SILVIO SCAPPA DAL RETRO(ATTIVO)? - SEI “SAGGI” PER SMONTARE LA LEGGE SEVERINO (CHE FU VOTATA DAL PDL!)

Liana Milella per La Repubblica

Berlusconi dichiara ufficialmente "guerra" alla legge Severino. È a rischio costituzionalità. Comunque non si applica a lui. Tutto a colpi di giuristi e di minacce di ricorsi alla Consulta e alla Corte dei diritti umani di Strasburgo. L'obiettivo - ovviamente non scritto - è non solo prendere tempo, ma distruggere la norma che rischia di mettere il Cavaliere fuori dal Senato e pure di renderlo non più candidabile per il futuro.

I sei pareri, per otto giuristi, tutti orientati a destra, e la lettera di accompagnamento dello stesso ex premier arrivano negli uffici della giunta per le elezioni e le immunità del Senato alle 12 in punto. Il presidente Dario Stefàno non c'è, ma viene subito avvertito, gli viene letta la missiva di Berlusconi che contiene un duplice annuncio.

Quello del prossimo ricorso a Strasburgo e quello di interventi futuri: «Per il rispetto dovuto al delicato e complesso lavoro in corso di svolgimento, e anche per la peculiarità e novità della norma sottoposta al giudizio, si ritiene, allo stato, di non esplicare alcuna ulteriore osservazione».

«Allo stato» Berlusconi manda avanti i giuristi; in futuro, prima che gli muovano la contestazione, parlerà di persona per far valere le sue ragioni. Per ora interviene, dopo quasi un mese di silenzio dall'arringa in Cassazione per Mediaset, il suo avvocato e amico Niccolò Ghedini.

Lui ha scelto gli esperti, ha chiesto i pareri, li ha messi insieme e inviati. In una tv di "casa", il Tg4, ne spiega il senso: «La legge Severino non deve trovare applicazione perché riguarda solo il futuro. Ove si dovesse ritenere che sia applicabile anche per il passato ciò sarebbe contro la Costituzione e in particolare contro le norme europee e contro quello che stabilisce la stessa Convenzione europea».

I giuristi - Giovanni Guzzetta (Diritto pubblico a Tor Vergata), Giorgio Spangher (Procedura penale alla Sapienza), Antonia Antonella Marandola (procedura penale a Trieste), Roberto Nania (Scienze politiche a Roma), tutti con pareri singoli, e con un unico testo Nicolò Zanon (diritto costituzionale alla Statale di Milano Beniamino Caravita (diritto pubblico alla Sapienza) e Giuseppe De Vergottini (diritto costituzionale a Bologna) - dicono esattamente le stesse cose.

Tra di loro non ci sono Bruno Nascimbene, Andrea Saccucci, Augusto Sinagra e Vittorio Manes che non sono mai stati consultati, anche se nel Pdl si era pensato a un loro possibile coinvolgimento. Manes, una collaborazione con l'ufficio studi della Consulta, dice che «per ovvie questioni di opportunità non avrebbe aderito». Ma cosa dicono invece i giuristi coinvolti?

La legge Severino presenta ampi profili di incostituzionalità. Impedisce ai cittadini elettori di esercitare il libero diritto di scegliere i propri rappresentanti. Mette sullo stesso piano, sbagliando, amministratori locali e parlamentari, questi ultimi "protetti" dalla Carta. Contrasta con l'articolo 66 della stessa Carta che affida alle sole Camere il potere di decidere chi sta dentro e chi sta fuori dal palazzo (Zanon, Caravita, De Vergottini).

È a tutti gli effetti una sanzione penale, quindi non può assolutamente essere retroattiva (Guzzetta). È irragionevole perché fissa un termine di non candidabilità (6 anni) «senza determinare i criteri per il calcolo» (sempre Guzzetta). Se si applicasse si risolverebbe in «un riconoscimento della superiorità della magistratura rispetto al Parlamento» (Pansini).

Quindi non si applica a Berlusconi. La giunta deve rivolgersi alla Consulta e ha tutti i poteri per farlo in quanto svolge le funzioni di giudice (Nania). Ma deve anche portare la Severino a Strasburgo perché essa viola gli articoli 6 e 7 della Convenzione, la famosa Cedu, quelli sul giusto processo e sulla non retroattività delle norme penali. Stefàno legge e invita tutti a «smetterla di spettacolarizzare il caso».

Il relatore Andrea Augello si chiude nel riserbo: «Posso solo assicurare che la mia relazione non sarà improvvisata, ma seria, approfondita e dettagliata». E il Pd? Il capogruppo al Senato Luigi Zanda raccomanda (ai suoi): «Né forzare i tempi con accelerazioni artificiali, né rallentarli in modo immotivato».

 

PAOLA SEVERINO GIANNI LETTA SILVIO BERLUSCONI DARIO STEFANOANTI BERLUSCONI DAVANTI ALLA CASSAZIONE CASSAZIONE as x Nicolò Zanon Andrea Augello Luigi Zanda

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…

giuseppe conte elly schlein

LE INSOSTENIBILI DICHIARAZIONI FILO-TRUMP DI CONTE HANNO MANDATO IN TILT SCHLEIN - TRA I DUE SAREBBE PARTITA UNA TELEFONATA BURRASCOSA IN CUI LA SEGRETARIA DEM AVREBBE FATTO CAPIRE A PEPPINIELLO CHE SE CONTINUA COSÌ IL M5S CROLLERÀ AL 7% - ELLY DEVE FARE I CONTI CON L’AUT AUT DI CALENDA E CON LA MINORANZA CATTO-DEM IN SUBBUGLIO CONTRO CONTE – PEPPINIELLO TIRA DRITTO: PARLA ALLA PANCIA DEI 5 STELLE E ABBRACCIA LA LINEA ANTI-DEM DI TRAVAGLIO SU RUSSIA E TRUMP. MA "LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO" SA BENISSIMO CHE, SENZA UN ACCORDO COL PD, A PARTIRE DAL PROSSIMO VOTO REGIONALE, NON VA DA NESSUNA PARTE…

elon musk donald trump caveau oro

DAGOREPORT - ALTA TENSIONE TRA IL MONDO FINANZIARIO AMERICANO E KING TRUMP - PRIMA DI DICHIARARE GUERRA A WASHINGTON, I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI ASPETTANO CHE TRUMP E MUSK CACCINO IL PRESIDENTE DELLA FEDERAL RESERVE  PER IMPORRE I BITCOIN COME RISERVA NAZIONALE. UNA MONETA DIGITALE E SOVRANAZIONALE CHE AFFOSSEREBBE IL DOLLARO, E QUINDI L'ECONOMIA USA. E GOLDMAN SACHS SI PORTA AVANTI CONSIGLIANDO DI INVESTIRE IN ORO - LE RIPERCUSSIONI PER L'ITALIA: MELONI SA CHE I GRANDI FONDI, SE VOLESSERO, POTREBBERO MANDARE GAMBE ALL'ARIA IL DEBITO TRICOLORE...

luca zaia marina berlusconi matteo salvini il foglio

FLASH – PARE CHE LUCA ZAIA, DOPO AVER LETTO L’INTERVISTA-MANIFESTO RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO”, ABBIA COMMENTATO SODDISFATTO: “QUESTA C’HA LE PALLE”. IL SEGRETARIO DELLA "LIGA VENETA", ALBERTO STEFANI, AVREBBE SUBITO RIFERITO IL COMMENTO DEL “DOGE” A SALVINI. COME L'HA PRESA L'EX TRUCE DEL PAPEETE? NON HA GRADITO L’ENDORSEMENT PER LA “CAVALIERA”: QUESTA VOLTA LA TISANELLA CHE CONSIGLIA SEMPRE AI "SINISTRELLI ROSICONI" L'HA DOVUTA BERE LUI, PER PLACARSI…