IL VENDITORE DI PENTOLE FIORENTINO DEVE TORNARE COI PIEDI PER TERRA - IL SERVIZIO BILANCIO DEL SENATO METTE IN GUARDIA RENZIE SUI PROFILI DI INCOSTITUZIONALITA' CHE PRESENTA L'INNALZAMENTO DELLE TASSE ALLE BANCHE SULLE QUOTE BANKITALIA. POI C’E’ IL RISCHIO CONTENZIOSI...

Da "Il Sole 24 Ore"

Il maggiore impatto fiscale sulle banche detentrici delle quote rivalutate di Bankitalia, potrebbe presentare profili di incostituzionalità. Il dubbio viene sollevato dai tecnici del servizio Bilancio del Senato nella Nota di lettura sul Dl Irpef in cui la misura è inserita per concorrere alle coperture del bonus da 80 euro per i lavoratori dipendenti con reddito lordo annuo tra 8mila e 24mila euro.

Nel decreto, convertito in legge a fine aprile, l'aliquota fiscale è stata innalzata dal 12 al 26% . E il pagamento (1,8 miliardi invece di 800 milioni) dovrà essere effetutato in un'unica tranche entro giugno invece che in tre tranche come previsto dalle disposizioni sulla rivalutazione delle quote di Bankitalia detenute dagli istituiti di credito varate a fine dicembre.

I dubbi sul mutamento del quadro normativo
«Repentini mutamenti del quadro normativo» potrebbero, si legge nel documento «finire per definire la tassazione postuma di una ricchezza non più attuale ovvero non garantire quell'esigenza di anticipata conoscenza da parte del contribuente del carico fiscale posto sulle proprie attività economiche, con conseguente possibile violazione di precetti costituzionali (artt. 41, 53, 97 della Cost)».

Rischio contenziosi
Per i tecnici «andrebbero pertanto valutati con attenzione i profili di compatibilità della norma in esame con il predetto dettato costituzionale, anche in considerazione delle ricadute sul gettito di eventuali contenziosi».

Dubbi su gettito da aumento tasse su rendite finanziarie
Non solo. L'aumento della tassazione sulle rendite finanziarie (dal 20 al 26%, esclusi i Bot per i quali resta al 12,5%, ndr) prevista nel Dl Irpef potrebbe comportare «possibili effetti di sostituzione che la Relazione tecnica non sembra aver preso in considerazione e che dovrebbero comportare una revisione al ribasso nella stima delle maggiori entrate». Per i tecnici, infatti, «non sembra siano stati stimati possibili effetti sostitutivi che la nuova disciplina potrebbe determinare nelle scelte di investimento, ad esempio tra attività finanziarie nazionali ed estere, così come anche tra le prime e le attività reali (ad esempio immobili esteri o beni rifugio) a cui conseguirebbe un minor gettito».

Attenzione a stime entrate Iva da pagamenti Pa
Non è detto, inoltre, che ci sia un «automatismo» tra l'Iva assolta dalle Amministrazioni pubbliche con il pagamento dei debiti pregressi e il maggior gettito per il fisco. Nel documento il servizio Bilancio del Senato si segnala poi «la possibilità (più che verosimile) che una parte dei pagamenti ricevuti dai creditori delle Amministrazioni pubbliche sia dagli stessi utilizzata per regolare a loro volta posizioni debitorie nei confronti dei propri fornitori. In tal modo, correndosi il rischio in sede erariale di una stima "eccessiva" del maggior gettito erariale atteso, sottovalutandosi, soprattutto, gli effetti di compensazione "impliciti" nella procedura di liquidazione periodica dell'Iva che, operando "per massa", può ridurre (fino ad azzerarla del tutto) l'Iva a debito che il contribuente è tenuto a versare effettivamente all'Erario.

Chiarire cifre quando bonus è esborso effettivo
Per i tecnici servirebbero anche «ulteriori informazioni circa il numero dei contribuenti per i quali il credito d'imposta potrebbe dar luogo ad un effettivo esborso (e quindi qualificarsi come "pagabile")». Andrebbe perciò chiarito «il conseguente ammontare di maggior spesa che ne potrebbe derivare in luogo delle minori entrate contabilizzate nel prospetto riepilogativo degli effetti finanz

 

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