SILVIO, ILDA TI ASPETTA! (PER FARTI LA FESTA) - PER BERLUSCONI UN “TOUR DE FORCE” IN TRIBUNALE NEI GIORNI PIU’ CALDI DELLA NUOVA LEGISLATURA - VENERDI’ REQUISITORIA SUL PROCESSO MEDIASET - IL 4 MARZO RIPARTE IL PROCESSO RUBY - GIOVEDI’ 7 MARZO SENTENZA DI PRIMO GRADO SULLE INTERCETTAZIONI “UNIPOL CONSORTE” - IL 25 MARZO A PALERMO VERDETTO D’APPELLO PER DELL’UTRI…

Luigi Ferrarella per "Il Corriere della Sera"

Una requisitoria già dopodomani, un'udienza-chiave di un altro processo lunedì prossimo, e giovedì la prima di quattro delicate sentenze che nel giro di un mese si incroceranno con l'elezione dei presidenti di Senato e Camera e con i tentativi di trovare una maggioranza per formare il nuovo governo: ancora una volta, come da 20 anni a questa parte, l'agenda dei processi e quella della politica si sovrapporranno.

Ma tutto si potrà dire meno che sia «giustizia a orologeria»: nelle ultime settimane di campagna elettorale, infatti, è stato proprio Silvio Berlusconi, assieme ai suoi avvocati-parlamentari Niccolò Ghedini e Piero Longo, a volere a tutti i costi sospendere le udienze in corso con «legittimi impedimenti» di varia natura (dalle riunioni di gruppi parlamentari pdl sino alla priorità accordata a interviste in tv) e a voler rinviare la fine dei suoi tre processi milanesi a dopo il voto.

Il risultato, però, è che ora, accanto all'ingorgo istituzionale (vertici da eleggere nei due rami del Parlamento, trattative per il nuovo governo, elezione del nuovo presidente della Repubblica), si prospetta anche un ingorgo processuale. Si comincia venerdì, infatti, in Corte d'Appello con la requisitoria nella quale il pg Laura Bertolè Viale con ogni probabilità chiederà la conferma della condanna del leader del Pdl a 4 anni per frode fiscale nella compravendita di diritti tv Mediaset.

Ma la prima incognita è se Berlusconi, come annunciato un mese fa, si presenterà a rendere «dichiarazioni spontanee», giacché in teoria, dopo altre tre udienze, la sentenza è fissata per sabato 23 marzo. Due giorni dopo, il 25 marzo, ma a Palermo, è atteso il verdetto nel secondo processo d'Appello all'ex senatore pdl Marcello Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa, nel quale il pg Luigi Patronaggio ha chiesto 7 anni di carcere.

Nel frattempo a Milano già lunedì 4 marzo ripartirà anche il processo Ruby con un'ultima udienza cruciale per le imputazioni a Berlusconi di prostituzione minorile (per i suoi rapporti con l'allora minorenne marocchina) e di concussione dei poliziotti della Questura di Milano per la raffica di telefonate notturne volte a propiziare il rilascio della giovane e la sua consegna alla consigliera regionale pdl Nicole Minetti.

Il Tribunale ha convocato d'ufficio un'ultima testimone, che né i pm Boccassini-Sangermano né i difensori avevano sinora chiesto di ascoltare: il pm dei minorenni Annamaria Fiorillo, affinché chiarisca il contenuto delle disposizioni impartite al commissario Giorgia Iafrate, che in aula le ha rievocate in modo diverso da quello sostenuto dall'accusa. Compatibilmente con la durata dell'interrogatorio, la requisitoria potrebbe iniziare subito dopo, o la settimana successiva, e il verdetto arrivare il 18 marzo.

Ma intanto già giovedì prossimo, 7 marzo, interverrà una delle tre sentenze: quella di primo grado nel processo per il trafugamento dalla Procura e pubblicazione su Il Giornale nel 2005 dell'audio dell'intercettazione (all'epoca non depositata né trascritta) tra l'allora segretario ds Piero Fassino e il numero uno di Unipol, Giovanni Consorte: requisitoria e arringhe si sono già svolte, e al Tribunale non resta che decidere se assolvere o condannare Berlusconi a 1 anno per concorso nella rivelazione di segreto d'ufficio, e suo fratello Paolo a 3 anni per ricettazione.

I processi che si riverberano sul leader pdl si sono rimessi in moto già ieri sera, con l'udienza quasi in notturna (per poter ascoltare in videoconferenza col fuso orario degli Stati Uniti il manager di una major cinematografica, Gary Marenzi) del processo milanese di primo grado Mediatrade, dove non c'è più Berlusconi (perché fu prosciolto subito in udienza preliminare dal gip Vicidomini e poi anche dalla Cassazione) ma restano imputati di frode fiscale suo figlio Piersilvio e il presidente del suo gruppo Mediaset, Fedele Confalonieri.

Anche costoro, invece, erano stati prosciolti a Roma nel processo «gemello» di questo, ma per altre annate di competenza territoriale capitolina: e qui la Cassazione deciderà il 6 marzo sul ricorso proposto dai pm romani contro il proscioglimento.

 

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