1. INDOVINATE CHI SARÀ IN-CULATELLO DA UN EVENTUALE MONTI CANDIDATO? Sì, BERSANI! 2. BERLUSCONI HA UN SOLO CHIARO OBIETTIVO: CONTENERE LA SCONFITTA, MENTRE BERSANI INSEGUE SOGNI DI VITTORIA CHE UN PARTITO MONTIANO RISCHIEREBBE DI ASCIUGARE 3. IL 20 DICEMBRE PROSSIMO IL TRIO MO.FI.CA (MONTEZEMOLO, FINI, CASINI) LANCERà CON UNA CONVENTION IL LORO GRANDE CENTRO-TAVOLA VERSO LE ELEZIONI E IL TRIO PUNTA A INCASSARE PROPRIO QUEL GIORNO L’ENDORSEMENT DI MONTI, CANDIDATO PREMIER 4. PERCHÉ MAI MONTI DOVREBBE AIUTARE TRE VECCHI ‘’ATTREZZI’’ COME CASINI, FINI, MONTEZ? 5. BERSANI TEME LA TRAGEDIA DELLA GIOIOSA MACCHINA DA GUERRA DI OCCHETTO O LA VITTORIA MUTILATA DI PRODI DEL 2006 DA RENDERE IMPOSSIBILE UN GOVERNO SALDO

Da "il Foglio"

Il diretto interessato non lo conferma, ma nemmeno lo esclude, mentre è Pier Luigi Bersani, forse quello che ha più da perdere, a sgombrare il campo da un'ipotetica candidatura di Mario Monti (oggi invitato a "Unomattina"): "Monti può essere ancora utile al paese, per questo sarebbe meglio che rimanesse fuori dalla contesa". Nel giorno in cui la Borsa torna a scendere vistosamente, e lo spread un po' a risalire, il presidente del Consiglio dimissionario parla d'Italia a Oslo, a margine dell'appuntamento per la consegna dei premi Nobel.

Le reazioni dei mercati "non vanno drammatizzate", ha detto ieri Monti: chiunque vincerà "sarà responsabile nei confronti degli impegni presi con l'Europa". E infine: "Nell'imminente campagna elettorale bisogna fare attenzione ai rigurgiti di nazionalismi e populismo che farebbero il male dei nostri paesi".

Dunque il professore della Bocconi, che molti amici di ambiente Rcs spingono verso un più esplicito impegno sul proscenio elettorale, manda messaggi tranquillizzanti ai partner internazionali ma, nell'andamento pazzotico del Palazzo italiano, quelle stesse parole che suonano lievi negli Stati Uniti e a Berlino preoccupano invece a Via del Nazareno, a Roma, la sede del Partito democratico.

Silvio Berlusconi ha un solo chiaro obiettivo: contenere la sconfitta piazzando il suo prodotto elettorale sullo stesso segmento di mercato di Beppe Grillo; mentre Bersani, al contrario, insegue dolci sogni di vittoria che un incontrollabile (e al momento improbabile) partito montiano rischierebbe di asciugare.

Il 20 dicembre prossimo Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini, con la sponda di Luca Cordero di Montezemolo, lanceranno con una convention nazionale il loro grande centro, pronto a correre verso le elezioni.

Casini punta a incassare entro quella data - o proprio quel giorno, con un colpo di scena - l'endorsement di Monti, candidato premier implicito del nuovo centro. "Stavolta ci siamo quasi, potrebbe farlo. Noi puntiamo con lui al 13 per cento", dicono al Foglio fonti dell'Udc. Forse è solo spin pre elettorale, anzi lo è quasi certamente, perché Monti sa di avere un profilo terzo, da riserva della Repubblica (o della presidenza della Repubblica), dunque un profilo altro rispetto alla contesa politica.

E poi perché mai Monti, malgrado possa essere comprensibilmente indispettito dalla nuova verve populistico-elettorale di Berlusconi, dovrebbe voler aiutare due vecchi rentier di Palazzo come Casini e Fini? I dubbi sono tanti. Ma chissà. E' verosimile, tuttavia, che l'ipotetico endorsement del professore rivolto ai "montiani", e la sua cripto-candidatura a Palazzo Chigi, preoccupino Bersani (e forse anche il Quirinale) nonché una vasta area non precisamente montiana del Pd, quella più orgogliosamente socialdemocratica (vedi Stefano Fassina).

D'altra parte il segretario Bersani, non è riuscito ad afferrare lo scivoloso e anguillare Casini, e teme - guardando l'indecifrabile Monti - la tragedia della gioiosa macchina da guerra di Occhetto (o in alternativa l'infausta vittoria elettorale mutilata, come fu per l'Unione prodiana del 2006, da un risultato così incerto al Senato da rendere impossibile un governo saldo).

 

LO SQUADRONE BERSANI DA BEPPEGRILLO IT BERSANI jpegBERSANI GIUNTELLA MORETTI SPERANZA ESULTANO CON I PUGNI CHIUSI BERSANI AL VOTO CON MOGLIE E FIGLIEBersani Monti MONTI E BERSANI A CERNOBBIO

Ultimi Dagoreport

mario draghi praga

DAGOREPORT - MA DRAGHI, COSA SI ASPETTAVA COL SUO DISCORSO AL SENATO, DA PARTITI CHE AVEVANO GIA' AFFOSSATO IL SUO GOVERNO E LA SUA AMBIZIONE QUIRINALIZIA? E SE È ANDATO VIA SBATTENDO LA PORTA, STIZZITO (“VEDO CHE GUARDATE L’OROLOGIO, PER CUI VI RINGRAZIO”) - EPPURE LE SUE PAROLE CONTENEVANO UNA PROPOSTA IMPORTANTE: FINANZIARE IL RIARMO CON EUROBOND - DIETRO IL NO A URSULA, CHE GLI AVEVA PROPOSTO DI COORDINARE IL PIANO REARM EU, PRIMA PASSO A UNA FUTURA DIFESA EUROPEA, CI SONO DUE MOTIVI... -VIDEO

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – COME MAI IMPROVVISAMENTE È SCOPPIATA LA PACE TRA JOHN ELKANN E FRATELLI D’ITALIA? IL MINISTRO DELLE IMPRESE, ADOLFO URSO, SI È SPINTO A DEFINIRE L’AUDIZIONE DI YAKI ALLA CAMERA COME “UN PUNTO DI SVOLTA NETTO” – AL GOVERNO HANNO FATTO UN BAGNO DI REALISMO: INNANZITUTTO LA CRISI DELL’AUTOMOTIVE È DRAMMATICA, E I GUAI DI STELLANTIS NON DIPENDONO SOLO DAI DANNI FATTI DA TAVARES - E POI CI SONO I GIORNALI: ELKANN È PROPRIETARIO DI “STAMPA” E “REPUBBLICA” (E DELL'AUTOREVOLISSIMO SETTIMANALE "THE ECONOMIST). MOSTRARSI CONCILIANTI PUÒ SEMPRE TORNARE UTILE…

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI – SE MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS-CALTA-MILLERI, TENTA DI CONQUISTARE I VOTI DEI FONDI ANNUNCIANDO LA POSSIBILITÀ DI METTERE SUL PIATTO IL SUO 13,1% DI GENERALI, SOLO DOMANI ASSOGESTIONI DECIDERÀ SE PRESENTARE UNA LISTA DI MINORANZA PER LEVARE VOTI ALLA LISTA DI NAGEL-DONNET, PER LA GIOIA DI CALTA-MILLERI (LA DECISIONE È NELLE MANI DEI FONDI CONTROLLATI DA BANCA INTESA) - FINO AL 24 APRILE, TUTTO È INCERTO SULLE MOSSE IN GENERALI DI ORCEL: CHI OFFRE DI PIÙ PER IL 9% DI UNICREDIT? E CHE FARÀ INTESA DI CARLO MESSINA? AH, SAPERLO...

raffaele cantone - francesco lo voi - pasquale striano giovanni melillo

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI! IL CASO STRIANO SUGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA, NON È APERTO: È APERTISSIMO! UNA VOLTA CHE IL FASCICOLO È PASSATO DALLE MANI DI CANTONE, PROCURATORE DI PERUGIA, A QUELLE DI LO VOI (CAPO DELLA PROCURA DI ROMA), CI SI ASPETTANO I BOTTI - IL CAPO DELLA DNA, GIOVANNI MELILLO, È DETERMINATO AD ARRIVARE FINO IN FONDO. E LO VOI, CONSIDERATI I PRECEDENTI (L’OSTILITA' DEL GOVERNO PER IL CASO ALMASRI), NON FARÀ SCONTI - COME NELL'AMERICA DI TRUMP, LA MAGISTRATURA E' L'UNICA OPPOSIZIONE A PALAZZO CHIGI...