SMONTEZEMOLIAMOCI! – IL CENTRO-TAVOLA GIA’ IN FRANTUMI: LITIGI E TENSIONI TRA UDC, FINI E MONTEZEPREZZEMOLO - IL NUOVO CHE AVANZA SI AZZANNA SU POLTRONE CHE MANCO ESISTONO ANCORA - LUCHINO RECLAMA META’ DELLE CANDIDATURE E IMBARCA MINISTRI, CASINI NON CI STA, FINI ORMAI E’ ACQUA MINERALE PASSATA - AVANTI C’E’ POSTO: COMUNIONE E FATTURAZIONE PRONTA A RICICLARSI CON IL BOCCONIANO - IL PATONZA DISINNESCA ALEDANNO…

Tommaso Ciriaco per Pubblicogiornale.it

Un manuale Cencelli del montismo. Un elenco di numeri e percentuali necessario per stabilire il peso delle forze che andranno a costituire la Lista Monti. Circola da giorni ai più alti livelli del Centro, passa da un aspirante leader a un altro. È in mano a Luca Cordero di Montezemolo e Andrea Olivero, Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini. Ha avuto modo di ragionarci anche Mario Monti, tra un vertice europeo e un incontro con i big del Ppe. La bozza è oggetto in queste ore di una trattativa durissima, snodo di uno scontro feroce condotto con toni poco moderati. Ad aprire le ostilità pare sia stato alcuni giorni fa Montezemolo. Il Presidente Ferrari, come in ogni trattativa, ha presentato un'offerta. Non proprio al ribasso, perché ha reclamato il 50% dei posti del listone del Professore.

È finita malissimo, visto che sia Fini che Casini hanno considerato fuori mercato la pretesa. In questo schema, l'altra metà dei posti sarebbe invece spettata all'Udc e Fli: ai finiani qualcosa in meno del 15%, agli uomini dello scudocrociato qualcosa in più del 35%. Sono seguiti summit notturni tesissimi, perché non è facile mettere d'accordo così tante anime, soprattutto nell'attuale clima di incertezza. Tutti si sono rivolti al Professore per una mediazione.

A Montezemolo il leader dell'Udc ha fatto notare che al momento Italia Futura non può contare su una controprova elettorale e che le mire risultano per questa ragione eccessive. Cordero ha quindi deciso di replicare mettendo sul tavolo una nuova offerta, reclamando il 40% degli scranni. Il 55% verrebbe invece diviso tra Casini e Fini e un'idea sarebbe quella di assegnare il 42% a Pier e il 18% a Gianfranco. Il restante 5% potrebbe essere riservato infine a Monti, per consentire l'approdo in Parlamento di alcuni fedelissimi.

Il manuale Cencelli del montismo, però, stenta ad essere accettato e anzi continua a far litigare i soci fondatori di una lista che, a dirla tutta, ancora neanche esiste. Pare che Montezemolo stia discutendo con Olivero della quota da riservare a ogni singolo soggetto aderente al manifesto ‘Verso la terza repubblica'. Con grattacapi simili è alle prese Casini.
L'Udc è infatti in fermento perché con le percentuali del ‘manuale' Pier rischia di non riuscire a difendere tutti gli scranni dei parlamentari uscenti. Per non parlare di Fini, che conta su una pattuglia meno folta, ma anche sondaggi davvero poco incoraggianti. Alla fine i leader del Centro troveranno una soluzione, probabilmente con l'intervento di Monti, che intanto ha affidato a Montezemolo il compito di dare ospitalità ad alcuni suoi ministri nelle file del contenitore del numero uno Ferrari.

Altri membri del governo potrebbero invece non candidarsi, sperando nel bis dell'attuale premier. Chi sogna una seconda ‘gamba'da affiancare al listone montiano è nel frattempo il mondo di Comunione e liberazione. Mario Mauro ha in mano la trattativa con la galassia centrista e lavora per smontare il Pdl. Domenica parteciperà all'incontro promosso da Gianni Alemanno per lanciare Italia Popolare. Non tutti però sono pronti a sganciarsi da Silvio Berlusconi, né per tutti ci sarebbe spazio nel grande Centro.

All 'evento è atteso Angelino Alfano, al quale sarebbe stato consigliato di ‘sminare' l'evento in vista di un nuovo e sempre più probabile passo avanti di Silvio. Difficile che il segretario non partecipi alla convention, anche perché la situazione resta fluida e buona parte del correntone messo assieme dal sindaco resterà con il Cav.

 

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