDA DI GIAMBRUNO IN CALORE SONO DIVENTATI UN EVENTO POLITICO - DI FRONTE AL NUOVO DISORDINE MONDIALE, LA TELEVISIONE HA CHIUSO FUORI DALLA PORTA LA CRUDA REALTÀ E L’HA SOSTITUITA CON IL MONDO REALITY, IN CUI NULLA È SERIO, TUTTO È ARTIFICIO - OGGI IL VERO MISTERO DEL MONDO DIVENTA IL VISIBILE, NON L’INVISIBILE. E, COME BEN SAPPIAMO, TUTTO CIÒ CHE NON VIVE IN TELEVISIONE NON HA UNA DIMENSIONE REALE”

matteo salvini daniela santanche giorgia meloni renzi giovanbattista giovambattista fazzolari

DAGOREPORT – MATTEO FA IL MATTO E GIORGIA INCATENA LA SANTANCHÈ ALLA POLTRONA: SALVINI, ASSOLTO AL PROCESSO OPEN ARMS, TURBA QUOTIDIANAMENTE I SONNI DELLA MELONI CON IL “SOGNO DI TORNARE AL VIMINALE” – PER LA DUCETTA, PERÒ, IL RIMPASTO È INDIGERIBILE: TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI, SPECIE IN CASO DI RINVIO A GIUDIZIO PER DANIELA SANTANCHÈ – E COSÌ, ECCO IL PIANO STUDIATO INSIEME A “SPUGNA” FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? (C’È UNA GROSSA DIFFERENZA NEL CASO VISIBILIA: NON ERA MAI ACCADUTO DI UN MINISTRO ACCUSATO DI AVER TRUFFATO LO STATO IN MERITO A VERSAMENTI ALL’INPS…)

angelo bonelli nicola fratoianni giorgia meloni simona agnes

FLASH – LA DISPERATA CACCIA AI VOTI PER ELEGGERE SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA RAI FA UN’ALTRA VITTIMA: AVS! NICOLA FRATOIANNI SI È ADIRATO PER L’ARTICOLO DI “REPUBBLICA” SUL POSSIBILE INCIUCIONE DELL’ALLEATO, ANGELO BONELLI, CON LA DESTRA. E HA MESSO AL MURO IL LEADER VERDE SBIADITO: NON TI PERMETTERE DI FARE UN’INTESA CON IL NEMICO, O SALTA TUTTO – I RAS MELONIANI DELLA RAI CI AVEVANO GIÀ PROVATO CON GIUSEPPE CONTE E IL M5S, MA LA FRONDA INTERNA DI CHIARA APPENDINO SI È MESSA DI TRAVERSO…