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WAR! - STEVE BANNON VUOLE SALVARE TRUMP E DICHIARA GUERRA AL PARTITO DEI GLOBALISTI CHE AVREBBE ORA CARTA BIANCA ALLA CASA BIANCA, IL CLUB DEI “GOLDMAN BOYS” COME STEVE COHN, I NEWYORKESI DEI PIANI ALTI VICINI A IVANKA E JARED KUSHNER E I GENERALI DELL’ULTIMA ORA, TIPO JOHN KELLY
Francesco Semprini per La Stampa
«Sarò chiaro, ho lasciato la Casa Bianca per andare in guerra al fianco di Trump, contro i suoi nemici che cospirano al Congresso, tra i media e nella finanza».
È tornato da dove era venuto Steve Bannon, da quel ring mediatico delle destra alternativa di nome Breitbart dove Donald Trump, l’agosto scorso, lo aveva scelto per fargli guidare l’ultima decisiva fase della campagna elettorale al posto di Paul Manafort.
Un’avventura durata un anno, con la notte magica dell’8 novembre e la guida strategica della Casa Bianca. «Sei stato un grande», lo ringrazia Trump nel congedarlo. Parole di circostanza secondo molti, ma non per tutti.
«Attenzione Steve il barbaro è tornato», lo acclamano i suoi fedelissimi, secondo cui il «cavaliere dell’apocalisse» prestato alla politica di Washington avrebbe già messo a punto le strategie della sua nuova guerra.
Lo conferma il recente incontro di cinque ore, a New York, tra l’ex stratega e Bob Mercer, miliardario conservatore sponsor di Breitbart. Ma guerra contro chi? «Una vendetta nei confronti del presidente da cui è stato tradito», dicono i provocatori.
È lui stesso a fare il punto: «La presidenza Trump per cui abbiamo lottato, e vinto, è finita». Il riferimento è al partito dei globalisti che avrebbe ora carta bianca a Pennsylvania Avenue, il club dei “Goldman Boys” come Steve Cohn, i newyorkesi dei piani alti vicini a Ivanka e Jared Kushner e i generali dell’ultima ora, tipo John Kelly. In realtà sembra che sarà scatenata proprio contro di loro la nuova guerra «bannoniana».
«Abbiamo ancora un enorme movimento e faremo qualcosa di questa presidenza Trump», precisa l’ideologo della destra, deciso a mantenere fede agli impegni presi con un certo elettorato. Come quello rappresentato dai 20 leader conservatori che, in una lettera aperta, chiedono a Trump di non tradire le promesse fatte ad americani come loro. «Adesso sono libero», chiosa l’ex stratega come in una dichiarazione di guerra.
Libero e «con in mano la lista dei nemici dell’America», aggiunge Raheem Kassam, capo della sede londinese di Breitbart. «Non è una questione tra Trump e Bannon, loro sono dalla stessa parte - avverte -. È tra Steve e chi vuole fermare Trump».
I nemici sono i “Rino”, «Republican in the name only», ma di fatto democratici, quelli che «vogliono mettere le briglie globaliste a Trump». E la guerra non può attendere, tanto che Bannon, appena uscito dalla Casa Bianca, ha subito partecipato alla sua prima riunione nel ring di Breitbart, un ritorno scandito dall’hashtag #war twittato dai colleghi ritrovati.
trump e john kelly
trump al golf club
il generale john kelly
john kelly
STEVE BANNON