enrico letta conte

E TANTI SALUTI A CONTE - LA PRIMA MOSSA DI LETTA DA SEGRETARIO POTREBBE ESSERE RIVEDERE L'ALLEANZA CON IL M5S - NELLE CITTÀ CANDIDATI DIVERSI PER POI CONVERGERE SEMMAI AI BALLOTTAGGI – COME SARA’ LA SEGRETERIA DI ENRICHETTO? CI SARA UN VICE DONNA, E “NESSUNA VENDETTA VERSO NESSUNO” (SI, COME NO). MA GLI EX RENZIANI DI BASE RIFORMISTA NON ABBOCCANO E CHIEDONO IL CONGRESSO APPENA POSSIBILE - IL DAGO-SCENARIO

https://m.dagospia.com/che-fara-sotti-letta-se-accetta-si-gioca-in-un-solo-colpo-le-poltrone-pesanti-per-cui-e-in-ballo-263514

 

Mario Ajello per "il Messaggero"

 

Bisogna risolvere la questione dei tempi del congresso.

ENRICO LETTA

Gli ex renziani di Base riformista lo vogliono il prima possibile dopo il voto comunale di ottobre, ossia non intendono affidarsi mani e piedi all' Enrico.

 

Dopo di che, la via di Letta per la leadership del Pd sembra assai percorribile. Oggi o al massimo domani lui scioglie la riserva. I segnali che manda sono di disponibilità: «L' importante è che non ci sia finta unanimità. Capisco i dubbi ed è bene che tutti si chiariscano così si potrà lavorare meglio».

ENRICO LETTA E GIUSEPPE CONTE

 

Intanto, da Franceschini a Zingaretti, da Zanda a Orlando ai Giovani Turchi di Orfini e Verducci e a tutti gli altri (per esempio Amendola che è sempre in contatto con l' amico Letta), è per lo più un coro da «Enrico ti aspettiamo» (dalla Picierno in giù e in su sui social e tra i parlamentari) e quanto è «autorevole» Enrico e «con lui i signori della guerra deporranno le armi». Di sicuro, dicono i suoi, le deporrà lui: non disposto a «fare vendette» sui nemici di prima perché vuole andare avanti tutti insieme. Anche se qualche renziano teme il repulisti.

 

FRANCESCHINI ENRICO LETTA 4

IDENTIKIT Già ci si interroga: quale sarà il nuovo identikit del partito di Letta e lui alcune idee chiare sembra avercele. Con Conte ha un buon rapporto personale - si è schierato con lui e contro la «follia» di Renzi nei giorni della crisi di governo - ma la modalità rispetto al leader dei 5Stelle sarà quella della competition is competition. Nessun appiattimento sul grillismo, nessuna subalternità anche ridicola come quella che s' è vista finora per cui Conte era considerato dagli zingarettiani «il punto di riferimento dei progressisti» e il grande federatore del dem-grillismo. Macché: Conte nell' ottica di Letta ora guida un partito alleato ma rivale che con Giuseppi designato leader ha già tolto il 5 per cento dei voti al Pd nei sondaggi e lo ha precipitato al quarto posto.

ENRICO LETTA E GIUSEPPE CONTE

 

Dunque, sarà gara con i pentastellati. Anche perché, se a Letta ormai considerato «il Draghi del Pd» dovesse andare tutto bene - dal voto amministrativo all' elezione per il Colle, dall' investitura a leader tra primarie e congresso - la sfida per le politiche del 2023, o anche prima, avrà due candidati premier contrapposti: lui e Conte. Nel frattempo, lo schema dell' alleanza rosso-gialla nel voto per le città, schema caro a Zingaretti, verrà rivisto così: andare con candidati separati al primo turno (Roma naturalmente è il caso simbolo) per poi convergere semmai al ballottaggio e dunque il Pd farà attenzione a schierare personalità non troppo indigeste all' elettorato grillino.

 

paola severino enrico letta foto di bacco

TRASFORMAZIONE Il patto con M5S andrà riscritto dunque. «Ci si rapporterà da potenza a potenza, ma la potenza più forte dobbiamo essere assolutamente noi». Così dicono dalle parti di Letta, che ha come consigliere politico in campo, uno dei pochi amici che nel 2014 non lo tradì: Marco Meloni, ex parlamentare, rottamato al tempo del renzismo. Quanto agli assetti, anche qui una svolta. Una segreteria molto allargata e che comprenda tutte le correnti e le sensibilità politico-culturali presenti nel partito. Letta vuole così, anche per coinvolgere in pieno quelli di Base Riformista.

 

ENRICO LETTA SERGIO MATTARELLA FEDERICA GUIDI CON L ASSOCIAZIONE ITALIA ASEAN

«Unità e comunità nella giusta diversità», è il suo slogan. Chi ci ha parlato ha sentito ieri Letta piuttosto carico. Se le condizioni saranno adatte, è pronto a cambiare la sua vita. Anche il suo profilo cambierà: meno Aspen e più Zoro, dice qualcuno; meno tecnocrate e più politico (lo stesso Draghi sta facendo questo salto); inclusivo e più pratico nel senso della gestione anche dura del partito e della bassa cucina: riuscirà a fare le liste nel 2023 sporcandosi le mani? O a decidere chi far correre a Bologna o a Napoli ad ottobre?

MATTEO RENZI LORENZO GUERINI

 

Molto spinto sul green (la politica ambientale sarà cruciale, anche per togliere terreno a Grillo-Conte sperati su questo) e convinto del protagonismo femminile. Nella segreteria politica molte donne e potrebbe essere donna anche la vice-segretaria del partito. Si tratta di trovare il nome giusto, senza scatenare le invidie sia dei grandi elettori maschi sia delle altre donne. I sindaci - e non solo il fiorentino Nardella ma anche gli altri si stanno schierando con lui - avranno uno «spazio particolare» nella guida del partito, anche per evitare quella che è stata una costante della stagione Zingaretti: lo scollamento totale tra centro e periferia del partito.

ZINGARETTI LETTA

 

Ora però tocca concludere la trattativa con quelli di Base Riformista (ieri varie telefonate con i big di quell' area), per poi gettarsi in un' impresa che Letta non considera disperata.

enrico lettaenrico letta

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – COME MAI IMPROVVISAMENTE È SCOPPIATA LA PACE TRA JOHN ELKANN E FRATELLI D’ITALIA? IL MINISTRO DELLE IMPRESE, ADOLFO URSO, SI È SPINTO A DEFINIRE L’AUDIZIONE DI YAKI ALLA CAMERA COME “UN PUNTO DI SVOLTA NETTO” – AL GOVERNO HANNO FATTO UN BAGNO DI REALISMO: INNANZITUTTO LA CRISI DELL’AUTOMOTIVE È DRAMMATICA, E I GUAI DI STELLANTIS NON DIPENDONO SOLO DAI DANNI FATTI DA TAVARES - E POI CI SONO I GIORNALI: ELKANN È PROPRIETARIO DI “STAMPA” E “REPUBBLICA”. MOSTRARSI CONCILIANTI PUÒ SEMPRE TORNARE UTILE…

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI – SE MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS-CALTA-MILLERI, TENTA DI CONQUISTARE I VOTI DEI FONDI ANNUNCIANDO LA POSSIBILITÀ DI METTERE SUL PIATTO IL SUO 13,1% DI GENERALI, SOLO DOMANI ASSOGESTIONI DECIDERÀ SE PRESENTARE UNA LISTA DI MINORANZA PER LEVARE VOTI ALLA LISTA DI NAGEL-DONNET, PER LA GIOIA DI CALTA-MILLERI (LA DECISIONE È NELLE MANI DEI FONDI CONTROLLATI DA BANCA INTESA) - FINO AL 24 APRILE, TUTTO È INCERTO SULLE MOSSE IN GENERALI DI ORCEL: CHI OFFRE DI PIÙ PER IL 9% DI UNICREDIT? E CHE FARÀ INTESA DI CARLO MESSINA? AH, SAPERLO...

raffaele cantone - francesco lo voi - pasquale striano giovanni melillo

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI! IL CASO STRIANO SUGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA, NON È APERTO: È APERTISSIMO! UNA VOLTA CHE IL FASCICOLO È PASSATO DALLE MANI DI CANTONE, PROCURATORE DI PERUGIA, A QUELLE DI LO VOI (CAPO DELLA PROCURA DI ROMA), CI SI ASPETTANO I BOTTI - IL CAPO DELLA DNA, GIOVANNI MELILLO, È DETERMINATO AD ARRIVARE FINO IN FONDO. E LO VOI, CONSIDERATI I PRECEDENTI (L’OSTILITA' DEL GOVERNO PER IL CASO ALMASRI), NON FARÀ SCONTI - COME NELL'AMERICA DI TRUMP, LA MAGISTRATURA E' L'UNICA OPPOSIZIONE A PALAZZO CHIGI...

giorgia meloni donald trump

DAGOREPORT – AIUTO! TRUMP CONTINUA A FREGARSENE DI INCONTRARE GIORGIA MELONI - ANCORA ROSICANTE PER LE VISITE DI MACRON E STARMER A WASHINGTON, LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" SI ILLUDE, UNA VOLTA FACCIA A FACCIA, DI POTER CONDIZIONARE LE SCELTE DI TRUMP SUI DAZI ALL'EUROPA (CHE, SE APPLICATI, FAREBBERO SALTARE IN ARIA L'ECONOMIA ITALIANA E IL CONSENSO AL GOVERNO) - LA DUCETTA NON HA ANCORA CAPITO CHE IL TYCOON PARLA SOLO IL LINGUAGGIO DELLA FORZA: SE HAI CARTE DA GIOCARE, TI ASCOLTA, ALTRIMENTI SUBISCI E OBBEDISCI. QUINDI: ANCHE SE VOLASSE ALLA CASA BIANCA, RITORNEREBBE A CASA CON UN PUGNO DI MOSCHE...