VOLETE SCOMMETTERE CHE PER SALVARE IL GOVERNO MONTI, DOMANI ALLA CAMERA QUALCUNO SALVERÀ COSENTINO? - L’ALLARME DI CICCHITTO: ATTENZIONE, SE COSENTINO VERRÀ ARRESTATO POTRÀ ACCADERE CHE A QUEL PUNTO IL PDL PER DISPERAZIONE SARÀ COSTRETTO A RICONSIDERARE IL SUO APPOGGIO, PER CUI EVITIAMO L’ERRORE - SI ROMPE L’ASSE BOSSI-BANANA - TORNA AD AFFACCIARSI L’IPOTESI CHE IN AUTUNNO, FINITA LA CURA MONTI, IL PDL POSSA STACCARE LA SPINA AL GOVERNO E RIABBRACCIARE LA LEGA…

1- QUALCUNO
Jena per "La Stampa" - Volete scommettere che per salvare il governo Monti, domani alla Camera qualcuno salverà Cosentino?

2 - L'ULTIMO GRANDE FIASCO DEL CAVALIERE CON BOSSI - MA L'EX PREMIER ANCORA CONFIDA PER DOMANI: "NON C'È NULLA CHE GIUSTIFICHI L'ARRESTO"
Ugo Magri per "La Stampa"

Non ha tutti i torti Cicchitto quando segnala che su Cosentino il governo sta correndo un rischio. Senza darlo troppo a vedere, anzi fingendo a volte di attaccarlo, il capogruppo Pdl (insieme con il segretario nazionale Alfano, con Quagliariello, con gli ex ministri Fitto e Frattini) è seriamente impegnato a sostenere il tentativo Monti.

Dunque, più che una minaccia al premier, il suo «avviso ai naviganti» dev'essere inteso esattamente a rovescio: attenzione attenzione, se Cosentino verrà arrestato potrà accadere che a quel punto il Pdl per disperazione sarà costretto a riconsiderare il suo appoggio, per cui evitiamo l'errore...

L'allarme di Cicchitto, di Osvaldo Napoli e di altre poche «colombe» berlusconiane nasce dall'ultimo grande «fiasco» del Cavaliere. Per quasi due mesi Silvio è andato avanti tranquillizzando i suoi con la teoria super-ottimistica che «con Bossi è tutto a posto, nel 2013 rifaremo certamente l'alleanza, la Lega adesso si prende qualche libertà ma alla prima seria occasione vedrete».

La prima occasione è arrivata sotto le sembianze dell'ex sottosegretario Cosentino, accusato dai pm campani di essere un terminale della camorra, però l'asse infrangibile non ha retto. Anzi, sembra definitivamente spezzato. La Lega ha votato per l'arresto nonostante che Berlusconi ne avesse parlato l'altro giorno direttamente con Bossi, quasi supplicandolo in nome dell'antico sodalizio, e ancora ieri avesse cercato l'Umberto durante una sospensione dei lavori nella Giunta per le autorizzazioni, appositamente chiesta dal Pdl onde permettere al Capo un ultimo disperato tentativo.

L'ex-premier non demorde: «Non c'è nulla che giustifichi l'arresto». Entro domani spera di ribaltare il voto quando si pronuncerà l'aula di Montecitorio. Raccontano in via Bellerio (forse esagerando) che in queste ore il Cavaliere stia contattando per telefono da Palazzo Grazioli tutti i deputati leghisti di cui ricordava il nome, inutilmente però: finché lui sta con Monti, a Berlusconi il Carroccio non concederà più nulla. Anche a costo di mandare Cosentino in carcere per ragioni politiche, visto che tre mesi fa la Lega lo difendeva.

Qui possono nascere i problemi per il governo. In quanto tra un anno si vota, e il Pdl è rimasto a corto di alleanze. Presentarsi così alle urne sarebbe un massacro, urge una ruota di scorta. Rimpiazzare la Lega con l'Udc? Mezzo partito vorrebbe provarci, ma Berlusconi non si fida di Pier Furby, il quale tra l'altro gli porterebbe in dote l'odiato Fini.

Sebbene Terzo Polo e Pdl facciano parte ormai della stessa maggioranza, il dialogo non avanza di un millimetro. Il Cavaliere e il suo partito si trovano dunque in un «cul de sac»: con la Lega è finita, con i centristi non incomincia. Di questo s'è ragionato ieri sera a Palazzo Grazioli, oltre si capisce dell'emergenza-crisi e delle liberalizzazioni in arrivo, su cui Alfano verrà consultato da Monti entro il weekend. I maggiorenti ammessi intorno al tavolo da pranzo raccontano di un barometro che volge al peggio. E per la prima volta, dopo molte settimane, torna ad affacciarsi l'ipotesi che in autunno il Pdl possa «staccare la spina» al governo. Al momento è solo una tentazione, però serpeggia.

Funzionerebbe più o meno così. Per i prossimi 3-4 mesi verrebbe garantito l'ossigeno necessario al Professore per completare il programma. Si calcola nel giro berlusconiano che entro l'estate il più sarà fatto. Da subito verrebbe orchestrata una campagna sempre più martellante per sostenere quanto Berlusconi ha ripetuto ancora ieri ai suoi: «Mi accusavano di essere io la causa della crisi, e così ho dovuto compiere un gesto di responsabilità dimettendomi; ciò nonostante lo spread rimane a quota 530, nonostante i tecnici e l'ulteriore manovra, il che dimostra come fosse tutta una scusa volta a farmi fuori. Dobbiamo farlo sapere all'Italia».

Verranno scomodati, è stato deciso, perfino Twitter e Facebook. Il Pdl punterà i piedi ovunque crederà di ricavarne consenso, sebbene finora abbia scelto terreni sdrucciolevoli: il no al blitz della Finanza a Cortina non è stato affatto compreso dagli elettori di centrodestra, addirittura il 70 per cento non apprezza la difesa strenua di tassisti e farmacisti.

Per rifarsi il trucco, insomma, Berlusconi demolirebbe l'immagine del governo Monti, giorno dopo giorno. E arrivati all'autunno, se i sondaggi gli daranno conforto, potrebbe accadere quello che sottovoce oggi viene sussurrato: il ritiro della fiducia al governo come pegno della ritrovata alleanza con Bossi. In modo da ripresentarsi insieme alle urne, proprio come ai vecchi tempi.

 

BERLUSCONI E BOSSICOSENTINOcicchitto foto mezzelani gmt OSVALDO NAPOLI MARIO MONTI ROBERTO MARONI PIERFERDINANDO CASINI GIANFRANCO FINI

Ultimi Dagoreport

forza italia marina pier silvio berlusconi antonio tajani martusciello barelli gianni letta gasparri

DAGOREPORT - SE IN FORZA ITALIA IL MALCONTENTO SI TAGLIA A FETTE, L’IRRITAZIONE DI MARINA E PIER SILVIO È ARRIVATA ALLE STELLE: IL PARTITO È DIVENTATO ORMAI UN FEUDO DOMINATO DAL QUARTETTO  DA TAJANI-BARELLI-MARTUSCIELLO-GASPARRI - DOPO AVER SPADRONEGGIATO IN LUNGO E IN LARGO, NELLA SCELTA DEL GIUDICE COSTITUZIONALE ALLA CONSULTA È ARRIVATA UNA PESANTE SCONFITTA PER TAJANI - È DA TEMPO CHE LA FAMIGLIA BERLUSCONI NON SA DOVE SBATTERE LA TESTA PER RIUSCIRE A SCOVARE UN SOSTITUTO AL 70ENNE CIOCIARO, RIDOTTO IN UN BURATTINO NELLE MANI DI GIORGIA MELONI, CHE È RIUSCITA AD ANESTETIZZARLO CON LA PROMESSA DI FARE DI LUI IL CANDIDATO NEL 2029 ALLA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA (CIAO CORE!) - OLTRE AL PARTITO E ALLA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE CON IMPERDONABILE RITARDO COGNITIVO HA COMPRESO CHE IL GOVERNO NON È UN’ALLEANZA MA UN MONOCOLORE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OCCORRE AGGIUNGERE UN ALTRO ‘’NEMICO’’ DI TAJANI: L‘89ENNE GIANNI LETTA. NELLA SUA AFFANNOSA (E FALLITA) BATTAGLIA PER PORTARE ALLA PRESIDENZA DELLA RAI LA SUA PROTETTA SIMONA AGNES, TAJANI E I SUOI COMPARI NON SI SONO SPESI, SE NON A PAROLE...

donald trump giorgia meloni almasri husam el gomati osama njeem almasri giovanni caravelli

DAGOREPORT - SERVIZI E SERVIZIETTI: IL CASO ALMASRI E' UN “ATTACCO POLITICO” ALLA TRUMPIANA MELONI? - COME È POSSIBILE CHE UN DISSIDENTE LIBICO, HUSAM EL-GOMATI, PUBBLICHI SU TELEGRAM DOCUMENTI E NOTIZIE DEI RAPPORTI SEGRETI TRA LA MILIZIA LIBICA DI ALMASRI E L'INTELLIGENCE ITALIANA, SQUADERNANDO IL PASSAPORTO DEL CAPO DELL’AISE, CARAVELLI? - CHI VUOLE SPUTTANARE L'AISE E DESTABILIZZARE IL GOVERNO MELONI POSTANDO SUI SOCIAL LA FOTO DEL TRIONFALE RITORNO A TRIPOLI DI ALMASRI CON ALLE SPALLE L'AEREO DELL'AISE CON BANDIERA ITALIANA ? - CHE COINCIDENZA! IL TUTTO AVVIENE DOPO CHE TRUMP HA DECAPITATO L'INTELLIGENCE DI CIA E FBI. UNA VOLTA GETTATI NEL CESSO GLI SPIONI DELL'ERA OBAMA-BIDEN, E' INIZIATO UN REGOLAMENTO DI CONTI CON I PAESI GUIDATI DA LEADER CHE TIFANO TRUMP? - VIDEO

guerra ucraina vladimir putin donald trump ali khamenei xi jinping volodymyr zelensky

DAGOREPORT – IN UN MESE, TRUMP HA MACIULLATO L’ORDINE MONDIALE: RIABILITATO PUTIN, ISOLATA LA CINA - CINQUE PREVISIONI CHE NON SI SONO AVVERATE SULL’UCRAINA CON L'ARRIVO DEL NUOVO INQUILINO DELLA CASA BIANCA: 1) MARK RUTTE, SEGRETARIO GENERALE DELLA NATO: “KIEV ENTRERÀ NELLA NATO, È UN PROCESSO IRREVERSIBILE”. ORA ANCHE ZELENSKY PARLA DI PIANO B – 2) NON SI FA LA PACE SENZA LA CINA. FALSO: TRUMP ALZA LA CORNETTA E PUTIN LO ASPETTA – 3) XI JINPING: “L’AMICIZIA CON LA RUSSIA È SENZA LIMITI” (MANCO PER IL GAS) – 4) L’IRAN S’ATTACCA AL DRONE: LA RUSSIA L'HA MOLLATA – 5) L’EUROPA, SOLITO SPETTATORE PAGANTE CHE NON CONTA UN CAZZO

giuseppe conte maria alessandra sandulli giorgia meloni matteo salvini giancarlo giorgetti corte costituzionale consulta

DAGOREPORT – IL VERTICE DI MAGGIORANZA DI IERI HA PARTORITO IL TOPOLINO DELLA CONSULTA: L’UNICO RISULTATO È STATA LA NOMINA DEI QUATTRO GIUDICI COSTITUZIONALI. A SBLOCCARE LO STALLO È STATO GIUSEPPE CONTE, CHE HA MESSO IL CAPPELLO SUL NOME “TECNICO”, MARIA ALESSANDRA SANDULLI – SUGLI ALTRI DOSSIER, MELONI, SALVINI E TAJANI CONTINUANO A SCAZZARE: SULLA ROTTAMAZIONE DELLE CARTELLE NON CI SONO I SOLDI. LA RIFORMA DEI MEDICI DI FAMIGLIA È OSTEGGIATA DA FORZA ITALIA. E IL TERZO MANDATO È KRYPTONITE PER LA DUCETTA, CHE VUOLE “RIEQUILIBRARE” LE FORZE A LIVELLO LOCALE E SOGNA DI PAPPARSI VENETO E MILANO…

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – QUANTO DURERA' LA STRATEGIA DEL SILENZIO DI GIORGIA MELONI? SI PRESENTERÀ IN AULA PER LA MOZIONE DI SFIDUCIA A CARLO NORDIO O DISERTERÀ COME HA FATTO CON LA SANTANCHÈ? MENTRE LA PREMIER SI ECLISSA, SALVINI È IPERATTIVO: VOLA PRIMA A MADRID PER INTERVENIRE ALL’INTERNAZIONALE DEI NAZI-SOVRANISTI E POI A TEL AVIV PER UNA FOTO CON NETANYAHU – GLI OTOLITI DELLA SORA GIORGIA BALLANO LA RUMBA PER LE MOLTE BEGHE GIUDIZIARIE: DA SANTANCHÈ A DELMASTRO PASSANDO PER NORDIO E ALMASRI…