tommaso borri serra san quirico

“QUESTA È UN’AMMINISTRAZIONE FASCISTA. VERBALIZZO QUELLO CHE DECIDO IO” – TOMMASO BORRI, SINDACO DI SERRA SAN QUIRICO, IN PROVINCIA DI ANCONA, SBROCCA IN CONSIGLIO COMUNALE E POI PROVA A RINCULARE: “ERA SOLO UNA FRASE SARCASTICA”. MA ORMAI È TROPPO TARDI, CON LA SINISTRA SULLE BARRICATE: “IL SINDACO NON RAPPRESENTA SOLO GLI ELETTORI, MA ANCHE LA REPUBBLICA CHE, NELLA SUA COSTITUZIONE, È ANTIFASCISTA”

Paolo Berizzi per www.repubblica.it

 

TOMMASO BORRI - SINDACO SERRA SAN QUIRICO

Come si rivolge un sindaco alla minoranza in consiglio comunale? Anche così: "Questa è un'amministrazione fascista. Verbalizzo quello che decido io". No, non è uno scherzo: è tutto vero. Succede a Serra San Quirico, 2mila 600 abitanti in provincia di Ancona. I fatti. La seduta consiliare del 28 luglio scorso è in pieno svolgimento. L'ordine del giorno è la variazione di bilancio, adempimento amministrativo che va fatto in tutti i Comuni - solitamente - entro fine luglio.

 

Due consiglieri di minoranza, uno del Pd, l'altra di Possibile, Debora Pellacchia, intervengono incalzando il sindaco Tommaso Borri, di una lista civica di centro-destra. Per altro su un tema "tecnico", poco "politico". Ma tant'è. I due consiglieri - a detta del primocittadino, - avrebbero esercitato in modo pedante il loro sacrosanto ruolo di indirizzo e di controllo.

 

SERRA SAN QUIRICO

Da qui l'intervento a gamba tesa, a dir poco perentorio, del sindaco. Che 'sospende la democrazia', diciamo così, e si impone spiegando appunto che l'amministrazione di Serra San Quirico è 'fascista' e che ciò che viene verbalizzato è quello e soltanto quello che decide lui: Borri.

 

"Un fatto gravissimo - spiega Pellacchia -. Il sindaco non rappresenta soltanto gli elettori e le elettrici della propria città, ma anche la Repubblica italiana. Repubblica che, nella sua Costituzione, è antifascista. Certe parole, certi atteggiamenti - continua la consigliera - sono inaccettabili e da condannare, ancora più se avvengono dentro sedi istituzionali".

TOMMASO BORRI - SINDACO SERRA SAN QUIRICO

 

Il sindaco versione duce - stando a quanto racconta chi ha assistito alla scena nell'aula del consiglio e poi ha diffuso la notizia dell'episodio - si sarebbe poi giustificato parlando di "frase sarcastica".

 

"Una toppa peggiore del buco - attacca il circolo Pd "David Sassoli" di Fabriano (il Comune che confina con Serra San Quirico, ndr) -. Al sindaco Borri facciamo notare che sui valori dell'antifascismo, alla base dell'Italia repubblicana, non si scherza. E il "sarcasmo" non è ammesso, perché sono valori che sono costati il sangue di decine di migliaia di partigiani e di patrioti.

 

SERRA SAN QUIRICO 1

Aggiungiamo che siamo nell'anno in cui ricorre il centenario della Marcia su Roma e che siamo in una Regione, le Marche, governata da un presidente, Francesco Acquaroli che - come rivelato nel 2019 da "Repubblica" - "festeggia" al ristorante, con i camerati, la tragica ricorrenza del 28 ottobre. Invitiamo - si legge ancora nel comunicato di solidarietà ai due consiglieri comunali di Serra - le istituzioni preposte, ad iniziare dalla prefettura di Ancona, a valutare l'opportunità di censurare, anche in modo formale, quanto avvenuto".

Ultimi Dagoreport

giorgia arianna meloni massimiliano romeo matteo salvini

RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA FACCIA HA RITIRATO DALLA CORSA PER LA SEGRETERIA DELLA LEGA IN LOMBARDIA IL SUO CANDIDATO LUCA TOCCALINI. E ORA IN LIZZA C’È SOLO MASSIMILIANO ROMEO, UNA VOLTA SUO FEDELISSIMO - UNA MOSSA SOSPINTA SOPRATTUTTO DALL’ASSOLUTO BISOGNO DI SALVINI DI AVERE PIÙ UNITI CHE MAI I CAPOCCIONI DELLA LEGA: PER IL 20 DICEMBRE È ATTESA LA SENTENZA PER IL PROCESSO OPEN ARMS - IL CAPITONE SPERA IN UNA SENTENZA DI CONDANNA: DIVENTARE "MARTIRE DELLA GIUSTIZIA" SUL TEMA DELLA MIGRAZIONE POTREBBE TRASFORMARSI IN UNA MEDAGLIA SUL PETTO PER RISALIRE NEL CUORE DEI LEGHISTI SEMPRE PIÙ DELUSI - DOPO LE SCONFITTE ALLE POLITICHE E ALLE REGIONALI, CON LA LEGGE SULL’AUTONOMIA FATTA A PEZZI, ORA LE SORELLE MELONI VOGLIONO SALIRE ANCHE SUI TRENI, DOVE SALVINI, COME MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, VUOL FARLA DA PADRONE. IL BORDELLO CONTINUA: FINO A QUANDO?

tony effe

DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A FANCULO! MENTRE PAPA BERGOGLIO ACCOGLIE SANTI E PUTTANE, TRANS E GAY, LA SINISTRA ITALIANA PROVA A IMPORRE QUESTA OSSESSIONE AMERICANA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE SI ILLUDE DI RIDURRE IL TASSO DI INTOLLERANZA UTILIZZANDO UN LINGUAGGIO APPROPRIATO. TUTTO INUTILE. PERCHÉ IL RIDICOLO È PIÙ FORTE DEL PERICOLO. DIRE OMOSESSUALE ANZICHÉ GAY NON PROTEGGE GLI OMOSESSUALI DALLA VIOLENZA DI STRADA. COSÌ COME CACCIARE DAL PALCO DEL CONCERTONE DELL’ULTIMO ANNO IL RAPPER TONY EFFE PER AVER SCRITTO BRANI CHE "VEICOLANO MESSAGGI OFFENSIVI VERSO LE DONNE E NORMALIZZANO ATTEGGIAMENTI VIOLENTI" NON CAMBIA LA VITA SOCIALE E I RAPPORTI INTERPERSONALI. MASSÌ, IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. MA ALLA FINE C'È LA BUGIA, IL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA, DETTO ALTRIMENTI FASCISMO”

mario calabresi - elly schlein - matteo renzi - carlo calenda - ernesto maria ruffini

DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E MODERATA, CHE INSIEME AL PD POSSA CONTRAPPORSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 ALLA DESTRA AUTORITARIA DEL GOVERNO DI MELONI (SALVINI E TAJANI NON CONTANO PIU' UN CAZZO) - MENTRE PROCEDE L'EUTANASIA DEL TERZO POLO, OSTAGGIO DI RENZI E CALENDA, SI E' AUTOCANDIDATO IL CATTOLICO ERNESTO MARIA RUFFINI, MA NON LO VUOLE NESSUNO (ANCHE PRODI DUBITA DEL SUO APPEL MEDIATICO) - RISULTATO? SI È DIMESSO NON SOLO DAL FISCO MA ANCHE DA CANDIDATO - RUFFINI O NO, UNA “COSA" DI CENTRO DOVRÀ NASCERE A FIANCO DEL PD. L'EVANESCENZA DEI CATTO-RIFORMISTI DEM E' TOTALE. IL VATICANO E L'AZIONISMO CATTOLICO NON SI RICONOSCONO NEI VALORI ARCOBALENO DELLA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN – RUMORS DALLA MILANO CIVICA: CIRCOLA IL NOME DI MARIO CALABRESI COME CANDIDATO SINDACO PER IL DOPO SALA…

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO, GIORGIA MELONI E JOHN ELKANN SONO IMPEGNATI A FARSI LA GUERRA - LA DUCETTA DIFFIDA (EUFEMISNO) DI YAKI NON SOLO PERCHE' EDITORE DI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NONCHE' AMICO DI ELLY SCHLEIN (GRAZIE ALLA DI LUI SORELLA GINEVRA), MA ANCHE PERCHÉ E' CONVINTA CHE FRIGNI SOLTANTO PER TORNACONTO PERSONALE - DI CONTRO, IL RAMPOLLO AGNELLI FA PRESENTE A PALAZZO CHIGI CHE LA QUESTIONE NON RIGUARDA SOLO STELLANTIS MA L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA IN TUTTO L'OCCIDENTE - E LA CINA GODE GRAZIE AL SUICIDIO EUROPEO SUL GREEN DEAL...