HA VINTO CONFALONIERI - IL SILURAMENTO DI PARISI E L’INVESTITURA A RENZI (“E’ L’UNICO LEADER”) DIMOSTRANO CHE BERLUSCONI HA SEPOLTO L’ASCIA DI GUERRA, ASCOLTANDO IL PRESIDENTE DI MEDIASET - FOSSE DIPESO DA CONFALONIERI, “FARSA ITALIA” SAREBBE ANCORA AL GOVERNO E FAREBBE CAMPAGNA PER IL “SÌ” AL REFERENDUM
Fausto Carioti per “Libero quotidiano”
berlusconi giacomini confalonieri valentini
La parte migliore è quella dell'autocritica, pratica alla quale Silvio Berlusconi dedica dieci parole: «Sino adesso non sono stato capace di fare una scelta». Comunque un record, per lui. È mattina, il Cavaliere è in diretta su radio Rtl e l'argomento, manco a dirlo, è l'erede cui affidare Forza Italia e magari tutto il centrodestra. L' ammissione di responsabilità per la mancata designazione del successore inizia e finisce qui.
Subito dopo torna il Berlusconi che conosciamo dal 1994, più che indulgente con se stesso: «Avevo puntato molto su qualcuno che poi è passato dall' altra parte. Alcuni personaggi hanno deluso o comunque non sono stati ben visti e accettati dagli altri». Colpa del resto del mondo, come sempre.
CONFALONIERI PIERSILVIO BERLUSCONI
L'intervista faceva parte delle iniziative con cui Berlusconi vuole convincere gli italiani che ancora lo seguono a votare No, ma giocoforza è diventata parte delle celebrazioni per la tumulazione politica di Stefano Parisi (il quale mastica fiele anche per il modo: colpito alle spalle da chi lo aveva spedito in prima fila). Fatto fuori lui, non c'è più nessuno. Anzi, peggio. Perché un nome Berlusconi lo fa: «Leader veri dentro la politica ce n'è solo uno ed è Matteo Renzi».
gianni letta silvio berlusconi
È un'ammissione di sconfitta, anche se il fondatore di Forza Italia non sembra accorgersene. Il premier è argomento frequente anche nelle conversazioni private con i pochi di cui si fida davvero: Gianni Letta, Fedele Confalonieri. È proprio quest' ultimo, poche ore dopo, a controfirmare l'investitura: Renzi, dice, «è un ragazzo di quarant' anni che, per tanti aspetti, ha le qualità di Berlusconi».
RENZI SALUTA CONFALONIERI DOPO LA D URSO
Il resto il presidente di Mediaset non lo dice, ma è noto da tempo: fosse per lui, quei due dovrebbero governare insieme. Anche Berlusconi, in fondo, la pensa così: quando invoca una legge elettorale proporzionale contro la «deriva populista», sa benissimo che, il giorno dopo il voto, l' unico governo possibile sarebbe quello sorretto da Pd, Forza Italia e centristi, quanti ne bastano per fare maggioranza e lasciare i Cinque Stelle all'opposizione. Matteo Salvini, che nonostante il sacrificio rituale di Parisi e l' apparente riavvicinamento di Berlusconi resta il vero avversario di quest' ultimo, lo sa pure lui. Ed è il motivo per cui il leader della Lega si dice contrario al proporzionale, anticamera dell' inciucio.
La divisione tra Berlusconi e Confalonieri sul referendum - Fedele avrebbe voluto vedere l'amico schierato per il Sì a supporto di Renzi, Silvio si sta spendendo per il No, sebbene con relativo entusiasmo - non copre insomma la sintonia di fondo: ambedue immaginano, in un futuro prossimo, un accordo con Renzi o con chi guiderà il Pd dopo di lui. Solo che Berlusconi non può dirlo papale papale, perché gli elettori non glielo perdonerebbero e perché bisogna vedere con quale legge si voterà: quella in vigore al momento, l' Italicum, renderebbe comunque obbligatoria un' alleanza con la Lega.
Berlusconi ne farebbe volentieri a meno. Il gelo con Salvini resta intatto e la frase con cui boccia ogni leader politico ad eccezione di Renzi ha come primo bersaglio proprio il capo del Carroccio, che nei giorni scorsi si è candidato a guidare tutta la coalizione. Non hai la stoffa per farlo: questo gli ha detto ieri, in sostanza, Berlusconi. Chiamando la reazione stizzita del forzaleghista Giovanni Toti, che interviene per correggere il presidente del suo partito (sacrilegio impensabile sino a qualche tempo fa): «Renzi è un grande leader con il voto di nessuno».
Così, con Parisi messo da parte e un veto ormai esplicito del Cavaliere su Salvini, con Renzi nominato unico gallo del pollaio e Forza Italia frastornata dalle sorprese che Berlusconi tira fuori ogni giorno, la sconquassata giostra del centrodestra si ritrova ferma al punto di partenza. Come sempre in questi casi, i peones azzurri intonano il mantra autoconsolatorio: «Sarà ancora Berlusconi a guidare la coalizione». A ottant' anni suonati, una cattiveria per lui e per loro.