PER LA SUPER INPS CI VUOLE UN SUPER MASTRAPASQUA - IL LETTIANO CON LA FACCIA DA IMPRESARIO DELLE POMPE FUNEBRI DEVE INGLOBARE INPDAP ED ENPALS, UN LAVORO IMPROBO CHE HA COSTRETTO FULL MONTI A PROROGARGLI IL MANDATO A FINE 2014 - MA FORSE PER LAVORARE MEGLIO DOVREBBE PRIMA LIBERARSI DELLE MIRIADI DI INCARICHI IN SOCIETÀ PUBBLICHE E PRIVATE (DA EQUITALIA, A TELECOM FINO ALLA FANDANGO): PRIMA DELL’INCARICO ERANO 50, OGGI “SOLO” 24…

Sergio Rizzo per il "Corriere della Sera"

Impresa titanica, il Super Inps. Così da aver finora messo in crisi chiunque. Ci aveva già provato il governo di Romano Prodi, ma la decisione di fondere Inpdap (l'istituto che paga le pensioni agli statali), Enpals (l'ente dello spettacolo) e Inail (che si occupa di assistenza) nell'Inps si era ben presto arenata. Né il suo esecutivo, né quello di Silvio Berlusconi che l'aveva seguito, avevano mai esercitato la delega prevista dalla legge. Lasciando così sfumare una razionalizzazione che secondo i calcoli avrebbe dovuto garantire risparmi di 3 miliardi e mezzo in un decennio.

Adesso ci riprova il governo di Mario Monti. Con una differenza: stavolta l'Inail non sarà coinvolto nella mega aggregazione. Che resta comunque una missione da far tremare le vene ai polsi. L'impegno è tale che il decreto «salva Italia», pur di raggiungere l'obiettivo, regala ad Antonio Mastrapasqua, che diversamente sarebbe scaduto il prossimo mese di luglio, la bellezza di due anni e mezzo di mandato.

Leggiamo. Articolo 21, «Soppressione enti e organismi, comma 9: Per assicurare il conseguimento degli obiettivi di efficienza e di efficacia... di razionalizzazione dell'organizzazione amministrativa... nonché la riduzione dei costi... il Presidente dell'Inps, la cui durata in carica, a tal fine, è differita al 31 dicembre 2014... promuove le più adeguate iniziative, ne verifica l'attuazione, predispone rapporti, con cadenza quadrimestrale, in ordine allo stato di avanzamento del processo di riordino e redige alla fine del mandato una relazione conclusiva...»

POLTRONE
Non è uno scherzo. Bisogna cancellare decine di poltrone, spostare centinaia di burocrati, probabilmente vaporizzare migliaia stipendi: improvvisamente ancora più inutili. E per fare tutto questo ci vuole certamente tempo. Molto tempo. Tanto da giustificare il prolungamento di ben 30 mesi dell'incarico di Mastrapasqua, collocato nel 2008 al vertice dell'Inps dal governo di Silvio Berlusconi con i buoni uffici di Gianni Letta, e mai, proprio mai, oggetto di critiche né da destra né da sinistra, di altri due anni e mezzo.

Oltre 18 mesi la possibile naturale durata del governo Monti. Un record assoluto di proroga per una poltrona pubblica che, in una situazione di normalità, farebbe almeno sorgere qualche interrogativo. Ma siamo in un momento eccezionale, e i provvedimenti non possono che essere eccezionali.

Una domanda, tuttavia, è doveroso porsi. Come sarà possibile per Mastrapasqua portare a termine un compito tanto gravoso con tutto quello che ha da fare?
Quando venne nominato, nel 2008, aveva una cinquantina di incarichi in società pubbliche o private. Oggi ne ha conservati «soltanto» 24.

L'ELENCO
Quattro nel gruppo Equitalia, di cui l'Inps è azionista insieme all'Agenzia delle entrate: vicepresidente di Equitalia, Equitalia Centro ed Equitalia Nord, nonché presidente di Equitalia Sud. Sei nel gruppo Telecom Italia: presidente del collegio sindacale di Telecontactcenter (società di call center), Emsa servizi in liquidazione e Telenergia; sindaco effettivo di Loquendo; sindaco supplente di Telecom Italia Audit e Telecom Italia Media (società a cui fa capo la rete televisiva La7).

Cinque nel gruppo Eur spa, controllato dal Tesoro e partecipato dal Comune di Roma: presidente del collegio sindacale di Eur spa, Aquadrome (società di cui è azionista anche Condotte), Eur Tel (della quale è partner della società pubblica Uriele Silvestri, qualificato nel 2005 da Flavio Haver sul Corriere della sera «imprenditore da sempre legato al presidente della Regione Lazio Francesco Storace»), Eur power ed Euro congressi.

Mastrapasqua figura inoltre presidente del collegio sindacale di Adr engineering del gruppo aeroporti di Roma, di Quadrifoglio srl, Fintecna immobiliare (cioè il Tesoro) e Rete autostrade mediterranee (ancora il Tesoro).

Nonché sindaco della casa cinematografica Fandango, del Consorzio Elis «per la formazione professionale superiore» (di cui fanno parte aziende come Eni, Telecom, Finmeccanica, Anas, Nokia, Acea, Trenitalia, Poste...), di Coni Servizi e perfino di Autostrade per l'Italia. Dulcis in fundo, è amministratore delegato di Italia previdenza e presidente del collegio sindacale di Groma srl, società che appartiene alla Cassa previdenziale dei geometri (il presidente dell'Inps a capo dei controllori della Cassa geometri?)

Sono circostanze che inevitabilmente possono esporre qualunque amministratore pubblico, qual è Mastrapasqua, al rischio di potenziali conflitti d'interessi a testata multipla. C'è chi dirà che vanno contestualizzate. D'accordo.

Sappiamo che nel governo precedente non si dava troppo peso al conflitto d'interessi: era considerato alla stregua di fastidioso dettaglio che riguardava essenzialmente la stampa. Volete che qualcuno sollevasse il problema dei troppi incarichi del presidente dell'Inps.
Ora però la musica dovrebbe essere diversa. O no?

 

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