andrea orlando reddito di cittadinanza

PIÙ CHE UN INCENTIVO AL LAVORO, È UNA MINACCIA - NELLA STRETTA SUL REDDITO DI CITTADINANZA LA PROPOSTA DI ORLANDO-SARACENO PREVEDE L'OBBLIGO DI ACCETTARE UN POSTO ANCHE SE DURA SOLO 30 GIORNI - CHI RIFIUTERÀ UN IMPIEGO SUBIRÀ UNA DECURTAZIONE DI 5 EURO AL MESE DELL'ASSEGNO, FINCHÉ NON SI RIMBOCCHERÀ LE MANICHE (SI PUÒ SCENDERE FINO ALLA SOGLIA MINIMA DI 300 EURO)

Francesco Bisozzi per "Il Messaggero"

 

andrea orlando e chiara saraceno 6

Il governo cala a terra la stretta sul Reddito di cittadinanza. Per i beneficiari attivabili che non si attivano la musica sta per cambiare: in arrivo con la legge di Bilancio tagli agli assegni e sanzioni severe nei confronti di chi dice no al lavoro. I beneficiari che rifiuteranno un impiego subiranno una decurtazione di 5 euro al mese finché non si rimboccheranno le maniche.

 

andrea orlando e chiara saraceno 5

Non solo. Potrebbero essere rivisti anche i requisiti che devono rispettare le offerte di impiego per essere ritenute congrue. Ieri il ministro del Lavoro Andrea Orlando e la sociologa Chiara Saraceno, presidente del Comitato scientifico per la valutazione del reddito di cittadinanza, hanno presentato una serie di proposte di modifica al sussidio: per i percettori dell'aiuto potrebbe diventare obbligatorio accettare lavori della durata pari a un mese.

 

andrea orlando e chiara saraceno 4

Oggi, al contrario, per essere considerate idonee le offerte devono riferirsi a rapporti di lavoro che hanno una durata minima di tre mesi. Le modifiche rientrano nella manovra che nelle prossime ore dovrebbe finalmente arrivare in Senato, mentre continua il pressing da parte dei partiti per modifiche rispetto al testo approvato a fine ottobre.

 

andrea orlando e chiara saraceno 1

Su questo punto Draghi ha voluto escludere un nuovo passaggio in Consiglio dei ministri, ma la situazione resta caotica. Ad affossare la misura dei Cinquestelle hanno contribuito i mancati inserimenti lavorativi degli attivabili (sono oltre un milione ma meno della metà cerca lavoro), le supercar nei garage dei furbetti del sussidio (che hanno approfittato delle lacune nei controlli per insinuarsi nella platea dei percettori), le difficoltà nel reperire manodopera riscontrate in primis dagli imprenditori delle costruzioni e dell'accoglienza (che da subito hanno accusato il beneficio di disincentivare il lavoro).

 

chiara saraceno 1

La misura è costata fin qui quasi 18 miliardi di euro, di cui 730 milioni a settembre, mentre l'importo medio versato ai beneficiari del reddito di cittadinanza al momento è pari in media a 578 euro.

 

Per abbattere la spesa per il sussidio, che quest'anno rasenterà i 9 miliardi di euro, il governo si prepara a calare la scure sui beneficiari occupabili che voltano le spalle alle offerte di lavoro.

 

andrea orlando 4

Più nel dettaglio, si va verso un meccanismo che prevede il décalage dell'assegno alla prima offerta di lavoro rifiutata: l'importo in questo modo diminuirà di 5 euro ogni mese fino alla soglia minima dei 300 euro mensili o finché almeno uno degli elementi del nucleo interessato dalla decurtazione non sottoscriverà un contratto di lavoro.

 

LE IPOTESI

Ieri, dopo un incontro con il premier, la conferma è arrivata anche dal ministro delle Politiche agricole, il pentastellato Stefano Patuanelli: «Il décalage partirà dopo la prima offerta congrua rifiutata».

 

andrea orlando e chiara saraceno 7

Per quanto riguarda invece le proposte del Comitato scientifico presieduto da Chiara Saraceno, che non sono vincolanti ma possono comunque trovare spazio in manovra grazie a degli emendamenti, spicca quella di rendere congrue anche le offerte di lavoro della durata di un mese soltanto, idea che piace agli imprenditori che cercano lavoratori stagionali.

 

chiara saraceno 2

Ma tra le dieci proposte per migliorare il sussidio presentate dal team guidato dalla Saraceno figura pure quella di abbassare l'aliquota marginale a carico dei percettori occupabili che accettano un lavoro.

 

andrea orlando e chiara saraceno 3

Si tratta di una sorta di tassa in base alla quale questi ultimi perdono 80 centesimi di beneficio ogni euro guadagnato. Il suggerimento degli esperti è di portare l'aliquota dall'attuale 80% al 60% fino a quando viene raggiunto il reddito esente da imposizione fiscale.

 

andrea orlando 3

Per il ministro Orlando il lavoro condotto dal comitato offre «una base da cui il Parlamento può partire per riflessioni e ulteriori integrazioni», ma ci sono modifiche «che possono essere recepite rapidamente e altre con valenza politica più impattante che richiederanno valutazioni».

 

andrea orlando 2

Tra le modifiche facili da attuare c'è quella per esempio che riguarda la scala di equivalenza utilizzata per determinare gli importi da erogare ai beneficiari dell'aiuto e che finora ha avvantaggiato i single e penalizzato le famiglie. Sarà più difficile portare da 10 a 5 anni il periodo di residenza in Italia necessario per gli stranieri per ricevere il reddito di cittadinanza.

 

andrea orlando 1andrea orlando e chiara saraceno 2

Ultimi Dagoreport

matteo salvini donald trump ursula von der leyen giorgia meloni ue unione europea

DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER INCHIODARE IL TRUMPIAN-PUTINIANO SALVINI: GLI HA INTIMATO DI NON INIZIARE UNA GUERRIGLIA DI CRITICHE DAL MOMENTO IN CUI SARÀ UFFICIALE L’OK ITALIANO AL RIARMO UE (DOMANI AL CONSIGLIO EUROPEO ARRIVERÀ UN SÌ AL PROGETTO DI URSULA VON DER LEYEN), ACCUSANDOLO DI INCOERENZA – LA DUCETTA VIVE CON DISAGIO ANCHE LE MOSSE DI MARINE LE PEN, CHE SI STA DANDO UNA POSTURA “ISTITUZIONALE” CHE METTE IN IMBARAZZO LA PREMIER

ursula von der leyen giorgia meloni macron starmer armi difesa unione europea

DAGOREPORT – SI FA PRESTO A DIRE “RIARMIAMO L’EUROPA”, COME FA LA VON DER LEYEN. LA REALTÀ È UN PO’ PIÙ COMPLICATA: PER RECUPERARE IL RITARDO CON USA E RUSSIA SUGLI ARMAMENTI, CI VORRANNO DECENNI. E POI CHI SI INTESTA LA RIMESSA IN MOTO DELLA MACCHINA BELLICA EUROPEA? – IL TEMA È SOPRATTUTTO POLITICO E RIGUARDA LA CENTRALITÀ DI REGNO UNITO E FRANCIA: LONDRA NON È NEMMENO NELL’UE E L’ATTIVISMO DI MACRON FA INCAZZARE LA MELONI. A PROPOSITO: LA DUCETTA È ORMAI L’UNICA RIMASTA A GUARDIA DEL BIDONE SOVRANISTA TRUMPIANO IN EUROPA (SI È SMARCATA PERFINO MARINE LE PEN). IL GOVERNO ITALIANO, CON UN PUTINIANO COME VICEPREMIER, È L’ANELLO DEBOLE DELL’UE…

trump zelensky vance lucio caracciolo john elkann

DAGOREPORT – LUCIO E TANTE OMBRE: CRESCONO I MALUMORI DI ELKANN PER LE SPARATE TRUMPUTINIANE DI LUCIO CARACCIOLO - A “OTTO E MEZZO” HA ADDIRITTURA SOSTENUTO CHE I PAESI BALTICI “VORREBBERO INVADERE LA RUSSIA”- LA GOCCIA CHE HA FATTO TRABOCCARE IL VASO È STATA L’INTERVISTA RILASCIATA A “LIBERO” DAL DIRETTORE DI “LIMES” (RIVISTA MANTENUTA IN VITA DAL GRUPPO GEDI) - L'IGNOBILE TRAPPOLONE A ZELENSKY? PER CARACCIOLO, IL LEADER UCRAINO "SI E' SUICIDATO: NON HA RICONOSCIUTO IL RUOLO DI TRUMP" - E' ARRIVATO AL PUNTO DI DEFINIRLO UN OPPORTUNISTA INCHIAVARDATO ALLA POLTRONA CHE "FORSE SPERAVA DOPO IL LITIGIO DI AUMENTARE IL CONSENSO INTERNO..." - VIDEO

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – DA DE GASPERI A TOGLIATTI, DA CRAXI A BERLUSCONI, LE SCELTE DI POLITICA ESTERA SONO SEMPRE STATE CRUCIALI PER IL DESTINO DELL’ITALIA - ANCOR DI PIU' NELL’ERA DEL CAOS TRUMPIANO, LE QUESTIONI INTERNAZIONALI SONO DIVENTATE LA DISCRIMINANTE NON SOLO DEL GOVERNO MA DI OGNI PARTITO - NONOSTANTE I MEDIA DEL NOSTRO PAESE (SCHIERATI IN GRAN MAGGIORANZA CON LA DUCETTA) CERCHINO DI CREARE UNA CORTINA FUMOGENA CON LE SUPERCAZZOLE DI POLITICA DOMESTICA, IL FUTURO DEL GOVERNO MELONI SI DECIDE TRA WASHINGTON, LONDRA, BRUXELLES, PARIGI – DOPO IL SUMMIT DI STARMER, GIORGIA DEI DUE MONDI NON PUÒ PIÙ TRACCHEGGIARE A COLPI DI CAMALEONTISMO: STA CON L’UE O CON TRUMP E PUTIN?

friedrich merz

DAGOREPORT – IL “MAKE GERMANY GREAT AGAIN” DI FRIEDRICH MERZ: IMBRACCIARE IL BAZOOKA CON UN FONDO DA 500 MILIARDI PER LE INFRASTRUTTURE E UN PUNTO DI PIL PER LA DIFESA. MA PER FARLO, SERVE UN “BLITZKRIEG” SULLA COSTITUZIONE: UNA RIFORMA VOTATA DAI 2/3 DEL PARLAMENTO. CON IL NUOVO BUNDESTAG, È IMPOSSIBILE (SERVIREBBERO I VOTI DI AFD O DELLA SINISTRA DELLA LINKE). LA SOLUZIONE? FAR VOTARE LA RIFORMA DAL “VECCHIO” PARLAMENTO, DOVE LA MAGGIORANZA QUALIFICATA È FACILMENTE RAGGIUNGIBILE…

fulvio martusciello marina berlusconi antonio damato d'amato antonio tajani

DAGOREPORT – CE LA FARANNO TAJANI E I SUOI PEONES A SGANCIARE FORZA ITALIA DALLA FAMIGLIA BERLUSCONI? TUTTO PASSA DALLA FIDEIUSSIONI DA 99 MILIONI DI EURO, FIRMATE DA SILVIO, CHE TENGONO A GALLA IL PARTITO – IL RAS FORZISTA IN CAMPANIA, FULVIO MARTUSCIELLO, È AL LAVORO CON L’EX PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, ANTONIO D’AMATO: STANNO CERCANDO DEI “CAPITANI CORAGGIOSI” PER CREARE UNA CORDATA DI IMPRENDITORI CHE “RILEVI” FORZA ITALIA - LA QUESTIONE DEL SIMBOLO E IL NOME BERLUSCONI…