SEMPRE PIU’ IN BASSO - DUE MINATORI DELLA CARBOSULCIS SCENDONO A -400 E SI BARRICANO IN UN POZZO - GLI ALTRI COLLEGHI RESTANO ASSERRAGLIATI A 373 METRI DI PROFONDITA’ - IL SOTTOSEGRETARIO ALLO SVILUPPO ECONOMICO DE VINCENTI: “NON STA SCRITTO DA NESSUNA PARTE CHE LA MINIERA DEBBA CHIUDERE IL 31 DICEMBRE” - ENEL PRECISA: “STIAMO ONORANDO IL CONTRATTO PER ACQUISIRE CARBONE DALLE MINIERE DEL SULCIS..”

1-(ANSA) Nuova azione di protesta questa mattina nella miniera di Nuraxi Figus, nel Comune di Gonnesa, occupata da domenica notte. Due minatori sono scesi a 400 metri di profondita', barricandosi nel pozzo.

Tutti gli altri colleghi, asserragliati a -373 metri, hanno invitato le altre persone presenti (tra i quali alcuni giornalisti) a ritornare a terra e hanno avviato le procedure d'emergenza chiamando anche l'ambulanza nel caso di eventuale malori dei manifestanti. Sale, dunque, la tensione nella miniera di Nuraxi Figus, a Gonnesa, occupata da domenica notte, alla vigilia del vertice in programma domani alle 10 a Roma, nella sede del Ministero dello Sviluppo economico, dove si parlera' anche di Alcoa.

Dopo il gesto autolesionistico di un delegato Rsu Uil, che ieri si era ferito al polso con un coltello, oggi due minatori, con un'azione improvvisa, sono scesi ad un fermata del pozzo ancora piu' profonda, a meno 400, barricandosi dentro.
Gli altri colleghi, asserragliati da quattro giorni a -373 metri, preoccupati per le sorti dei due manifestanti, hanno avviato le procedure d'emergenza e sono state fatte scende anche due barelle in caso di un eventuale soccorso.

2- (TMNews) - Quinta notte a meno 373 metri di profondità nella miniera di Nuraxi Figus (Gonnesa) per i minatori della Carbosulcis che chiedono al Governo di sbloccare il progetto di rilancio della miniera con la produzione di energia pulita dal carbone attraverso la cattura e lo stoccaggio di Co2 nel sottosuolo.

Gli operai, che hanno incassato ieri la solidarietà del presidente Napolitano, si preparano ad un'altra giornata di lotta. Ieri il clamoroso gesto del delegato sindacale Stefano Meletti che, durante l'incontro coi giornalisti, si è ferito con un coltello all'avambraccio destro.

L'uomo è stato portato all'ospedale Sirai di Carbonia dove gli sono stati applicati dieci punti di sutura. "Siamo pronti a tutto - ha detto un altro rappresentante sindacale, indicando la stanza blindata dove sono custoditi oltre 690 chili di esplosivo e 1.221 detonatori - È il momento dell'esplosivo". Testimonianza di una tensione sempre crescente.

Nel frattempo si registra la presa di posizione dell'Enel che in una nota ha precisato che "sta onorando il suo contratto per acquisire carbone dalle miniere del Sulcis. Per quanto riguarda il progetto integrato del Sulcis con cattura e sequestro della Co2 (Ccs), si ricorda che è la Regione che ha la responsabilità di promuovere un bando di gara internazionale per l'assegnazione del progetto".

Il governatore della Regione Sardegna, dal canto suo, si prepara all'incontro di domani a Roma con il vice presidente della Commissione Europea, Antonio Tajani per fare il punto sulle azioni urgenti e di prospettiva finalizzate alla difesa e al rilancio della realtà produttiva del Sulcis. "La Sardegna - ha dichiarato Cappellacci - agisce sia sul piano politico nazionale che su quello europeo per difendere le realtà esistenti, che hanno una valenza strategica, e aprire nuove prospettive di sviluppo e occupazione per un territorio che più di altri ha sofferto gli effetti della crisi internazionale".


3- SULCIS: DE VINCENTI, NON E' DETTO CHE MINIERA CHIUDA IL 31 DICEMBRE

(Adnkronos) - 'Non sta scritto da nessuna parte che la miniera debba chiudere il 31 dicembre'. Lo ha affermato il sottosegretario allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti a Radio anch'io. "Noi pensiamo che si possano trovare soluzioni" ha aggiunto, ricordando che l'ultima parola spetta alla Regione Sardegna.

Quanto a un'altra vertenza delicata, quella dell'Alcoa, De Vincenti ha confermato che il governo "e' impegnato a continuare i contatti con interlocutori industriali: uno ci sara' proprio domani".
Oltre alla proposta della multinazionale svizzera Glencore, insoma, per De vincenti si sta guardando ad "altre opzioni possibili, in altre direzioni".

 

 

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