IO SO’ GIORGIA E I GIORNALISTI NON SONO UN CAZZO – DOPO IL FACCIA A FACCIA CON BIDEN NELLO STUDIO OVALE, LA DUCETTA ANNULLA IL PUNTO STAMPA – UNA MOSSA SENZA PRECEDENTI, PER EVITARE L'IMBARAZZO DELLE DOMANDE SULLE TENSIONI CON MATTARELLA, INCAZZATO NERO PER GLI ATTACCHI SCOMPOSTI DELLA MELONI. DOMANDE CHE AVREBBERO OSCURATO IL VIAGGIO-SPOT ALLA CASA BIANCA (APPUNTAMENTO DI PRASSI PER IL PRESIDENTE DEL G7) – LO STUPORE DEI CRONISTI AMERICANI – LE PRESSIONI DI SLEEPY JOE PER STRAPPARE ALLA RUSSIA I FONDI DELLA BANCA CENTRALE DI MOSCA CONGELATI NEGLI ISTITUTI EUROPEI…
1 – BIDEN CHIEDE AIUTO SUI SOLDI RUSSI IN UE E MELONI EVITA LE DOMANDE DEI CRONISTI
Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “La Stampa”
giorgia meloni e joe biden nello studio ovale
Ha un tono allegro Joe Biden, mentre accoglie Giorgia Meloni nello Studio Ovale. «Le ho canticchiato Georgia on my mind di Ray Charles, ma molti di voi neanche sanno chi è Ray Charles». […] Lo scorso luglio Meloni celebrò il suo debutto alla Casa Bianca con una classica conferenza stampa. Questa volta niente, neanche un veloce punto stampa con i cronisti ammassati attorno alla leader, nonostante ufficiosamente fosse stato ipotizzato. La premier preferisce volare subito a Toronto, dove oggi vedrà il primo ministro canadese Justin Trudeau.
Si ritaglia qualche minuto per registrare - prima di vedere Biden - un video in cui annuncia che dopo 24 anni di detenzione in Usa Chico Forti tornerà in Italia, ma evita l'imbarazzo delle domande che si sarebbero sicuramente concentrate sulle tensioni con il Capo dello Stato Sergio Mattarella, oscurando il senso del viaggio negli Usa.
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Una scelta senza precedenti. Eppure l'incontro è di quelli che segnano un passo in avanti. In una manciata di minuti i due leader anticipano i temi del confronto. Meloni è qui formalmente in qualità di presidente di turno del G7, a spiegare su cosa verrà intavolato il vertice che l'Italia ospiterà a giugno in Puglia. Biden ne approfitta per ribadire come si sta muovendo in Ucraina e a Gaza.
[…] Ma c'è un punto su cui Biden vorrebbe insistere con la premier, cercando di convincerla a spostarsi più sulle posizioni americane. Lo anticipano fonti di Palazzo Chigi, prima del bilaterale. Biden vuole arrivare al G7 di giugno con un risultato: strappare alla Russia i fondi della Banca centrale di Mosca congelati negli istituti europei e destinarli all'Ucraina in difficoltà.
[…] Il G7 di fatto è spaccato in due, confermano i diplomatici. Da una parte Stati Uniti, Regno Unito, Giappone e Canada. Dall'altra Francia, Germania e Italia. Sequestrare i 280 miliardi di euro per compensare la carenza di proiettili e aiuti militari richiesti da Volodymyr Zelensky è una decisione senza precedenti, con profondi dubbi di legalità, e che per questo ha raccolto la contrarietà di Banca centrale europea e Commissione Ue. Andrebbe trovato un meccanismo. Ma serve, a monte, volontà politica e compattezza tra alleati. Biden ha intravisto nell'Italia una possibile sponda.
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Ma a una condizione, ha precisato Meloni: solo se si convincono anche Francia e Germania. L'Italia non può spaccare l'Europa. E in un briefing con i giornalisti il portavoce del Consiglio di Sicurezza nazionale John Kirby riconosce: «Gli Usa vogliono andare avanti ma abbiamo bisogno di autorizzazione legislativa. Non lo faremo senza il consenso degli altri».
[…] L'incontro con la presidente del Consiglio dura oltre un'ora. Biden la lusinga, e non è scontato per una leader che aveva eletto il suo avversario, Trump, a guida dei sovranisti e della destra globale. Kirby la definisce «una grande partner» nel sostegno all'Ucraina. «Io e Giorgia siamo grandi amici» confessa Biden. Una simpatia reciproca che passa anche da gesti molto confidenziali. Così Meloni questa volta porta con sé la piccola Ginevra, dopo che lo scorso luglio Biden l'aveva amichevolmente rimproverata di non avergli lasciato l'opportunità di far conoscere la Casa Bianca alla figlia. Meloni si presenta con una proposta: «Un'alleanza globale contro i trafficanti di esseri umani».
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La sua speranza è di convincere gli Stati Uniti a concentrare l'attenzione anche sull'Africa. «Dobbiamo sostenere il suo sviluppo su base paritaria e porre fine all'immigrazione illegale». Meloni vorrebbe mettere al centro del G7 «il dialogo con il Sud globale» per «superare la narrazione che vuole l'Occidente contro il resto del mondo».
[…] Tutti temi su cui si sarebbe potuta soffermare Meloni se avesse incontrato la stampa. Ma la confezione della visita e dell'annuncio su Chico Forti doveva uscire perfetta per i telegiornali, non macchiata dalle domande sui manganelli e sugli attacchi della premier a Mattarella. Domande a cui, assicura solo dopo la partenza per il Canada il portavoce della leader, Meloni risponderà oggi da Toronto.
TENSIONI CON IL QUIRINALE LA PREMIER SALTA IL PUNTO STAMPA STUPORE DEI CRONISTI AMERICANI
Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco e Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”
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Se esistono precedenti, che fatica ritrovarli. Certo è che Giorgia Meloni, con inedita decisione, evita di incontrare la stampa al termine del rilevante incontro alla Casa Bianca con Joe Biden. Niente dichiarazioni bilaterali, niente conferenza stampa e neanche il solito scomodo “mucchione” in piedi, che dura poco e rende complesso domandare, ma che almeno consente di interloquire con la premier dopo eventi così sensibili per l’opinione pubblica.
E invece nulla, se si esclude un video autoprodotto con cui annuncia la liberazione di Chico Forti. Una scelta, quella di evitare i cronisti, che arriva dopo la decisione di escludere i soli quotidiani dal viaggio che l‘ha condotta a Kiev, ufficialmente per una carenza di posti. Eppure, per giorni sembrava nell’aria la possibilità — scontata, a onor del vero — di un punto stampa dopo l’incontro alla Casa Bianca.
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Un’opzione mai ufficializzata, ma più che ragionevole: quale leader non rende pubbliche le proprie considerazioni dopo un bilaterale così importante? Andò così per tutti i premier del passato, compresa Meloni. Che in occasione della sua visita a Washington nel luglio del 2023 si rese disponibile a una conferenza stampa nell’ambasciata italiana.
La ragione della defezione? Anche in questo caso, nulla d’ufficiale. Si può supporre che abbiano pesato anche — soprattutto — le recenti e pesanti tensioni con il Colle, seguite all’attacco di Meloni al Presidente della Repubblica.
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L’anomalia non è sfuggita neanche alla stampa americana. Poche ore prima del vertice, il capo dell’ufficio di corrispondenza di Washington della radiotelevisione spagnola e pooler di turno, Cristina Olea, ha comunicato in mattina a tutti i giornalisti che seguono Biden la strana dinamica in atto. Le fonti italiane — scrive Olea nel suo report — hanno assicurato ai cronisti Usa che Meloni eviterà i taccuini. Ma le stesse fonti — racconta ancora la corrispondente — continuano invece a lasciare intendere ai giornalisti italiani che il punto stampa è ancora in piedi. Una contraddizione che stupisce la giornalista americana. Assai meno gli inviati giunti da Roma.
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