SUL SUPERBONUS MELONI E GIORGETTI RISCHIANO DI PERDERE LA FACCIA – L'ULTIMO SCAZZO NELLA MAGGIORANZA È SULL’INCENTIVO AL 110%, CHE FORZA ITALIA VUOLE PROROGARE A TUTTI COSTI – LA DUCETTA PARLA DI “UN MACIGNO SUI CONTI PUBBLICI”, MA IN FDI NON ESCLUDONO UN COMPROMESSO PER SALVARE GLI “ESODATI” DEL BONUS. MENTRE IL MINISTRO DEL TESORO TIENE IL PUNTO: “LA MANOVRA È SERIA” – SORGI: “IL SUPERBONUS ERA STATO PRESENTATO DALLA DESTRA COME LA CAUSA DI TUTTI I MALI. UN'EREDITÀ VELENOSA DEL GOVERNO CONTE. POI SI È ALZATA LA VOCE, NON SOLITARIA, DI TAJANI…”
1 - NUOVO SCONTRO IN AULA SUL SUPERBONUS FI CHIEDE LA PROROGA, GIORGETTI CHIUDE
Estratto dell’articolo di Luca Monticelli per “la Stampa”
GIANCARLO GIORGETTI GIORGIA MELONI ANTONIO TAJANI - QUESTION TIME SENATO
Il braccio di ferro sul Superbonus complica la manovra. Proprio nelle ore in cui il governo è riuscito a depositare l'emendamento sul Ponte sullo Stretto di Messina, e le proposte dei relatori si vanno via via delineando, scoppia un nuovo caso che ha come protagonista l'incentivo al 110%.
Il siparietto emblematico dello scontro in maggioranza è andato in scena ieri pomeriggio alla Camera. La premier Giorgia Meloni ha appena finito di riferire in aula in vista del Consiglio Ue, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti esce di corsa dall'emiciclo per tornare a via XX settembre e viene letteralmente inseguito dal capogruppo azzurro Paolo Barelli che non molla e torna a chiedere una mini proroga del Superbonus per i condomini, o perlomeno un salvagente per scontare tutti i lavori effettuati entro il 31 dicembre.
Nella tromba delle scale adiacente al Transatlantico si sente il vocione di Giorgetti che si allontana, Barelli sorride e davanti al cronista si giustifica così: «I ministri vanno braccati e azzannati al collo per farsi ascoltare...».
Proprio in quel momento passa Giuseppe Conte che azzarda una battuta: «Nella maggioranza vi parlate? Se volete una mano sul Superbonus noi ci siamo...». Per Giorgetti, però, non c'è dibattito: «Non ci sarà alcuna proroga del Superbonus», mette per iscritto il responsabile del Tesoro in una nota già di buon mattino. E in serata, rientrando a Montecitorio, ribadisce: «La manovra è seria, frutto di una politica di bilancio seria, come ha detto la presidente del Consiglio. Quindi niente proroga del Superbonus».
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Giorgia Meloni ricorda in aula come la maxi agevolazione sulle ristrutturazioni sia «un macigno sui conti pubblici» che ha portato truffe e garantito «profitti record alle banche»; però il relatore alla legge di bilancio di Fratelli d'Italia, Guido Liris, auspica un accordo a metà strada, non una mini proroga, ma un salvagente.
Il meccanismo potrebbe essere quello di fissare un "Sal straordinario" (stato di avanzamento lavori) al 31 dicembre, con la possibilità per gli interessati di consegnare la documentazione entro il 12 gennaio per recuperare il 110% (o il 90%, dipende dalla delibera di inizio lavori del condominio) sulle spese effettuate nel 2023.
GIANCARLO GIORGETTI ANTONIO TAJANI
La normativa prevede che ogni stato di avanzamento lavori debba considerare una progressione del 30% dell'intervento, perciò il "Sal straordinario" aggirerebbe il problema eliminando i paletti. Difficile sostenere che l'operazione sia a costo zero, di fatto verrebbero scontate spese che sarebbero rimaste fuori, e su questo il Tesoro non transige.
Il senatore di Forza Italia Dario Damiani spiega: «Se il governo non è d'accordo evidentemente non si può andare avanti», e in serata Antonio Tajani sembra alzare bandiera bianca: «È una cosa che va fatta, continueremo a parlarne, c'è anche il Milleproroghe». […]
2 - L'ETERNA BATTAGLIA DEL 110%
Estratto dell’articolo di Marcello Sorgi per “La Stampa”
MEME SU GIUSEPPE CONTE E SUPERBONUS BY USBERGO
Era stato presentato come la causa di tutti i mali. Un'eredità velenosa del governo Conte. Un salasso per i conti pubblici, con valutazioni che crescevano di ora in ora (l'ultima, ieri, ammontava a 130 miliardi di euro). L'occasione di truffe vergognose, ristrutturazioni di edifici inesistenti, un'esca per la malavita organizzata, sempre in agguato. E alla fine - nemesi per un governo che ha dovuto rimangiarsi anche le tassazioni dei superprofitti - un affare solo per le grandi banche, leste a entrare nel meccanismo dei risarcimenti e arricchitesi a spese dello Stato.
giuseppe conte manifestazione esodati del superbonus 2
Parola più, parola meno, questo era stato il ritratto del Superbonus dipinto prima che la legge di stabilità venisse articolata, per mettere le mani avanti su una manovra che, come s'è visto, ha dovuto muoversi entro confini ristretti dai limiti europei e limitarsi ai provvedimenti più urgenti. [...]
Forse è proprio per questo che quando ieri mattina da Fratelli d'Italia e da Forza Italia ha cominciato a circolare la voce che nel maxi-emendamento finale del governo che dovrebbe chiudere la discussione parlamentare sulla manovra sarebbe stata inserita una mini-proroga del Superbonus edilizio del 110 per cento, dal ministero dell'Economia, immediatamente seguito da Palazzo Chigi, è subito arrivata una secca smentita.
IL CONTO DEL SUPERBONUS - MEME BY OSHO
Per Meloni e Giorgetti c'era infatti da perderci la faccia: per quanto mini, limitata ai lavori in corso che non possono essere lasciati a metà e ai lavoratori che non riuscirebbero neppure a prendere la cassa integrazione, la proroga infatti nel sistema italiano tende sempre alla stabilizzazione.
[...] non era difficile, per i lavori ancora in corso nel 2024, immaginare un nuovo provvedimento. Anche perché quella del vicepremier Tajani, che ha insistito per un ripensamento del governo e per cercare di venire incontro ai ghigliottinati del Superbonus, non era una voce solitaria, ma una precisa presa di posizione. Che lascia intendere come secondo Forza Italia la partita non possa chiudersi così.—