E ORA LO STADIO DELLA ROMA CHE FINE FARA’? RAGGI: “GLI ATTI DELLA PROCEDURA SEMBRANO TUTTI VALIDI. SE NON CI SONO IRREGOLARITÀ, SI POTRÀ ANDARE AVANTI” – MA ORA L’ITER PER LA COSTRUZIONE DEL NUOVO IMPIANTO SI COMPLICA: RISCHIO STOP DI UN ANNO
E.I. per "la Stampa"
«Noi non proteggiamo chi sbaglia, non ci facciamo infettare. Da noi chi sbaglia paga».
È netta la presa di distanza di Luigi Di Maio rispetto a Luca Lanzalone, l' avvocato genovese arrestato con altre otto persone nell' inchiesta dei carabinieri del Nucleo Investigativo sullo Stadio della Roma. Il fatto è che il professionista è stato indicato dai vertici dei 5 Stelle alla sindaca della Capitale, Virginia Raggi, per aiutarla sul dossier stadio. Con il passare dei mesi però l' avvocato genovese sembra aver assunto una posizione di consigliere della sindaca che lo ha nominato presidente di Acea.
Anche se Lanzalone ha rimesso il mandato di presidente della multiutility, restano da chiarire i contorni dell' incarico che aveva ottenuto al suo arrivo in Campidoglio: chi era davvero per l' amministrazione Raggi? Aveva forse preso il posto di Marra nell' affiancare la sindaca? Insomma qual era la portata politica della sua designazione che sarebbe avvenuta - secondo quanto sta emergendo - al di fuori di ogni procedura?
L' ormai ex presidente di Acea non avrebbe mai ricevuto un incarico formale dal Comune. Si trattava in effetti di un servizio reso a titolo gratuito, ma certo di un ruolo assolutamente decisivo, se riguardo alle proprie dimissioni l' ex assessore Paolo Berdini rivela: «Lasciai perché era lui il vero assessore sul dossier dello stadio della Roma».
In proposito, l' ordinanza cita una nota della sindaca del 9 marzo 2017, nella quale si dice che Lanzalone «ha esercitato la sua attività per supportare e coadiuvare il sindaco di Roma nell' esercizio delle sue prerogative di direttiva e di indirizzo politico e amministrativo».
Dunque sono i collaboratori il tallone d' Achille della Raggi. Anche se la stessa sindaca ieri sera a Porta a Porta ha detto di non «aver bisogno di badanti». E, riferendosi al presidente dimissionario dell' Acea - ha aggiunto nel corso del programma di Bruno Vespa - di non avere «strumenti di ispezione e indagine». «Il metodo che abbiamo, e su cui ci basiamo, ovvero il curriculum e le capacità, può portare dei problemi come nel caso Marra».
E questa circostanza non era certo sfuggita a Luca Parnasi, l' imprenditore che teorizzava il sistema delle mazzette equamente distribuite come una gestione adeguata dei rapporti con la politica, e che ora afferma dal carcere di San Vittore di non aver comunque violato alcuna legge.
«Non ho mai commesso reati. Abbiamo lavorato per anni 24 ore al giorno e solo per realizzare un progetto». Un progetto, ovvero, lo stadio che ora nessuno sa quale fine farà. Ad ammetterlo è proprio la sindaca di Roma: «Non lo sappiamo. Gli atti della procedura sembrano tutti validi. Noi ci riserviamo di fare tutti gli approfondimenti del caso. Se non ci sono irregolarità a mio avviso si potrà andare avanti».
Sul fronte politico interviene anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che spiega: «Non c' è un caso Roma-corruzione, ma esistono problematiche in Italia, per cui dobbiamo sempre stare attenti».
2. STADIO DELLA ROMA
Andrea Arzilli per il Corriere della Sera – Roma
Progetto stadio sospeso per (almeno) un anno. Il caos scatenato dagli arresti ha come contrappeso la «stasi» tecnica. Il primo passo sarà la nomina del curatore giudiziario che, dopo l' arresto di Luca Parnasi, si dovrà occupare di gestire Eurnova, operazione che necessita di tempo. E in parallelo partirà il controllo del Campidoglio sulla correttezza di tutti gli atti amministrativi prodotti, molti dei quali si sa già adesso che sono da riformulare.
In particolar modo andranno rivisti i pareri, soprattutto quello sul sistema della viabilità (c' è ancora da risolvere il rebus sul ponte di Traiano), firmati da soggetti finiti nell' inchiesta: quelli (tanti) siglati da Daniele Leoni, funzionario del Comune spesso presente al tavolo della Conferenza dei servizi, e pure il vincolo rimosso (rientra in ballo?) da Francesco Prosperetti, soprintendente capitolino. Il tutto in un contesto completamente ribaltato rispetto a due giorni fa: adesso i consiglieri in Campidoglio hanno perso l' entusiasmo celebrato dall' hashtag #unostadiofattobene e sono divisi tra chi frena in attesa del totale riesame del dossier e chi non vuole proprio più saperne di votare un atto così rischioso.
Tutto questo allunga i tempi di almeno un anno, già al dipartimento Urbanistica c' è la consapevolezza che l' eventuale nuova variante arriverà in Aula non prima del 2019, il che significa primo mattone dello stadio non prima della prossima estate. Ieri il presidente della Roma, James Pallotta, dopo il vertice a Trigoria con il dg del club, Mauro Baldissoni, ha confermato la «convinzione che non ci sia nessun motivo per bloccare l' iter dello stadio». La realtà, però, potrebbe essere ben diversa. Sempre che Pallotta confermi il suo interesse a proseguire con l' opera.
È la proiezione sul progetto della bufera politica. «Lanzalone è una persona che ci aveva aiutato a salvare l' azienda dei rifiuti di Livorno, poi era stato brillante nella gestione dello sblocco della questione Stadio. Il problema è che poi quando abbiamo deciso di premiare il merito per la sua preparazione gli abbiamo affidato la presidenza della più grande municipalizzata di Roma». Così Luigi Di Maio il giorno dopo lo scoppio del caso tangenti su Luca Lanzalone, il superconsulente arrivato a dicembre 2016 in Campidoglio su indicazione dei vertici M5S (Grillo, Casaleggio e i due tutor Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro) per risolvere la grana stadio e poi, una volta strappato l' accordo «politico» con i proponenti (la Roma e l' Eurnova di Luca Parnasi), ricompensato da Virginia Raggi con la presidenza di Acea (-1,45% dopo il caos).
Ieri Lanzalone ha rinunciato al «premio», così come l' ha definito da Di Maio, rassegnando le dimissioni da Acea in risposta alla richiesta dei leader M5S o, più pragmaticamente, per avere più chance di revoca della misura cautelare. Resta il giallo sui legami con l' amministrazione Raggi precedenti all' investitura a presidente: la consulenza risolutiva sullo stadio della Roma non era stata formalizzata da atti pubblici, ma solo con una «scrittura privata», disse Raggi in Aula in risposta ad una interrogazione del Pd. Di quel documento, però, al momento non c' è traccia alcuna.
E aumentano le polemiche per il «premio» a Lanzalone, con il Pd che evoca l' intervento della Consob.