E’ CADUTA LA MURA DI TONINO? - SILVANA MURA, “GAMBA DESTRA” DI ANTONIO DI PIETRO E TESORIERA DI IDV, INDAGATA A MASSA PER UNA PRESUNTA FALSA TESTIMONIANZA PRO-TONINO - E’ STATA DENUNCIATA DA UN DIPIETRISTA DELLA PRIMA ORA, MAURIZIO BARDI, CHE HA PERSO UNA CAUSA CIVILE DA MEZZO MILIONE RELATIVA AL PRIMO SITO INTERNET DELL’EX PM - L’INTRECCIO TRA DIVERSI “DOMINI WEB” AL CENTRO DELLA QUERELLE GIUDIZIARIA…

Alessandro Mantovani per il Corriere.it

Ora che l'Idv implode e Antonio Di Pietro annaspa tra scandali e Marucci, spunta una grana giudiziaria per Silvana Mura, la donna forte del partito, folgorata da Tonino quando era ancora pm e da allora vicinissima al capo, poi assessore di Cofferati a Bologna, tesoriera, oggi deputata e plenipotenziaria per l'Emilia-Romagna e molto di più.

L'INCHIESTA - Mura è indagata a Massa per una presunta falsa testimonianza in favore di Di Pietro, resa in una causa civile sulla titolarità del dominio internet antoniodipietro.org dalla quale l'ex pm è uscito in primo grado con un risarcimento ragguardevole, mezzo milione di euro. Per lui, non per il partito. Dovrebbe pagarlo Maurizio Bardi, 61 anni, giornalista, blogger e piccolo editore della Lunigiana, uomo generoso e forse un po' disordinato. Un dipietrista della prima ora, uno che dei venti che firmarono le fideiussioni da due miliardi di lire per la campagna elettorale 2001 dell'Idv. Pensava che Tonino avrebbe cambiato la politica, ma invece l'hanno subito estromesso dai siti web dell'Idv che aveva contribuito a creare: «L'Idv fu il primo partito a dotarsi di un sito», ricorda con orgoglio.

IL SITO - Il dominio www.antoniodipietro.org nacque nel marzo 2000: «Lo registrai - dice Bardi - perché volevo fare una banca dati sulla corruzione, Di Pietro era il simbolo di Mani Pulite ma io non lo conoscevo ancora di persona, lo conobbi pochi mesi dopo e iniziammo a collaborare». L'altro, www.antoniodipietro.it, fu registrato sempre da Bardi a fine 2000, «ma - spiega - a nome di Di Pietro». Lavoravano a stretto contatto: «Ci sentivamo quasi tutti i giorni».

I siti .org e .it avevano gli stessi contenuti. Poi la rottura. Nel luglio 2002 lo fecero fuori, secondo Bardi perché erano arrivati i rimborsi elettorali. L'editore toscano lasciò sei mesi al partito per spostare i contenuti su antoniodipietro.it, poi nel febbraio 2003 si riprese il sito .org cambiando il Dns, il server che traduce l'ip numerico in indirizzo testuale. «Al partito l'avrei anche dato ma Di Pietro voleva che lo cedessi a lui personalmente».

LA CAUSA - Di Pietro gli ha fatto causa a Pontremoli (Massa), dove Bardi abita, e ha vinto il primo round anche con le testimonianze di Mura e di due signore all'epoca impiegate nella sua segreteria. Per Bardi le testimonianze sono false e le ha denunciate. Mura, secondo Bardi, disse il falso quando dichiarò che «a seguito del cambio di Dns operato unilateralmente dal dottor Bardi, sia il sito che le caselle di posta ad esso collegate non erano più accessibili e funzionanti. L'on. Di Pietro dovette provvedere alla registrazione del dominio www.antoniodipietro.it e www.italiadeivalori.it con ulteriori costi per la loro creazione e attivazione».

Le carte depositate da Bardi, accessibili tramite whois (il servizio che consente di scoprire chi c'è dietro un sito), dicono che il primo sito esisteva dal 21 dicembre 2000 e l'altro dal 24 luglio 2002, dunque prima che lui cambiasse server per il .org. Mura disse che «Di Pietro riceveva migliaia di email al giorno su quegli indirizzi», mentre dalla documentazione in possesso di Bardi ne risultano dalle 24 alle 104 al giorno. E ancora: secondo Mura, perdendo il dominio antoniodipietro.org, «il materiale di propaganda ed elettorale dovette essere ristampato», ma Bardi obietta che «nel febbraio 2003 non vi erano elezioni previste se non in Val d'Aosta e non erano stati stampati manifesti».

Le altre due signore dissero cose simili. E il giudice stabilì che il sito era di Di Pietro, anche se l'aveva registrato Bardi. L'avvocato di Di Pietro a Pontremoli era Felice Belisario, capogruppo Idv in Senato. Deve aver gradito la cittadina, l'avvocato-senatore, fino a prendersi a cuore quel piccolo tribunale a rischio soppressione come decine di altre sedi periferiche: ricevette in pompa magna a Palazzo Madama una delegazione guidata dal sindaco e dal segretario del Pd locale, Marco Bertocchi, cioè l'altro avvocato che assisteva Di Pietro.

Tutti insieme per salvare il tribunale (che poi però è stato chiuso). Era l'ottobre 2010. A dicembre la sentenza a favore di Di Pietro. Sugli aspetti civili deciderà la Corte d'appello di Genova. L'inchiesta penale su Silvana Mura, affidata al pm Vito Bertone, si trascina da oltre un anno alla Procura di Massa. «Siamo prossimi alla conclusione», assicura il procuratore Aldo Giubilaro. L'onorevole Mura, contattata per telefono, ieri ha preferito non rispondere.

 

IN TENUTA BALNEARE DI SILVANA MURA ANTONIO DI PIETRO E SILVANA MURA SILVANA MURA E LUIGI DE MAGISTRIS Di Pietro e Silvana Mura - Da Liberolapresse silvana mura IDVgrtnd04 silvana mura antonio di pietroANTONIO DI PIETRO - ITALIA DEI VALORI

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…