cartelli della droga in messico

LA SINISTRA MESSICANA VOLEVA SCONFIGGERE I CARTELLI DELLA DROGA CON GLI "ABBRACCI": QUESTI SONO I RISULTATI - IL MESSICO HA REGISTRATO 105.804 OMICIDI IN TRE ANNI, IL 120 PER CENTO IN PIÙ DELL'ERA CALDERÓN: IL PRESIDENTE DI SINISTRA LÓPEZ OBRADOR STA FACENDO UN DISASTRO PER COLPA DELL'IDEA CHE SI POSSA RISOLVERE IL PROBLEMA INTERVENENDO SULLE CAUSE SOCIALI DELLA VIOLENZA - EPPURE ORA NELLA STAMPA ITALIANA DI SINISTRA NON SI PARLA PIÙ DI "MACELLIERA MESSICANA"...

Paolo Manzo per www.tempi.it

 

cartelli della droga e coronavirus in messico 6

Avete letto di recente che mai come durante la presidenza del sinistrorso Andrés Manuel López Obrador (Amlo), il Messico ha avuto così tanti omicidi? No, vero? Eppure, dal primo dicembre 2018 al 30 novembre di quest’anno, i primi tre anni al potere di Amlo, come lo chiamano tutti, il Messico ha registrato 105.804 omicidi. Non c’è un periodo nella storia recente – nemmeno i peggiori anni di Felipe Calderón che condusse la cosiddetta “guerra alla droga” tra 2006 e 2012 – così sanguinoso e violento.

 

andres manuel lopez obrador

La “macelleria messicana” ignorata

La “macelleria messicana”, termine abusato dai giornali della sinistra italica e globalista quando a governare erano gli altri, oggi non ha più appeal. Un esempio, l’ennesimo semmai ce ne fosse bisogno, della battaglia culturale stravinta dalla sinistra.

 

«L’attuale governo messicano, guidato da López Obrador – scriveva tre giorni fa El País, non certo tacciabile di “astio ideologico” con Amlo – guarda per il momento dall’altra parte, indicando piccole conquiste, riduzioni occasionali o impercettibili cambiamenti d’inerzia». La settimana scorsa il presidente messicano ha addirittura celebrato il fatto che «appena 68 omicidi» erano «stati registrati in un giorno». Patetico.

 

andres manuel lopez obrador

Quali però le cause dell’incremento del 120% rispetto alle 41.375 vittime dei peggiori trienni dell’era Calderón, o dell’80% rispetto ai 63.877 morti di quella del suo predecessore, Enrique Peña Nieto (2012-2018), due di cui Amlo, prima di conquistare il potere, denunciava ogni giorno gli errori «metodologici e strutturali» e gli orrori?

 

Sconfiggere i cartelli con gli «abbracci»

Per capire i motivi del disastro cominciamo col chiarire che López Obrador era stato chiaro sin dal suo primo giorno di presidenza, in quell’oramai lontano primo di dicembre del 2018: fare la pace coi narcos, offrire l’amnistia in cambio dell’addio alle armi, «più abbracci meno proiettili» il suo slogan, il tutto con i militari dalla sua.

 

cartelli della droga e coronavirus in messico 7

Già perché Amlo, che prima criticava la «militarizzazione della sicurezza» dei predecessori, non appena insediatosi ha letteralmente militarizzato il paese del tequila, ponendo in essere una mobilitazione record di truppe, con il dispiegamento di oltre 100 mila effettivi della sua Guardia nazionale.

 

Una sorta di gendarmeria con funzioni di polizia nazionale nata per sua espressa volontà nel 2019. Più militari nelle strade e, come sempre a queste latitudini, più denunce di violazioni dei diritti umani.

 

cartelli della droga e coronavirus in messico 3

Più abbracci, più soldati malamente addestrati, polizia pagata una miseria, corruzione ai massimi livelli e, soprattutto, un cambiamento di fondo, mentale ancor prima che strutturale.

 

Ovvero l’idea fissa di Amlo che la crudeltà dei cartelli narcos (che per contendersi il mercato lucrativo della droga decapitano a ritmi 20 volte superiori a quelli dell’Isis) si possa risolvere intervenendo sulle cause sociali della violenza.

 

Il problema è che da quando lui è presidente, gli omicidi in Messico sono quasi raddoppiati. Inoltre, l’isolamento forzato dalla pandemia non ha fatto calare gli omicidi come quasi ovunque nel mondo ma la media rimane di oltre 100 esecuzioni al giorno.

 

andres manuel lopez obrador

Il Messico è ormai un narcostato

La violenza che attanaglia oggi il Messico è ovviamente dovuta al crescente controllo territoriale dei narcos, soprattutto i cartelli di Sinaloa e Jalisco Nueva Generación, ed oggi il paese del tequila è persino più narcostato della Colombia degli anni ’80, quando Pablo Escobar, pur facendosi eleggere senatore, non riuscì mai a coronare il suo sogno di arrivare alla presidenza.

 

Più narcostato perché, come si evince dagli stralci non secretati del processo del boss El Chapo a New York, i tre ultimi presidenti messicani, Calderón, Peña Nieto e l’attuale, Amlo, sono stati accusati da testimoni come Reynaldo Zambada, alias El Rey (il fratello del Mayo, la mente del cartello di Sinaloa) di avere ricevuto milioni di dollari dai narcos in cambio di “compiacenza”.

 

Accuse identiche erano state rivolte in Colombia all’ex presidente Ernesto Samper, la cui campagna elettorale fu finanziata dal cartello di Cali e che per questo ancora oggi non può entrare negli Usa, ma almeno là una pantomima di processo si celebrò.

 

cartelli della droga e coronavirus in messico 2

In Messico, invece, non solo di processi neanche l’ombra ma da quando si è insediato, Amlo non fa che offrire esempi di come stia “abbracciando” le organizzazioni narcos del suo paese.

 

Lo si è visto a Culiacán, la capitale dello stato di Sinaloa, a fine ottobre 2019, quando era stato arrestato Oviedo Guzmán e il presidente in persona intervenne subito ordinando alle truppe di liberare uno dei maggiori narcotrafficanti al mondo, nonché figlio prediletto del Chapo.

 

cartelli della droga e coronavirus in messico 5

L’esponente delle forze dell’ordine che aveva arrestato Ovidio, una settimana dopo fu freddato da una gragnuola di colpi di fronte a un centro commerciale ma né la sua morte, né il lutto dei suoi famigliari è mai stata presa in considerazione da López Obrador che, invece, un mese dopo si riunì a Sinaloa con la madre del Chapo, stringendole sorridente la mano.

 

Quello di Amlo in materia di sicurezza è insomma un «fallimento clamoroso» a detta di tutti gli analisti, con cause e responsabilità, ideologiche e logistiche, ben definite. Peccato solo che i media liberal abbiano scelto il silenzio tombale sulla “macelleria messicana” firmata López Obrador.

Ultimi Dagoreport

elon musk steve bannon village people donald trump

KITSCH BUSSA ALLA NOSTRA PORTA? – LA MOTOSEGA DI MUSK, I SALUTI ROMANI DI BANNON, IL BALLO DI TRUMP COI VILLAGE PEOPLE: FARSA O TRAGEDIA? - VINCENZO SUSCA: ‘’LA CIFRA ESTETICA DELLA TECNOCRAZIA È IL KITSCH PIÙ SFOLGORANTE, LOGORO E OSCENO, IN QUANTO SPETTACOLARIZZAZIONE BECERA E GIOCOSA DEL MALE IN POLITICA - MAI COME OGGI, LA STORIA SI FONDA SULL’IMMAGINARIO. POCO IMPORTANO I PROGRAMMI POLITICI, I CALCOLI ECONOMICI, LE QUESTIONI MORALI. CIÒ CHE IMPORTA E PORTA VOTI, PER L’ELETTORE DELUSO DALLA DEMOCRAZIA, TRASCURATO DALL’INTELLIGHÈNZIA, GETTATO NELLE BRACCIA DI TIK TOK, X, FOX NEWS, È EVOCARE NEL MODO PIÙ BRUTALE POSSIBILE LA MORTE DEL SISTEMA CHE L'HA INGANNATO”

friedrich merz ursula von der leyen manfred weber giorgia meloni

DAGOREPORT - DA IERI SERA, CON LA VITTORIA IN GERMANIA DELL’ANTI-TRUMPIANO MERZ E IL CONTENIMENTO DEI NAZI DI AFD NELLE FILE DELL’OPPOSIZIONE, TUTTO È CAMBIATO - E DAVANTI A UN’EUROPA DI NUOVO IN PIEDI, DOPO IL KNOCKOUT SUBITO DAL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA, PER LA ‘DUCETTA’ SI PREPARANO GIORNI ALL’INSEGNA DELLE INVERSIONI A U – OGGI L’ITALIA HA VOTATO CON L'EUROPA LA RISOLUZIONE SULL'INTEGRITÀ TERRITORIALE DI KIEV, CONTRO GLI STATI UNITI CAPITA L’ARIA NUOVA CHE TIRA, SULLE AGENZIE È SBUCATA UNA NOTA FIRMATA DAL “GENIO” DI FAZZOLARI, CHE AVRÀ FATTO RIZZARE I PELI DI TRUMP E PUTIN MESSI INSIEME: “LA VOGLIA DI LIBERTÀ DEL POPOLO UCRAINO CHE È STATA PIÙ FORTE DELLE MIRE NEO IMPERIALI DELLE ÉLITE RUSSE” - CERTO, SE NON AVESSE DAVANTI QUELL’ANIMALE FERITO, E QUINDI DAVVERO PERICOLOSO, DI MATTEO SALVINI, LA STATISTA DELLA GARBATELLA FAREBBE L’EUROPEISTA, MAGARI ALL’ITALIANA, CON UNA MANINA APPOGGIATA SUL TRUMPONE – MA ANCHE IN CASA, C’È MARETTA. OGGI IL VICEMINISTRO DEGLI ESTERI E COORDINATORE NAZIONALE DELLA DIREZIONE DI FDI, EDMONDO CIRIELLI, HA IMPLORATO MERZ DI FARE IL GOVERNO CON I POST-NAZI DI AFD…

veronica gentili alessia marcuzzi roberto sergio giampaolo rossi myrta merlino

A LUME DI CANDELA - “QUESTO PROGRAMMA NON È UN ALBERGO”: AI PIANI ALTI DI MEDIASET SI RUMOREGGIA PER LE FREQUENTI ASSENZE DI MYRTA MERLINO A “POMERIGGIO CINQUE” (LE ULTIME RICHIESTE: DUE GIORNI A MARZO E PONTE LUNGHISSIMO PER PASQUA E 25 APRILE) – VERONICA GENTILI ALL’ISOLA DEI FAMOSI: È ARRIVATA LA FUMATA BIANCA – IL NO DI DE MARTINO AGLI SPECIALI IN PRIMA SERATA (HA PAURA DI NON REPLICARE IL BOOM DI ASCOLTI) – CASCHETTO AGITATO PER LE GAG-ATE DI ALESSIA MARCUZZI - LO SHAMPOO DELLA DISCORDIA IN RAI - IL POTENTE POLITICO DI DESTRA HA FATTO UNA TELEFONATA DIREZIONE RAI PER SOSTENERE UNA DONNA MOLTO DISCUSSA. CHI SONO?

donald trump paolo zampolli

DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO SPECIALE USA PER IL NOSTRO PAESE, NONCHÉ L’UOMO CHE HA FATTO CONOSCERE MELANIA A DONALD. QUAL È IL SUO MANDATO? UFFICIALMENTE, “OBBEDIRE AGLI ORDINI DEL PRESIDENTE E ESSERE IL PORTATORE DEI SUOI DESIDERI”. MA A PALAZZO CHIGI SI SONO FATTI UN'ALTRA IDEA E TEMONO CHE IL SUO RUOLO SIA "CONTROLLARE" E CAPIRE LE INTENZIONI DELLA DUCETTA: L’EQUILIBRISMO TRA CHEERLEADER “MAGA” E PROTETTRICE DEGLI INTERESSI ITALIANI IN EUROPA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE – I SONDAGGI DI STROPPA SU PIANTEDOSI, L’ATTIVISMO DI SALVINI E LA STORIA DA FILM DI ZAMPOLLI: FIGLIO DEL CREATORE DELLA HARBERT (''DOLCE FORNO''), ANDÒ NEGLI STATES NEGLI ANNI '80, DOVE FONDÒ UN'AGENZIA DI MODELLE. ''TRA LORO HEIDI KLUM, CLAUDIA SCHIFFER E MELANIA KNAUSS. PROPRIO LEI…”

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?